Articolo 18: le ragioni del Sì
I problemi delle piccole imprese non si affrontano certo rivendicando la possibilità di licenziare senza giusta causa i dipendenti, in nome di un incomprensibile riformismo.
Questa la replica del Comitato trentino per il Sì al referendum a quanti paventano scenari negativi per l’economia, in caso di estensione dell’articolo 18 ai dipendenti delle imprese sotto i 16 dipendenti. Tesi sostenuta anche nel corso del convegno della Cisl svoltosi a Rovereto.
Che un sindacato faccia propria la propaganda degli imprenditori è davvero paradossale.
Accesso al credito, strutture, servizi alle imprese e formazione sono i nodi da affrontare per migliorare il tessuto di economia diffusa, specialmente se pensiamo che in Trentino il problema non è quello di liberarsi dei lavoratori, ma di trovarli.
Quanto viene proposto dai promotori del referendum rappresenta semplicemente la difesa e l’estensione di un principio di civiltà: il diritto a non essere licenziati senza un valido motivo, qualunque sia il luogo di lavoro.
Una eventuale vittoria del sì, oltre a rendere illegittima la traduzione in legge delle modifiche all’articolo 18 contenute nel Patto per l’Italia, aprirebbe la strada ad un processo di estensione delle tutele per i lavoratori atipici.
L’economia non subirà alcuna conseguenza negativa – conclude Iori – mentre ne trarrà grande beneficio la libertà delle persone.