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Il dramma dei mutui

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E' sempre più dura per i consumatori far fronte alle rate dei mutui. Per molti il mutuo è divenuto un incubo e alcuni non ce la fanno proprio più a saldare il debito contratto a suo tempo con le banche. Ecco allora spalancarsi il baratro del pignoramento immobiliare, che di fatto significa la perdita definitiva della propria abitazione. Se sette anni or sono e prima dell’introduzione dell’euro la media dei pignoramenti immobiliari in Alto Adige si aggirava intorno ai 250 all’anno, oggi si viaggia sugli oltre 400 casi, con un aumento di ben il 60% in pochi anni. Un dato preoccupante per i consumatori, non forse così per le banche, che sanno comunque di poter recuperare in un modo o nell’altro i propri crediti.

Quali le cause di tale fenomeno? Indubbiamente il trend non favorevole dell’aumento dei tassi di interesse negli ultimi due anni, che per molte famiglie ha significato rate del mutuo in vertiginoso aumento, per alcune, impossibilità di farvi fronte e quindi insolvenza. Vi sono poi da registrare anche i fallimenti di piccole e medie imprese, pure in aumento negli ultimi anni, ed il preoccupante fenomeno delle fideiussioni rilasciate a garanzia sia di mutui casa che di altre forme i prestito bancario.

Va addebitata alle banche locali una notevole corresponsabilità nella gravissima situazione di difficoltà economica di centinaia di famiglie. Consulenze inadeguate, costi di finanziamento elevati combinati a valutazioni errate dei rischi hanno condotto a numerosissimi casi di sovraindebitamento e di gravi difficoltà finanziarie. Nell’ambito dei crediti immobiliari le uniche vittime sembrano però essere i mutuatari; pertanto sarebbe necessario potenziare la tutela di questi soggetti. Già prima delle ultime elezioni provinciali avevamo avanzato una esplicita richiesta in tal senso.

E le banche? Beh, le banche non paiono preoccuparsi più di tanto. Tanto sanno che non rischiano nulla o quasi nulla; se il cliente diventa insolvente, c’è l’ufficio esecuzioni immobiliari del Tribunale che grazie alla sua efficienza (davvero!) chiude la messa in vendita dell’immobile in poco più di due anni dalla richiesta di pignoramento, contro una media nazionale di ben 7,5 anni, ed il credito, oplà, è recuperato. Questo consente alle banche locali una garanzia pressoché assoluta nel recupero dei propri crediti immobiliari, il che dovrebbe però tradursi anche in un’offerta di condizioni economiche del mutuo migliori che nel resto d’Italia, perché appunto minore è il rischio di non recuperare il credito concesso. Purtroppo non è così e non ci pare affatto che da noi i mutui costino meno che altrove, anzi.

Conclusione: i mutuatari si ritrovano (ci si passi il termine) "cornuti e mazziati", con somma soddisfazione dei bilanci delle banche!

Vi è poi anche il problema dei fallimenti delle ditte costruttrici che hanno venduto con contratto preliminare l’immobile ai propri clienti: a quanto pare, solo un numero risibile di consumatori locali provvede alla cosiddetta annotazione del preliminare presso l’Ufficio Tavolare, unico sistema che consenta agli stessi di salvare le caparre e gli acconti versati in caso di fallimento della ditta ed in caso di vendita all’asta dell’immobile. Il preliminare annotato ha valore, infatti, di credito privilegiato e quindi può essere molto utile in questi casi. Gli acquirenti di immobili farebbero molto bene a tenere conto di questa possibilità.

Il CTCU richiede agli istituti bancari massima disponibilità alla rinegoziazione dei mutui senza oneri per il mutuatario e riducendo sensibilmente gli spread applicati ai parametri di riferimento dei tassi (Euribor ed IRS). Insiste altresì affinché le banche rendano effettiva la cosiddetta surrogazione o portabilità del mutuo, anche qui senza spese (o al massimo con spese molto contenute), per i mutuatari. Tale istituto è stato previsto dal Decreto Bersani bis e deve essere applicato dalle banche "senza se e senza ma": solo così si rende possibile quella concorrenza, l’unica in grado di consentire ai clienti di sfruttare le migliori offerte di mutui presenti sul mercato.