Traffico d’armi: una vergogna italiana
La recente approvazione della riforma della legge 185 sull’esportazione di armamenti italiani all’estero è una vera e propria vergogna nazionale. La campagna in difesa della legge 185 non è riuscita a bloccare lo stravolgimento di questa innovativa normativa in materia di armamenti. La Camera ha ratificato col voto del 3 giugno l’accordo di Farnborough e messo mano in maniera definitiva al testo della 185/90.
[ins0]Triste è stato vedere che gli ultimi passi di questo disegno di legge scellerato sono stati in qualche modo favoriti anche da partiti dell’opposizione che in questi mesi avevano invece dichiarato di voler aiutare la campagna, per il sostegno della quale anche qui in Trentino molto si è fatto.
Il ritorno alla Camera della discussione non ha quindi visto alcun miglioramento della situazione, a parte l’adozione di alcuni Ordini del Giorno che stimolano attenzione sul tema delle armi e la promessa di ascolto delle associazioni che si battono su questo tema.
Soprattutto due cose in questa riforma sono gravi: anzitutto il fatto che la modifica alla legge 185 toglie l’end use, cioè la possibilità di sapere dove le armi vadano davvero a finire, permettendo le cosiddette triangolazioni nel commercio degli armamenti, che tante morti hanno causato.
Troviamo poi altrettanto grave che non ci sia più l’obbligo per il governo di presentare la relazione annuale sulle esportazioni autorizzate. Questa è un’altra botta al movimento pacifista ed è soprattutto un’altra maniera per nascondere i loschi traffici di armi.
In aggiunta a questo, le armi potranno essere esportate in paesi dove ci siano violazioni dei diritti umani, purché non "gravi". Tutto questo ci fa apparire ancora più chiaro come alla Camera non ci sia alcuna idea di etica in questo campo; pensiamo invece che il Senato si sia comportato con molta più dignità e con molto più senso etico.
Rimaniamo inoltre molto perplessi nel vedere come anche i partiti di opposizione hanno votato.
Comunisti italiani: su dieci, 8 si sono astenuti; dei 136 Ds, 36 astenuti; di Rifondazione, su 11, 5 astenuti, tra i quali il suo segretario Bertinotti; dei Verdi, 2 astenuti su 6. E’ infine incredibile che 189 deputati non fossero presenti. E’ una vergogna, soprattutto dopo le affermazioni di molti di questi parlamentari contro le guerre e in favore della Pace.
A questo punto riteniamo sempre più importante, ripartire dal basso: davanti al tradimento da parte dei partiti italiani, la società civile organizzata dovrà diventare sempre più soggetto politico e fare politica con la P maiuscola.
Non basta più l’indignazione, dobbiamo impegnarci. La partecipazione alla vita politica deve diventare una priorità per tutta la società civile.
Lo ripetiamo: ci addolora profondamente il voto del 3 giugno alla Camera, di 222 per il sì e di 115 no, con 209 tra astenuti e non votanti. Per questo motivo, per pura trasparenza politica e per porre i deputati di fronte alle loro responsabilità, riteniamo importante dare la possibilità a ciascun cittadino di conoscere se il proprio parlamentare del Trentino-Alto Adige ha votato o meno a favore dello stravolgimento delle regole per il commercio delle armi;
Hanno votato contro la modifica alla legge 185/90 Marco Boato e Luigi Olivieri.
A favore ha votato Sergio Mattarella.
Si sono astenuti: Karl Zeller, J. G. Widmann, Siegfrid Brugger, Gianclaudio Bressa.
Erano assenti al momento del voto: Giuseppe Detomas, Giovanni Kessler e Paolo Scarpa Bonazza Buora (in missione esterna).
Rete di Lilliput - Nodo Trentino