Egregio avv. Ballardini...
Spero che quel che è apparso sul giornale nella sua risposta (Non tutto il male viene per nuocere), ossia che "io ce l’ho come lei" (!?), sia un errore di stampa, e in realtà lei intendesse dire che ce l’ho con lei...
Beh, non è così. Anzitutto lei mi sembra uno dei pochi politici puliti e degni rimasti, e poi solitamente apprezzo i suoi interventi su Questotrentino. Proprio per questo la sua sparata contro la sinistra DS mi ha sorpreso.
Suvvia, come si fa a non vedere che questo Partito Democratico è il funerale ultimo di quel che era il più grande partito comunista d’ Occidente? Ovvero il punto d’arrivo finale di quello spostamento verso destra iniziato nel 1989 e costantemente perseguito, come se essere stati comunisti fosse un peccato da espiare?
Ora se qualcuno non vuole seguire il gregge nell’omologarsi ai democristiani, meno male! - dico io. E non è questione di non sapere aprirsi al futuro, ma di salvaguardare princìpi e valori da anni sotto attacco da tutte le parti.
I soldi. Anche qui non ce l’ho con lei. O quantomeno non più di quanto ce l’abbia con i politici italiani in genere. Che sono i più strapagati d’Europa, probabilmente del mondo. Per decenni, mentre i veri lavoratori dovevano confrontarsi con l’erosione dei salari, l’allontanamento delle pensioni, gli affitti impossibili, mentre i governi tagliavano su sanità, scuola, trasporti, servizi, i nostri parlamentari hanno tranquillamente continuato ad aumentarsi i benefici. E accanto a loro, migliaia di consiglieri provinciali e regionali e di tutti gli enti e tutti i politici ex, ossia i pensionati d’oro.
Oggi fare il politico è diventato soprattutto un modo per arricchirsi. Non servono neppure competenze particolari, basta saper raccontarla lunga, come ha ben dimostrato il Grande Televenditore. E tutti corrono e sgomitano per salire sul carro.
C’è una lista di trenta cittadine o paesotti che chiedono di diventare provincia. Ed è di stamattina la notizia che le auto blu sono più di mezzo milione! Ma siamo matti? Così non si può andare avanti, ma è certo che i "nostri dipendenti" (come li chiama Beppe Grillo) una legge per ridursi lo stipendio non la faranno mai. Servirebbe quella che un tempo si chiamava rivoluzione. Come si chiamerà domani non so.