La beffa dell’otto per mille
La notizia è apparsa solo su qualche giornale, ma come una meteora è subito scomparsa. Di certe cose è bene non parlare, così è di norma in Italia. Fra queste, le cose che riguardano la Chiesa come potere. Abbiamo saputo che se da contribuenti destiniamo l’otto per mille alla Chiesa, questo le viene regolarmente versato, ma abbiamo incredibilmente appreso che anche ciò che devolviamo a favore dello Stato per finalità umanitarie, volontariato e opere laiche, finirà nelle mani della Chiesa. È quanto prevede il decreto n° 121 già approvato dalla Camera e che attende di essere approvato dal Senato. Così, quello che il contribuente deciderà non avrà alcun valore: i soldi andranno, comunque, ad impinguare il cosiddetto tesoro di S. Pietro.
La genesi di questa autentica truffa risiede nella trasparente strategia di Berlusconi di riconquistare le simpatie vaticane, compromesse dal caso Boffo, a cui è seguita, fra l’altro, in occasione della Perdonanza, la negata passerella del Cavaliere in veste di unto del Signore. Se i contribuenti saranno ingannati e turlupinati, a meno di un sussulto senatoriale, c’è chi pagherà con la vita: gli affamati del mondo. Dei 44 milioni dell’otto per mille devoluti allo Stato è stata destinata alla fame nel mondo una cifra ridicola, vergognosa: solo il 2% del totale, 814.000 miserevoli euro.