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“Misha corre”

Jerry Spinelli, Misha corre. Mondadori, 2004, pp.216, 9,50.

Qualche giorno fa mio nipote Federico, che ha 14 anni e frequenta la prima liceo, mi consigliò di leggere il libro di Jerry Spinelli intitolato "Misha corre", edito da Mondatori nel 2003 e ripubblicato nel 2004. Glielo aveva dato la sua professoressa di liceo Manuela Gigliotti perché lo leggesse e ne facesse il riassunto per scuola.

Lo presi con un certo scetticismo, pensando che fosse uno dei soliti libri per ragazzi che valgono poco o nulla. Ho avuto una sorpresa, una grande sorpresa. "Misha corre" è un libro eccezionale, uno dei più belli che abbia letto sulla sorte dei bambini travolti dalla seconda guerra mondiale, rimasti separati dalla famiglia, affamati, disperati, eppure con tanta voglia di vivere.

La storia si svolge nella Polonia invasa dai nazisti nel 1939, precisamente a Varsavia, durante l’occupazione tedesca. Misha è un bambino di circa 8 anni, zingaro, analfabeta, piccolo e magro, non sa nulla del bene e del male, è velocissimo nella corsa, e per vivere ruba. Si unisce a un gruppo di bambini ebrei un po’ più grandi di lui, che come lui sono soli e che per sopravvivere si dedicano con naturalezza e allegria al furto di generi alimentari.

Straordinarie avventure si succedono, tragiche e allegre. Tutto è motivo di stupore e di allegria per il piccolo Misha, che nulla sa della guerra, della libertà, dell’orrore del nazismo.

Il grande merito dell’autore Jerry Spinelli è di riuscire a descrivere avvenimenti ed emozioni come se fosse Misha, un ragazzo di 8 anni: egli riesce a mettersi dal punto di vista dei protagonisti, senza sforzo apparente, e a trasmettere le loro emozioni infantili con una naturalezza che ha dello straordinario. Pensate che quando arriva in città l’esercito tedesco e sfila in parata, con gli stivali impeccabilmente lucidi, Misha è preso dall’entusiasmo, batte le mani, sogna di diventare da grande uno "Stivalone" e di marciare in parata. Non sa ancora che gli "Stivaloni" sono i distruttori di ogni valore, gli assassini brutali degli ebrei suoi amici, degli zingari, delle razze cosiddette inferiori, senza risparmiare nel loro odio cieco neppure i bambini e i neonati. Vedrà e capirà Misha col passare del tempo, con la fame, con il ghetto, con i cadaveri per la strada, con l’aiuto di Uri un ragazzo ebreo sveglio e accortoun poco più grande di lui.

Non vi racconto le numerose vicende per non privarvi del piacere della scoperta, ma vorrei segnalare la parte che descrive l’incontro di Misha con Janina e la sua famiglia confinata nel ghetto, da cui Misha esce ogni notte con coraggio e naturalezza (a volte insieme a Janina) per andare a prendere cibo nella Varsavia occupata sfuggendo agli "Stivaloni" e ai loro servi della Polizia polacca.

Il finale è straziante, ma per capirlo bisogna aver letto tutto il libro, che ha uno stile rapido, coinvolgente, moderno.

Janina sale sui treni col papà, e sarà bruciata nei forni. Misha invece si salva e in America ricomincerà a vivere una vita nuova.

Leggetelo e fatelo leggere. "Misha corre" è un gran libro e io sono grato a mio nipote Federico e alla sua insegnante per avermelo fatto conoscere. Come vedete si possono ancora imparare cose importanti e belle dai propri nipoti e dai loro insegnanti, nonostante il ministro Moratti.

Commenti (4)

Misha Rachi ;-)

Mia figlia ha letto il libro, dice che è stupendo e che , le ha fatto immaginare di partecipare all'accaduto.
??Ve lo consiglia??

wow ale

e un libro meraviglioso

ale

bello

questo libro e bellissimo jane

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