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QT n. 1, gennaio 2010 Servizi

Questo 2010

Il nuovo anno visto dagli abbonati di QT

Quest’anno abbiamo voluto augurare il buon anno ai lettori di QT in un modo diverso. Abbiamo chiesto a dieci dei nostri abbonati come han passato l’anno vecchio e cosa si aspettano o si augurano da quello nuovo. Qualcuno ha fatto riferimento alle vicende private, qualcun altro a quelle pubbliche. Qualcuno è stato ottimista, qualcun altro pessimista. Vite e punti di vista spesso diversi, ma che in comune hanno proprio il nostro giornale, e i valori ai quali si ispira. Queste interviste ci dicono che i lettori di QT formano una comunità, piccola ma vitale. Della quale siamo fieri. Buon 2010 a tutti voi, quindi. Col nostro giornale sottobraccio.

Aldo, Arco

Le è mai capitato che uno straniero bussasse alla sua porta di casa? A me, nel 2009, è capitato diverse volte, qui ad Arco. Hanno bussato, e io ho sempre aperto. Perché io so cosa vuol dire essere emigrante. Ho fatto l’operaio a Trento nella seconda metà degli anni Cinquanta, ma era dura e sono emigrato in Svizzera. Ci sono rimasto per 17 anni. L’altro giorno col Sindacato Pensionati della CGIL siamo andati a Mirano, in provincia di Venezia, a una manifestazione contro il razzismo xenofobo della Lega organizzata dall’ANPI. Noi anziani facciamo quello che possiamo, ma ci vogliono anche i giovani. Io vado tutti gli anni a Marzabotto - lei sa cosa è successo a Marzabotto, vero? Vado lì e parlo coi giovani, per ricordare loro cosa è successo. Se non lo facciamo noi che c’eravamo, chi deve farlo?

Il 2010 lo vedo triste. Anche fra noialtri di sinistra non ci si riesce a mettere d’accordo. Stiamo sparendo. Lo vedo triste.

Leonardo, Trento

Il 2009 per me è stato un anno di svolta. Mi sono laureato nel 2008 in Economia e Commercio, laurea triennale. Ho cercato lavoro nel campo delle energie rinnovabili, la mia tesi era sul fotovoltaico. Ma non ho trovato nulla, era un periodaccio, nessuno voleva rischiare di assumere. Mio padre ha un’impresa di costruzioni, e ho ripiegato lì, iniziando a fare il contabile. Un disastro: la vita da ufficio non faceva per me. Sono entrato in crisi: non sapevo qual era la mia strada. Alla fine, ho preso la decisione: io, figlio di un costruttore e laureato in economia, ho scelto di fare il contadino.

Nel 2010 aprirò la mia azienda agricola. Lo farò fuori dal Trentino. Vado in Veneto. Lì, per chi vuole cominciare a fare l’agricoltore, le cose sono più facili che da noi. In Trentino, per tirar su 4 ettari di terra o ci si svena o si aspettano anni. E io non potevo aspettare. Così sono andato a cercar terra a Verona, dove i prezzi sono più umani. Coltiverò biologico, perché il biologico è il futuro, oltre che la scelta più responsabile.

Maria Grazia, Cavalese

Da un paio d’anni sono in pensione. Ho dovuto lasciare il lavoro quando mi hanno diagnosticato la sclerosi multipla. Sì, la stessa malattia della vostra collaboratrice Nadia Ioriatti, che è anche una mia cara amica. Non ho molto da raccontarle per quanto riguarda la mia vita privata. Posso parlarle di cosa penso della situazione politica e sociale. Non certo bene. Vedo un grave decadimento dal punto di vista civico. Troppe parole vuote che non hanno poi un riscontro nei fatti. Troppi che predicano bene e razzolano male. Anche qui in Val di Fiemme, dove ormai le decisioni vengono prese più per il turista che per il residente.

Non vedo grandi prospettive per il 2010. In una famiglia, quando le cose vanno a rotoli, si mettono da parte i rancori e si cerca di collaborare. Ma non mi sembra che i politici vogliano cambiare musica. La rissa sembra essere diventata regola.

Armando, Tione

Sono un autista di Trentino Trasporti. La crisi economica non ha toccato la mia categoria, e non posso lamentarmi. Quest’anno sono riuscito anche a fare un bel viaggio di 20 giorni in Galles e Cornovaglia, posti meravigliosi e gente accogliente. Da dimenticare, invece, un brutto incidente in bici che mi ha costretto a 10 giorni d’ospedale. Sono originario di Tione, ma ho vissuto fino a due anni fa a Pergine, dov’ero da 25 anni. A Tione sono venuto per motivi sentimentali: ho divorziato e qui ho trovato la mia attuale moglie. Fra Tione e Pergine c’è un abisso: a Pergine c’è più aria di città, a Tione son più “duri”. A me piace l’aria di città, son contento di lavorare a Trento. Io sarei uno di quelli che Metroland (il progetto di metropolitana che collegherebbe in tempi molto ridotti le valli a Trento, ndr) lo apprezzerebbe, perché farsela in macchina tutti i giorni è pesante. Ma è facile che sarò in pensione prima che sia pronto...

Non ho particolari aspettative personali per il 2010. Sul piano extra-personale, mi auguro che la crisi economica passi, mentre per la situazione politica italiana ho meno speranze.

Carla, Borgo Valsugana

Lavoro nel sindacato, non voglio dire quale per non fare pubblicità. Quest’anno è stato molto più impegnativo dei precedenti, un sacco di lavoro in più, la crisi non ha fatto sconti nemmeno qui da noi. Sul piano politico, vedo troppa moderazione: mi sembra di essere l’unica ad aver esultato per la statuetta in faccia a Berlusconi. Se lo meritava, ecco la verità! Qui in Valsugana, il 2009 è stato da dimenticare per le questioni ambientali: è cominciato con la discarica dei veleni di Marter ed è finito col camino dei veleni di Borgo. Io, che sono sindacalista, proprio non capisco come si possa voler salvare una produzione come quella delle Acciaierie: è pazzesco! A livello personale, nel 2009 non mi è successo niente di particolare, e penso che questa sia già una buona notizia...

Nel 2010, più che aspettarmi, mi auguro che a sinistra finisca di serpeggiare la paura e si riprenda un po’ più di coraggio. Non mi aspetto invece l’uscita dalla crisi: io che il mondo del lavoro lo conosco bene, penso che la rimonta sia lontana, anche a livello locale.

Maurizio, Rovereto

Faccio il falegname da quarant’anni, e sembrerà strano, ma la crisi io non l’ho sentita. In Trentino, di piccoli falegnami artigianali ce ne son pochi, e quei pochi hanno un mercato di nicchia che ha permesso di tirare avanti bene. Non posso lamentarmi, specie se mi guardo intorno e vedo amici operai, qui nella zona di Rovereto, che a decine sono rimasti in mobilità e in cassa integrazione.

Dal 2010 mi aspetterei una svolta nelle politiche per gestire il cambiamento climatico. La questione è cruciale, e sentire in questi giorni i governi che a Copenhagen non si mettono d’accordo fa male. Poi mi auguro che il governo italiano abbandoni la strada del nucleare. Bisogna investire in ricerca nelle energie veramente pulite. Rispetto al Trentino, vorrei invece un cambio nelle politiche turistiche. Il Trentino sta diventando un negozio per i turisti. Conosco gente di fuori che mi fa notare che non è più il Trentino di una volta. Ci stiamo commercializzando. Svendiamo il territorio.

Angioletta, Molina di Ledro

Il 2009 l’ho passato tranquillo e in salute, e per chi ha una certa età come me è già molto. Sul piano politico, la situazione mi sembra pessima. L’unica nota positiva è arrivata dal mio territorio, ed è stata il referendum che ha deciso l’unione dei Comuni della Val di Ledro. La soddisfazione è grande anche perché si tratta di un’idea che, quando ho ricoperto il ruolo di sindaco di Molina nel quinquennio 1995-2000, avevo portato avanti con forza.

A maggio 2010 ci saranno le elezioni del nuovo Comune unito. Non mi ricandiderò, è ora che i giovani si facciano largo. Se vorranno consigli, li darò volentieri. In ambito nazionale, mi aspetto un PD più incisivo: mi sembra che Di Pietro abbia spesso ragione, e vada imitato di più. A livello economico, spero in una ripresa. Conosco molti, anche qui attorno, che cercano lavoro in nero per integrare la mobilità: non è una bella situazione.

Miriam, Trento

Sono un’insegnante di matematica e scienze alle scuole medie, e nel 2009 mi è capitata un’esperienza entusiasmante: ho fatto da referente per un progetto IPRASE per lo sviluppo di una didattica di laboratorio. I ragazzi partecipanti dovevano risolvere problemi in maniera scientifica, dando risposte scientifiche, magari lontane dal senso comune. Ad esempio, come distinguere un vivente da un non vivente? Lei lo sa? La risposta è dettata dal senso comune, ma i ragazzi dovevano trovare quella scientifica. Fare ipotesi e verificarle sul campo. Ecco perché del 2009 la cosa peggiore per me è stata la riforma Dalmaso, che i laboratori li vuole tagliare. È una cosa inaccettabile, non si può buttar via uno strumento dal valore formativo così elevato.

Fino alla fine di quest’anno scolastico continuerò a lavorare su questo progetto. Poi il prossimo tornerò in aula, e mi chiedo già oggi con un po’ di timore se sarò in grado di gestire sulla singola classe le nuove competenze che ho acquisito. Il 2010 risponderà a questa domanda.

Federica, Trento

Il mio 2009 è stato buono. Il lavoro è rimasto, nonostante i venti di crisi, la salute mi ha assistito, la famiglia mi ha dato la consueta soddisfazione e serenità. Un anno vissuto in dimensione privata e con gli amici veri, impostato alla consueta moderazione, e sulla riflessione, visti i cambiamenti in corso nel mondo in cui viviamo. Anche quest’anno ho mostrato pochissimo interesse alla politica, sia locale che nazionale.

Nel privato mi auguro che la tranquillità prosegua anche nel 2010 e che si possa continuare a progettare, e non solo giorno per giorno. A livello politico-sociale, rimango sfiduciata: credo che l’individualismo e l’egoismo continueranno a spadroneggiare.

Ester, Salorno

Il 2009 mi ha portato una bellissima nipotina e a una decisione di cui vado fiera: col passaggio al digitale io non ho comprato il decoder, e dal 24 ottobre vivo, finalmente, senza televisione.

Per il 2010 mi auguro che qualche essere soprannaturale trasformi in spiritelli maligni le espressioni “vero cambiamento”, “alternativa reale” e “svolta decisiva” sulla bocca di chi le pronuncia fondando partiti e partitini; che trasformi in essere putrescente chi usa in ambito pubblico concetti privati come “odio” o “amore” (ogni riferimento non è occasionale); che la politica finisca di arrancare dietro i cambiamenti della società; e, infine, che si riacquisisca il gusto per la noia e per l’essere da meno.

E di Qt cosa ne pensate?

Aldo

Sono abbonato a voi e al Manifesto da anni. La TV non la guardo molto. QT è fondamentale per l’approfondimento. È un giornale che ha una buona impostazione, da sempre. Provate a dire sempre le cose come stanno, per questo vi apprezzo. Ma vi chiedo un favore: datevi una regolata con quei colori, perché gli anziani fan fatica a leggere!

Leonardo

Ho iniziato a leggere saltuariamente QT da giovanissimo, quando andavo alle superiori. Adesso ho deciso di abbonarmi, anche perché ho apprezzato molto il cambiamento che avete fatto. Il motivo per cui vi leggo, da sempre, è che siete scomodi. Siete gli unici a fare giornalismo d’inchiesta in Trentino. Pezzi come quello sui soldi del vescovo sono da manuale del giornalismo. Ma apprezzo anche le cose più leggere, come l’ironia e la satira delle ultime 2 pagine, che legge anche mia mamma. Un consiglio per migliorare? Ve ne do tre: fatevi conoscere di più, coinvolgete di più i lettori nella costruzione del giornale e, soprattutto, rompete le scatole sempre più di quanto già facciate!

Maria Grazia

Non conoscevo il vostro giornale. Sono una che non legge molto i giornali. Mi ha regalato l’abbonamento Nadia due anni fa, per Natale. È stato un bel regalo. QT è diventato il mio legame con la realtà locale, altrimenti, uscendo poco a causa della mia malattia, ne saprei assai meno. Apprezzo soprattutto le inchieste, mi interessano meno le pagine culturali, ma forse è perché non ho granché modo di uscire a vedere gli spettacoli che presentate. Le pagine umoristiche finali sono un’aggiunta preziosa. E poi c’è la rubrica di Nadia, ma sono di parte e non faccio testo. Del rinnovamento di QT ho gradito soprattutto il tentativo di variare di più gli argomenti. In particolare, apprezzo molto i pezzi che guardano alla realtà extra-provinciale, e quelli che non parlano di politica.

Armando

QT lo leggo da anni. Negli anni ‘70 son stato militante di sinistra, in QT mi sono sempre ritrovato a livello di idee e valori. Prima però non ero abbonato, poi quest’anno ho deciso di fare un bel biennale, perché come vi siete rinnovati mi piacete ancora di più. Apprezzo soprattutto gli articoli di Ettore Paris, che è un mio punto di riferimento. E poi le inchieste. Quella sulla finanziaria della Curia mi ha sbalordito. E chi ce le poteva dire certe cose se non QT? Nel mio piccolo, cerco di farvi pubblicità come posso. Lo leggo nelle pause sull’autobus, lo mostro ai colleghi. Ho fatto abbonare mia sorella. E mia moglie, che prima non lo conosceva, adesso legge QT appena arriva, prima di me. Io lo inizio e lo finisco senza neanche accorgermi, come succede coi bei libri.

Carla

Sono abbonata a QT da quest’anno, prima lo compravo in edicola. Ma ho preso al volo la vostra promozione, e insieme a me ho fatto abbonare un amico. La prima cosa che leggo è la rubrica di Nadia Ioriatti, apprezzo molto il modo con cui affronta la sua malattia, il suo punto di vista molto personale sulla vita. Nel 2009 avete fatto delle gran belle inchieste: ricordo in particolare quelle su inceneritore, Curia e porfido. Non ho molto apprezzato quella sull’amore al tempo di Facebook, ma è più che altro per mancanza d’interesse personale...

Maurizio

Sono abbonato da una decina d’anni. QT mi piace perché è un giornale che non molla, sta nei fianchi a chi di dovere, senza timori reverenziali. Ho apprezzato molto gli articoli sul caso-Cogo, oppure quelli sull’urbanistica di Trento. Quando Dellai ha detto che siete un giornale pornografico ha sbagliato di grosso, e lo dice uno che lo ha anche votato. Validissima l’inchiesta sui soldi del vescovo, mi ha dato argomenti con molti amici cattolici, anche preti. Un consiglio? Date una regolata alle Poste, a maggio e giugno ho perso due numeri del giornale per colpa loro...

Angioletta

Sono abbonata da una quindicina d’anni. Leggo QT sempre volentieri, è uno sguardo sul Trentino che se non ci fosse lascerebbe un vuoto. Anche se ogni tanto gradirei un po’ più di moderazione: gli attacchi alla povera Cogo non li ho approvati. E tornate a far scrivere Ballardini!

Miriam

Apprezzo QT perché è una voce critica, schierata ma mai faziosa. Il vostro giornale è un amico che mi aiuta a fare il punto della situazione e a recuperare quel che mi ero persa per strada. Peccato non riuscire a volte a leggerlo tutto per mancanza di tempo...

Federica

Di QT apprezzo soprattutto gli articoli d’inchiesta: li trovo originali, di spessore, autorevoli. Bella la nuova grafica anche se per me non era fondamentale: m’interessano di più i contenuti. Saggia la scelta del passaggio da quindicinale a mensile.

Ester

Vivo in Sudtirolo, ma sono molto legata al Trentino, dove ho studiato e ho molti amici. QT mi permette di mantenere saldo questo legame. Il giornale mi piace, ma vi do 4 suggerimenti per migliorare: strigliate le Poste perché non sempre arriva puntuale, pubblicate solo lettere firmate, citate meglio i riferimenti bibliografici nei vostri articoli e soprattutto, quando criticate, fate sempre proposte alternative.

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