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QT n. 18, 30 ottobre 2004 Scheda

La storia di Vlado

Una particolare situazione è quella del disagio oggettivo dei cittadini immigrati, per i quali tutto, a partire dall’ ottenere un permesso di soggiorno e mantenerlo valido, fino a trovare un lavoro ed una casa, è difficile, a causa di una legge complicata e vessatoria e a causa anche della difficoltà di integrarsi quando manca una rete sociale a difenderci.

Per questo raccontiamo la storia di Vlado.

Vlado (nome di fantasia) è arrivato dieci anni fa dalla Macedonia ed è venuto in Italia per lavorare perché nel suo paese non era possibile vivere con serenità. Ha vissuto clandestinamente e senza un alloggio (dunque, per strada) per anni, alcuni dei quali trascorsi a Trento. E’ stato sempre sfruttato da datori di lavoro che gli negavano i documenti per metterlo in regola (nonostante le promesse), ed alla fine - sostiene - si è ritrovato a dover pagare 400 euro di "pizzo" alla frontiera (italiani, brava gente...) per poter uscire dal paese e andare a trovare la moglie senza avere il timbro di uscita sul permesso, che avrebbe comportato per lui l’impossibilità di rientrare per dieci anni.

La legge italiana sull’immigrazione sembra studiata apposta per rendere impossibile la vita degli immigrati.

Solo grazie al desiderio di avere una vita con la sua famiglia (ha anche una bambina) ha trovato la lucidità per farsi aiutare dai Volontari di Strada, e così è riuscito ad ottenere un alloggio, un lavoro ed un permesso temporaneo per lavorare e stare qui finalmente in regola.

Dice (scusandosi: non vorrebbe offendere me, che sono italiana) che ha sposato una donna macedone perché forse non avrebbe potuto sposare una donna italiana, troppo diversa. Vlado sorride ed è sincero, nonostante tutto. Buona fortuna.

P. S. Per la legge italiana, Vlado, che è qui da dieci anni a lavorare, ha solo un permesso temporaneo da vidimare, che dura due anni. La sua vita è dunque nelle mani dei funzionari del Ministero: è una vita "a tempo", sempre da "confermare".