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Perché no al campo da golf a Carano

Ruggero Vaia

Egregi consiglieri comunali e membri della "commissione sul golf", voglio qui prescindere totalmente da quelle che possono essere considerate opinioni: pongo solo alla vostra attenzione un dossier con stime, dati e studi scientifici, che ho raccolto da varie fonti, circa il consumo idrico medio di un campo da golf come quello progettato sui prati a circa 1400 metri di quota nei Comuni di Daiano e Carano.

Avendo voi responsabilità diretta in questa scelta amministrativa, tali dati e studi potrebbero essere già a vostra conoscenza. Tuttavia deve essere noto anche agli abitanti di Carano e Daiano che gli amministratori conoscono i dati esposti in questa relazione, affinché, se il golf venisse realizzato e la disponibilità idrica per gli abitanti risultasse compromessa, la responsabilità individuale non abbia alibi.

Un approccio superficiale lascerebbe pensare che il campo da golf differirà dagli attuali prati per la mera esistenza delle buche. Invece, informandosi su documenti non preconcetti né di parte, ci si può render conto che un campo da golf, qualunque campo da golf, a dispetto della sua bella apparenza, è un sistema botanico artificiale, che vuole solo certe graminacee ed elimina quelle autoctone mediante massicce dosi di pesticidi. E che soprattutto necessita di grandi quantità d’acqua.

Per giunta, la localizzazione prevista a Carano-Daiano è doppiamente infelice: una zona esposta a meridione, dunque soggetta a massima evaporazione acquea dal suolo, su un versante in quota che dispone di un bacino imbrifero ridotto le cui poche sorgenti non ancora sfruttate saranno presumibilmente necessarie nel prossimo futuro per il fabbisogno civile e turistico dei due Comuni.

Quanta acqua consumerà il golf? Per cercare di rispondere, si prendono qui in considerazione diverse fonti, alcune delle quali scientifiche, vale a dire fondate su misurazioni oggettive e motivate da puro intento conoscitivo, senza condizionamenti di parte. Per chiarezza mi riferirò ad una situazione come quella prospettata per Carano-Daiano: un campo da golf da 18 buche, la cui superficie è intorno ai 65 ettari, ovvero 650.000 metri quadrati. (...)

Appare chiaro che le stime di consumo idrico dei campi da golf dipendono, oltre che dalla situazione geografica e climatologica, anche dalla "faziosità" della fonte che produce le stime. Fonti vicine al mondo del golf tendono a sottostimare i consumi, nella palese consapevolezza che si tratta di un grave svantaggio che può rendere socialmente inaccettabile la pratica del golf. Le fonti "ottimiste" danno una stima di 65.000-100.000 metri cubi all’anno, quelle "scientifiche" stimano 250.000-300.000 metri cubi all’anno, i più "pessimisti" (WWF) arrivano a prevedere un consumo di 600.000 di metri cubi d’acqua annui.

Vediamo ora cosa dice l’unico documento informativo su cui, per quanto ne sa il sottoscritto, si sono basate le decisioni finora adottate dai Comuni, dal Comprensorio e dalla Provincia. Trattasi dello studio di fattibilità del golf a Daiano-Carano, fatto eseguire dal Comprensorio C1 e datato 10 agosto 2006. Tale studio prevede un’irrigazione per ettaro evidentemente sottostimata e prevista su soli 18 ettari (ossia solo il 28% dei 65 ettari complessivi, mentre in genere ne viene irrigato più del 50%). Grazie anche ad altri ottimistici aggiustamenti, alla fine viene previsto un fabbisogno di soli 44.000 metri cubi all’anno. Una stima – ad essere sinceri – troppo sfacciatamente ottimistica, e tuttavia già preoccupante, perché è praticamente uguale al consumo di tutto il Comune di Daiano (45.319 metri cubi erogati su 460 contatori nell’anno 2005).

Risulta oltremodo allarmante il fatto che le fonti "ottimiste" predicano un consumo doppio, mentre secondo i rapporti scientifici qui sopra esaminati il consumo medio sarà almeno 6 volte maggiore di quanto prospettato dallo studio comprensoriale.

Vi pare plausibile che secondo lo studio comprensoriale il golf di Carano-Daiano possa diventare un modello esemplare a livello mondiale, capace di ridurre di ben 6 volte i consumi idrici degli altri gestori? O non sarà forse lecito sospettare che lo studio di fattibilità, più che perseguire fini conoscitivi, abbia il precipuo scopo di rendervi meno amara la scelta di approvare un’operazione che sarà dannosa per i cittadini che vi hanno eletti?