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La targa revisionista

Giorgio Jellici

Caro direttore, poiché la seguente lettera, che inviai il 13 maggio 2007 – raccomandata - al Sindaco di Moena, non ebbe alcuna risposta, ti sarei grato se venisse pubblicata su QT. Eccola:

"Egregio signor Sindaco, di passaggio l’altro giorno a Moena vidi che la targa stradale finora esistente ‘Via Richard Löwy, vittima dell’odio razziale’ fu sostituita con ‘Via Riccardo Löwy, (1886-1944), cittadino onorario’.

Richard Löwy

Mi permetta, egregio signor Sindaco, di farLe notare che i dati della nuova targa sono in parte anagraficamente errati e storicamente incompleti.

Anagraficamente errati: l’ing. Löwy si chiamava Richard, solo Richard, non Riccardo. Con l’avvento delle leggi razziste del Fascio, nel 1938, si "italianizzarono" i nomi - vedi ad esempio i documenti della Prefettura di Trento circa l’arresto dei Löwy nel 1940 (p. 179 e seg. del mio libro su questo tema, dove si scrive "Riccardo" e "Giovanna Löwy", ecc. ecc.). Fu uno dei mille soprusi della dittatura fascista, che già dal 1922 aveva costretto i sudtirolesi ad "italianizzare" i loro nomi e cognomi.
Ora, se noi oggi continuiamo a praticare – seppur inconsciamente - lo stesso linguaggio razzista, chiamando "Riccardo" l’ing. Löwy, invece di onorarne la memoria perpetuiamo l’ingiuria infertagli dal Fascismo: l’ing. Löwy nacque, visse e fu assassinato come "Richard", non come "Riccardo".

Storicamente incompleta: l’informazione "cittadino onorario" sta bene (corrisponde alla verità). Ma l’altra verità - indimenticabile! - è che l’ing. Löwy fu assassinato nelle camere a gas di Auschwitz, solo perché era ebreo. E fu da questa barbarie che partì nel 1983 la nobile e tenace iniziativa dell’allora Assessore alla Cultura, poi Sindaco di Moena, Giandomenico Magalotti, d’intestare la via principale del paese a "Richard Löwy, vittima dell’odio razziale": Moena ed i suoi ospiti non potevano infatti ignorare il martirio di quel galantuomo, cittadino onorario del paese. Togliere oggi quest’informazione dalla targa stradale significa sopprimere la ragion d’essere della targa stessa e creare l’oblio proprio là dove obbligo morale di tutti è ricordare.
Mi permetto quindi di "supplicare" il Comune di Moena affinché sostituisca al più presto l’attuale targa con una più giusta che reciti "Via Richard Löwy (1886-1944), cittadino onorario, vittima dell’odio razziale" (lascio agli esperti la traduzione in ladino).

Moena non può permettersi pressappochismo con il destino tragico dell’ing. Löwy."

Fin qui la lettera al Sindaco di Moena che non ha avuto risposta.

Infine un’osservazione - rivolta soprattutto ai cittadini di Moena: i caduti di Moena durante la Grande Guerra furono 67: ci si è mai chiesto a Moena quanti essi sarebbero stati se il Comandante Löwy – trasgredendo gli ordini di Vienna – non avesse obbligato in paese diecine di giovani e di uomini a lavorare nella sua Bauleitung,invece di lasciarli andare a morire "da eroi" in Galizia?

Ed è con una targa sbadata e revisionista, con una mezza verità, che il paese oggi vorrebbe onorare la memoria di "Richard Löwy, vittima dell’odio razziale"? Non ci posso ancora credere.

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In altri numeri:
“Richard Löwy, un ebreo a Moena”

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