Una ferrovia da ripristinare
Caro Luigi Casanova, l’estate scorsa, mentre pedalavo in mountain bike lungo l’ex tracciato ferroviario della (mai abbastanza) rimpianta Ferrovia Elettrica della val di Fiemme (FEVF), soppressa nel 1963, mi é venuta questa idea. Non si potrebbe ripristinare l’armamento ferroviario (senza elettrificazione) nel tratto Doladizza-S. Lugano (10 km), allo scopo di effettuare convogli turistici durante la stagione estiva ?
Esempi di questo tipo non mancano certo in Europa, anche in ambientazioni meno suggestive e caratteristiche, e vedono sempre più crescere l’interesse di cultori e semplici turisti. Anche in Italia qualcosa si sta finalmente muovendo in questa direzione, ad opera specialmente della Associazione Ferrovie Turistiche Italiane.
La scelta del tratto menzionato é dovuta a ragioni tecnico-economiche: il sedime é in ottime condizioni, non necessita di opere civili (viadotti,ponti e gallerie), non ha alcuna problematica intersezione con l’attigua SS 48 delle Dolomiti, è interamente compreso nella provincia di Bolzano, possiede due (ex) stazioni capotronco in buone condizioni strutturali. Si aggiunga che utilizzando un armamento di tipo tranviario (rotaia e controrotaia) messo in opera su un lastricato in pietra (come nelle mulattiere della prima guerra mondiale, cui risale la costruzione della ferrovia), si potrebbe continuare ad utilizzare il tracciato come già avviene oggigiorno, come pista ciclabile, sentiero o strada forestale carrabile.
Questa realizzazione porterebbe un piccolo contributo di archeologia industriale e costituirebbe una sorta di "memoria storica", con la possibilità di incrementare anche la presenza turistica nella zona con impatto ambientale minimo. La gestione potrebbe essere affidata, come già si fa con successo altrove, a gruppi amatoriali di volontari, che garantirebbero, con la loro passione, un ottimo impiego e la manutenzione del tracciato ripristinato. Per eventuali contatti (gradisco molto sia gli appoggi quanto le critiche) si può scrivere a: Francesco Fellin, via Wolf-Ferrari 1, Padova.
E-mail: francesco.fellin@unipd.it