La vicenda di Maso Franch
Vi trasmetto copia della lettera che ho inviato al presidente della Giunta Lorenzo Dellai, nonché la sua risposta. Giudichino i lettori:
"Premetto che, pur avendo frequentato l’università di Trento, non ho mai conosciuto personalmente né ho mai seguito i corsi universitari tenuti dal prof. Daidola. Ciò nonostante sono stato molto colpito dai recenti articoli apparsi sui quotidiani L’Adige e Trentino inerenti il Comitato Tecnico Provinciale per il Settore Agricolo dal quale il professore si è recentemente dimesso.
Non conosco nei particolari la vicenda, che però mi pare sintetizzata in maniera sufficientemente chiara. Soprattutto mi pare chiarissimo il ragionamento svolto dal prof. Daidola: non è corretto che vengano finanziate con denari pubblici operazioni ad alto rischio che non hanno una base economica ma hanno semmai, quale finalità, il consenso politico. La realizzazione di un albergo di lusso, da 350.000 lire a notte, sopra Lavis (costruito ex novo per il 75%) appare inquadrasi perfettamente in questo tipo di operazioni.
Con eccellente e raro esempio di chiarezza di pensiero e di sintesi il professore ha constatato come il suo lavoro ed i suoi sforzi non abbiano portato a risultati apprezzabili ed ha quindi deciso di andarsene.
Certo il suo non "essere al soldo della politica" guadagnando uno stipendio grazie alla propria attività gli consente una libertà ed autonomia di pensiero ben lontana da quella espressa dalla nostra classe politica e da parte della struttura dirigenziale della nostra Provincia.
La reazione dell’assessore Pallaoro, il quale "furibondo" avrebbe affermato: "Non accetto insinuazioni su pressioni politiche nel Comitato agricolo... il lavoro del comitato non è da mettere in discussione" dimostra la pochezza, la scarsa lungimiranza politica e l’ormai netto scostamento rispetto alla società civile di gran parte della nostra classe politica.
A ciò, ed è triste riconoscerlo, si aggiungono le valutazioni del dirigente provinciale preposto, il quale candidamente afferma che poco importa che l’ente pubblico, e cioè i soldi dei cittadini, vada a finanziare un progetto a perdere, perché non è questo l’aspetto principale che il Comitato deve valutare! Ad ogni buon conto l’istruttoria approfondita dei servizi provinciali (quali?) ha accertato che l’iniziativa può avere anche un ritorno economico. Mi domando chi mai oserebbe affidare i propri denari a qualcuno capace di simili affermazioni.
Ecco allora che mi sento di dire: coraggio professor Daidola! Diversamente da quanto pensa l’assessore Pallaoro ("le battaglie si fanno dall’interno e non sbattendo la porta"), il suo comportamento costituisce uno di quei rari esempi di coerenza e di onestà intellettuale a cui noi giovani cittadini guardiamo con ammirazione e desiderio di emulazione.
Certo ci piacerebbe anche che i nostri politici ricordassero che da noi cittadini hanno avuto un mandato che non è a tempo indeterminato, che la democrazia impone un costante confronto, e che atteggiamenti stizziti e riposte non date non contribuiscono a dar lustro allo loro immagine. Ma forse, di questi tempi, è pretendere troppo. Distinti saluti".