Anatema contro un parlamentare italiano
Signor Deputato, dopo aver seguito per tre giorni i lavori dell’aula durante il dibattimento riguardante il decreto legge di assunzione dei LSU per un periodo di 18 mesi presso le corti d’appello di tutta Italia, sono rimasto sconcertato non solo dalla totale ignoranza dell’argomento da parte degli iscritti a parlare, ma anche dalla moralità degli stessi in quanto, trattando un problema riguardante il futuro lavorativo dei propri connazionali, davano l impressione di riferirsi più a degli animali che a delle persone. Sono rimasto offeso dal fatto che, dopo aver lavorato tre anni presso la corte d’appello di Trento, Lei e altri parlamentari, senza conoscere me o i miei colleghi, si sia permesso di etichettarmi come nullafacente e percettore di assegno di assistenza. Le comunico che ci sono agli atti del Ministero di Giustizia i resoconti personali redatti dai dirigenti riguardante il lavoro da me svolto e la relativa relazione sulla sua qualità e quantità. (...) Forse dovrebbe sapere che lavoro 36 ore settimana e non mi viene riconosciuta alcuna indennità in caso di malattia o ferie; pur essendomi trattenuti gli oneri previdenziali, non mi vengono versati i contributi relativi e la mia retribuzione viene regolarmente tassata, Irpef, ecc. (...)
Quello che mi rimane da fare è sperare in qualche entità superiore che metta Lei al più presto nelle stesse condizioni economiche e psicologiche in cui io mi trovo con i miei collegi e così forse potrà capire e magari spiegare ai suoi figli come funzionano le cose in Italia; in quanto a me, risulta sempre più difficile.
Non molto cordialmente...
Seguono le firme di 14 LSU impiegati in vari ruoli presso il distretto della Corte d’Appello di Trento
(Dal ciclostilato indirizzato ai parlamentari e ai cittadini italiani).