L’Italia s’è desta?
Patriottismo e danni collaterali.
Mondiali: per una volta ci piacerebbe dire la nostra anche sull’aspetto tecnico della questione, entrare nel merito del gioco che si è visto. Ma conoscendo lo snobistico disinteresse di molti nostri lettori per queste cose, ci limitiamo a deplorare l’assurdità dei "voti" che i quotidiani assegnano ai calciatori al termine di ogni partita, stabiliti in base al criterio per cui i perdenti hanno comunque giocato peggio. Fino all’assurdo di scrivere giustamente (la Repubblica) che quella di Totti è stata "una finale mondiale giocata da fantasma", salvo poi premiarlo con un 6, mentre il francese Ribery, che ha fatto vedere i sorci verdi ai nostri difensori, si è ritrovato con un 5.5. Ma torniamo alle cose serie.
Dunque, grazie a Lippi & C. abbiamo recuperato l’unità nazionale, l’orgoglio patriottico, l’entusiasmo per il tricolore e l’inno di Mameli. E pazienza se nel cortile di Palazzo Chigi i nostri gladiatori si ostinavano a cantare "stringiamoci a corte": impareranno.
E pazienza per i danni collaterali provocati dal rinato amor di patria: "un’auto incendiata", "qualche tafferuglio davanti al cinema Modena", "qualche specchietto rotto e ammaccature alle portiere delle auto in via Borsetti, una vetrina spaccata e due ventenni feriti", "un paio di tamponamenti, una manciata di cartelli stradali razziati", "qualche cassonetto ribaltato", " motorini presi di mira e demoliti, con specchietti e parafanghi spariti nel nulla", "finestrini in frantumi, tetti di automobili in sosta ammaccati", "vandali e ladri in piscina". Al che potrei aggiungere per testimonianza personale – ma qui siamo alle minuzie – un bel po’ di vasi di fiori dell’arredo urbano spaccati o rovesciati, nonché un apparecchio elettronico per l’apertura automatica del portone sradicata dal muro davanti alla redazione di QT. Cose di questo genere – leggiamo sul Corriere del Trentino – "erano da mettere in conto".
In giro per l’Italia è successo lo stesso, più qualche carica poliziesca, gli insulti ai francesi, un’incursione neonazista nel ghetto di Roma, qualche infarto, un anziano che mentre "stava issando il tricolore su un palo, è precipitato in un dirupo di 8 metri ed è morto sul colpo"… Danni collaterali, appunto: l’essenziale è che "il calcio unisce, rende tutti amici". Saranno d’accordo i genitori di quel sedicenne svizzero di Vevey ridotto in fin di vita da alcuni immigrati italiani perché aveva esultato al gol su rigore di Zidane?
E’ stata "una goduria incredibile", "nemmeno quando ci sposammo la gioia fu tanta, nemmeno quando nacque il primo figlio" (L’Adige).
Sono lontani anni luce i tempi in cui La Repubblica non usciva di lunedì, giorno dedicato in larga misura alle cronache calcistiche: all’indomani della vittoria italiana, le prime 30 pagine del quotidiano ricamavano in tutti i modi possibili sull’evento; e 20 pagine il giorno dopo. Stesse cifre per il compassato Corriere della Sera.
Qualche squarcio descrittivo. Il punto da cui si battono i rigori è "un piccolo cerchio di gesso, lo chiamano dischetto e invece è un pozzo. C’eravamo caduti tante di quelle volte da non contarle più".
Pirlo: "Un ragazzo con la faccia perennemente assonnata, uno che fa dell’impalpabilità il suo tratto classico. Un alieno? Un imbambolato? Un filosofo?"
Materazzi che va a battere il suo rigore: "Ma già si avvia verso il pozzo quella cosa lunga, alta e cattiva di nome Materazzi". Questo è Maurizio Crosetti su La Repubblica. E sullo stesso giornale, l’illustre Vittorio Zucconi sostiene che gli italiani amano questi giocatori "non perché sono bravi, ma proprio perché sono cattivi, giocano male, addirittura malissimo... E’ stata la rivincita degli asini sui professori, la favola di Pinocchio che resta quel meraviglioso discolo che faceva disperare Geppetto e disobbediva all’insopportabile grillo parlante. Ieri sera abbiamo potuto gridare la verità, che ha vinto il lupo, hanno perso i porcellini francesi, la strega cattiva ha sposato il principe, Cenerentola torna a casa... Un mondiale perfetto perché brutto, storto e contorto com’è il calcio di oggi".
Fra tante enfasi e balordaggini, vogliamo ricordare l’eretica voce isolata che su La7 cercava di spiegare l’eccezionale partecipazione popolare all’evento col desiderio, prepotentemente cresciuto negli ultimi anni, di esserci, indipendentemente dalla natura dell’evento e con l’illusione di essere non solo testimoni, ma quasi artefici di un momento storico del quale mille telecamere testimonieranno l’eccezionalità. Ed ecco che eventi diversi, dalle manifestazioni per il G8 a Genova alle adunate di papa Wojtyla, al raduno sindacale di Cofferati a Roma, fino alle celebrazioni per la vittoria ai mondiali si assomigliano in questo: in un gigantismo che in altri tempi, pur di maggior impegno sociale, era pressoché sconosciuto.
E concludiamo con un commosso pensiero di solidarietà per la signora Italia Francia di Bagnacavallo (Ravenna), che nei giorni scorsi pare abbia subito molestie di ogni genere.