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QT n. 3, 6 febbraio 1999 Scheda

Val di Fassa: il collegamento Buffaure-Ciampac

La Val di Fassa e il previsto collegamento Buffaure-Ciampac attraverso la Val Giumela. Si tratta di due impianti: una seggiovia quadriposto che collega Col de Valvacin con il fondovalle di Val Giumela (220 m. di dislivello) e un’altra quadriposto, ma ad ammorsamento automatico, che riporta alla quota di Sella Brunech e agli impianti del Ciampac (319 m. di dislivello). Il punto è che si sfregia un’area di grande pregio, per due piste di poco conto: la prima è ripida (pendenza media 32%, massima 41.8%, pista nera) e molto corta (neanche 700 metri); la seconda ha una discreta lunghezza (2000 metri), ma le pendenze sono sballate: dopo un primo breve tratto decisamente ripido (41.5%) diventa praticamente pianeggiante.

Tutte le vecchie e nuove proposte di collegamento funiviario, anche le più ardite (carosello Andalo-Grostè), che vengono propinate all’opinione pubblica come unici strumenti indifferibili ed indispensabili per garantire lo sviluppo(?) della relativa vallata o comprensorio sciistico, concorrerebbero ben poco alla riduzione dell’attuale elevato livello di saturazione delle piste da sci e delle strade di accesso.

Prendiamo in considerazione per primo il fantomatico collegamento Andalo-Grostè, che tanto scandalo ha suscitato nell’opinione pubblica locale e nelle associazioni ambientaliste ed alpinistiche di tutto l’arco alpino: nessun piano urbanistico lo ha mai neanche preso in considerazione, sia per la sua inconsistenza dal punto di vista sciistico (alternarsi di pendenze altissime e tratti pressoché pianeggianti), sia perché attraversarebbe l’area di maggior pregio ambientale e naturalistico del Parco Adamello-Brenta. Non si riesce a capire come e perché proposte così strampalate godano di una qualche considerazione da parte di "esperti", seppur interessati.

Collegamento Buffaure-Ciampac, attraverso la val Giumela: si tratta di un pesante ed irrimediabile sfregio ambientale nell’alta val Giumela, per realizzare in totale poco più di 2 Km di piste nuove; sono previsti sbancamenti e riempimenti di 94.000 metri cubi di terreno ad una quota superiore ai 2.000 metri; in pratica la realizzazione di nuove piste comporta ormai sempre più un intervento paragonabile a quello usuale per la costruzione di una sede stradale.

I fassani si illudono se pensano di poter risolvere, seppur in parte, i problemi di congestione del traffico veicolare o i gravi problemi conseguenti al pesante squilibrio tra posti letto e posti sciatore della media valle: questo modesto collegamento rischia piuttosto di richiamare altra clientela in valle; inoltre le caratteristiche di quelle poche centinaia di metri di nuove piste non sono particolarmente appetibili: una pista è molto breve e molto ripida, l’altra è breve e di modestissima pendenza.