Dalla nostra talpa in via Suffragio
Tramite un tortuoso giro di amicizie riusciamo a scambiare quattro chiacchiere con uno degli occupati alla sala Bingo.
In quanti avete trovato lavoro qui?
"Circa 25 persone tra camerieri, venditrici e addetti al gioco, più le guardie della Ronda Atesina".
Qual è l’orario di apertura?
"Feriale dalle 16 a 24,30, venerdì e sabato fino alle 2,30".
Chi frequenta la sala?
"I primi ad entrare alle 16 sono studenti che passano a fare una puntata veloce e qualche anziano. La maggioranza arriva verso le 21 in coppia o addirittura a gruppi; pochi i single, ma non c’è una fascia sociale prevalente: è come un bar con gente di ogni tipo che va e viene. Il giocatore medio si ferma un’oretta, circa 4-5 giocate, ma alcuni arrivano a farsi 20-25 giocate addirittura tutti i giorni e qualcuno addirittura si ubriaca al tavolo. Il pieno lo facciamo dalle 20,30 fin verso le 23, ma di vero pienone si può parlare solo per il venerdì e il sabato sera, quando c’è la fila fuori fin sulla strada".
Cosa ne dici del gioco e delle vincite?
"Ci sono persone che in una settimana tirano su anche 600 euro. La vincita però si basa sulle giocate sicché se ci sono in sala 20 giocatori con 30 cartelle vendute, alla cinquina vanno meno di 4 euro. Una volta ne ho visto una da 2,5 euro… neanche i soldi della cartella e del drink. La più alta vincita cui ho assistito è stata di 300 euro. Secondo me, la soluzione migliore è entrare con un budget già definito: 4-6 euro, alcune partite tanto per vedere se è un giorno fortunato, non di più… sennò butti i soldi".
E i giocatori?
"Secondo me la maggioranza entra solo per curiosità: due mesi fa all’apertura c’era molta più gente di oggi. Adesso le file esterne si vedono solo venerdì e sabato e si esauriscono in venti minuti anziché in un’ora".
Socializzazione?
"Chi si siede al tavolo vede negli altri quasi un nemico e mi pare che al di là di quattro frasi convenzionali non si vada. La gente viene per giocare. Adesso ha il Bingo, una specie di piccolo casinò sotto casa senza dover andare a Venezia o all’estero. Sai quanti trentini vanno fino ad Innsbruck?! Entrano anche ragazzi sotto i 18, ma nessuno sta lì a chieder loro la carta d’identità: ridono e scherzano e dopo due "giri" se ne vanno. C’è anche il furbo che segna numeri non ancora usciti senza sapere che le cartelle hanno un codice e sono controllate da un computer, e c’è il fesso che perde la cinquina perché non la grida prima che lo speaker annunci il numero seguente".
Di’ un po’, ti sembrano possibili imbrogli e trucchi?
"No, no tutto è sotto controllo. A dir il vero, anche a Milano il Lotto era supercontrollato da notai e finanzieri ma sono riusciti a fregare lo stesso… palline segnate, riscaldate, appesantite… Qui no, non credo, non mi pare che ci sia alcuna forma di imbroglio. Le palline vengano estratte da una macchina ad aria che le tiene continuamente in movimento.
Ma tu hai mai giocato?
"No, i soldi mi servono per altre cose!"
Un’opinione finale?
"E’ un posto triste!"