Lettera per l’assessore Andreolli
Avrà sicuramente avuto modo di conoscere, tramite gli organi di stampa locali, la denuncia a Lei direttamente rivolta dal signor Giovanni Coletti, presidente dell’Associazione genitori soggetti autistici del Trentino, costretto a sospendere l’attività delle sedi di Trento e Rovereto del centro per l’autismo a causa di presunti ritardi nell’erogazione dei fondi provinciali e nel rinnovo della convenzione con l’Azienda Sanitaria. La vicenda necessita sicuramente di chiarezza, stante la delicatezza della situazione in cui si sono venute a trovare le famiglie ed i bambini affetti da questa terribile patologia. Ci corre però l’obbligo d’informarla che le prime vittime di questa unilaterale chiusura dei due centri ci sono già: sono le 4 lavoratrici, che nella giornata del 10 gennaio si sono presentate presso alla nostra sede di Rovereto denunciando che al loro rientro dalle ferie (8 gennaio 2007) si sono trovate licenziate dalla fine del mese di dicembre, con lettera retrodatata, chi al 31 ottobre, chi al 30 novembre 2006! La lettera di licenziamento è firmata dallo stesso Presidente dell’associazione, Giovanni Coletti. Ad aggravare la situazione, che solo nei film di Fantozzi potrebbe trovare degna collocazione (lavoratrici licenziate durante il periodo di ferie, con lettera retrodatata), aggiungiamo che una delle dipendenti è in evidente avanzato stato di gravidanza!
Sul piano squisitamente sindacale ci siamo già mossi per istruire idonea impugnazione di questo incredibile licenziamento, ma a quanto pare le cose non si sono fermate qui: ci risulta che da sabato scorso queste lavoratrici siano sottoposte a continue vessatorie pressioni psicologiche – verbali e telefoniche - circondate da una poco piacevole girandola di voci che tenta di trasformarle da vittime in colpevoli di questa poco piacevole situazione. Forse è un modo che qualcuno cerca di utilizzare per “ricomporre” i cocci del disastro arrecato alle dipendenti con la formalizzazione del licenziamento.
Con questa lettera vogliamo metterla al corrente di questa gravissima ed insostenibile situazione che non riguarda solo il licenziamento, ma anche la ridda di voci e malelingue che sta circondando le incolpevoli lavoratrici.
Ma vogliamo soprattutto capire quali siano le intenzioni Sue e dell’Assessorato riguardo il proseguo del finanziamento a questa struttura: ci risulterebbe, infatti, che qualche centinaio di migliaia di euro vengano corrisposti a questi centri per l’autismo tramite l’Assessorato alle politiche per la salute, l’Assessorato alle politiche sociali, il Comune di Rovereto. Se queste risorse destinate a fornire un servizio prezioso per la comunità scatenano cotanto arrogante atteggiamento da padrone delle ferriere nei confronti delle dipendenti, ci sembra giunto il momento di fare chiarezza sugli atteggiamenti ed i fini di chi si è assunto la responsabilità di questi atti. Infatti, non sarebbe la prima volta che in Trentino si scelgono i mass-media per gridare al vento rispetto qualche presunto torto, per scopi che solo in un secondo tempo vengono miseramente a galla. Così come il sindacato pretende atteggiamenti responsabili e rispettosi dalle aziende che ricevono contributi provinciali (rispetto dei contratti di lavoro, normative sulla sicurezza, diritto al lavoro, ecc.), altrettanto chiediamo che sia fatto in questa particolare e delicata situazione. E visto che l’attività dei due centri per l’autismo di Trento e Rovereto ci risulta sospesa in modo unilaterale, cosa che già di per sé merita una decisa presa di posizione dagli enti che hanno erogato denaro pubblico per queste attività, Le chiediamo che venga fatta la massima chiarezza sia sul rispetto degli impegni economici a carico degli Enti pubblici, sia soprattutto sul trattamento riservato alle lavoratrici e sull’attività del Centro. Se ancora l’assessorato a Lei delegato non si è dotato di strutture di controllo, o non le ha attivate in questa situazione, Le chiediamo che vengano messe nelle condizioni di operare molto velocemente al fine di dipanare questa intricata matassa.Altrettanto, evidentemente, chiediamo che facciano gli altri Enti a cui inviamo questa lettera, interessati al finanziamento pubblico di questi centri per l’autismo.
Serve intelligenza e sensibilità nei confronti dei bambini e delle loro famiglie e quindi è necessario ristabilire pienezza del servizio a loro erogato, ma altrettanto è indispensabile fermezza e severità nei confronti di chi intende utilizzare e disfarsi, licenziandole a suo piacimento, della preziosa ed insostituibile opera delle lavoratrici.
Lorenzo Pomini, segretario confederale CISL per Rovereto e Vallagarina