Moderni, ricchi e spreconi
Forse si va diffondendo una nuova immagine del Trentino, non del tutto positiva. Colpa dei giornali? Non solo...
Prendiamo come esempio i veneti: nell’immaginario nazionale, ben rispecchiato dalla produzione cinematografica, erano classicamente originari di quella regione il soldatino di leva un po’ tonto e la servetta ingenua. In tempi successivi, più correttamente anche se in modo parimenti stereotipato, il Veneto è stata la patria di una borghesia ipocrita e bigotta. Quindi (è storia recente) il Veneto ha significato soprattutto Lega e modello economico del Nord-est, cioè piccoli imprenditori con un culto ossessivo del lavoro e del guadagno. Un’immagine che già va sbiadendo con la crisi travolgente di quel modello.
E i trentini, come vengono visti? L’alpino col fiasco in mano, che magari canta in coro, è storia vecchia, un’immagine, per di più, che condividiamo con i friulani e con gli stessi veneti. In sostanza, a livello nazionale, il Trentino (come popolazione, se non come territorio) è abbastanza sconosciuto. C’è, per la verità, una qualche idea di corretta amministrazione e di rispetto per l’ambiente (ognuno giudichi da sé fin dove fondata), che però da qualche tempo sta sbiadendo, sommersa da una serie di notiziole comparse sulla stampa nazionale che tratteggiano una provincia molto "moderna", ricca, spregiudicata e sprecona.
Colpa di giornali maliziosi alla facile ricerca del colore? Anche; ma con la fattiva collaborazione dei politici nostrani e delle loro trovate.
Per non andare troppo indietro nel tempo, ricordiamo i servizi sul gran viaggiare del presidente del Consiglio provinciale Bezzi (Dalla Cina con furore) e sul disinvolto utilizzo dei fondi assegnati ai gruppi politici della Provincia, che si possono tranquillamente spendere anche per comperare cravatte e televisori.
E nei giorni scorsi, ecco altri due episodi.
Il primo riguardava i 6 autisti a disposizione di Dellai & assessori, che stanno svolgendo all’autodromo di Varano (Parma) un corso di "guida sicura" al costo di 1.400 euro a testa, con l’obiettivo di "migliorare la capacità di guida ed il controllo della vettura". Mentre rimandiamo alla rubrica "Quindici giorni" per un approfondimento "serio" su questa storia (Sei piloti per il presidente Dellai), vediamo come la notizia, comparsa sul Trentino del 14 giugno, viene ripresa una settimana dopo da Repubblica, che allarga il discorso incentrandolo su Dellai: "Ci sono politici di serie A e politici di serie B. Lorenzo Dellai… appartiene indubbiamente alla prima categoria. (…) L’anno scorso, quasi in coincidenza col cambio di auto di Berlusconi, Dellai ha provveduto a svecchiare il parco… passando dalle comode poltrone dell’Audi 6 ai fantastici sedili dell’Audi 8, la stessa che ogni giorno entra nel portone blindato di Palazzo Chigi. Come Berlusconi c’è solo Dellai. Anche i ministri importanti… devono accontentarsi di vetture un pochino meno impegnative… Certo, ognuno a casa sua si comporta come vuole e se può permetterselo, spende come gli pare i suoi soldi. A Dellai l’auto è costata 78.171,59 euro, Iva e supporto lombare compresi". Ma c’è di più: "A differenza persino del Presidente del Consiglio, la sua vettura… non ha la targa distribuita dalla Motorizzazione, ma una speciale della Protezione civile (PC) e un numero. Indovinate quale. Esatto, il numero uno".
E’ stata poi la volta della trasferta a Bruxelles, organizzata dall’assessore regionale agli enti locali, Adelino Amistadi, per tutti i 223 sindaci trentini, notizia che il Trentino del 23 giugno così riassume nel titolo: "La Regione porta tutti i sindaci a Bruxelles. Viaggio di studio per i 223 amministratori. In quattro scaglioni e hotel a 5 stelle". Un viaggio di studio per "impratichirsi di come funziona Eurolandia".
L’indomani, lo stesso Amistadi fa una serie di precisazioni che ridimensionano l’episodio: "L’invito è a tutti (i 223 sindaci, n.d.r.), ma finora se ne sono presentati 54". Le camere sono forse di un hotel a 5 stelle, ma ci sarà lo sconto: tutte a 2 letti, costeranno solo 59 euro. I partenti, poi, pagheranno di tasca loro buona parte dei biglietti aerei (200 euro su 270) Insomma, "non è una gita. L’invito vale solo per i sindaci. Niente moglie, niente vice, niente presidenti di comprensorio. Anche le cene dovranno pagarsele".
Lo stesso giorno, ecco sull’argomento l’articolo di Repubblica, che però non riporta i chiarimenti di Amistadi, e che quindi può sparare: "Sindaci trentini a scuola d’Europa, volano in 223, paga la Regione… Quattro giorni a spasso per Bruxelles, dove alloggeranno all’hotel Renaissance, 5 stelle, tariffe da 85 a 250 euro".
Il giornale dà invece ampio spazio all’improbabile dietrologia del leghista Denis Bertolini, che sul Trentino aveva dichiarato: "Il centro sinistra, dopo aver ceduto alla volontà della SVP sulle indennità dei nuovi sindaci (una recente legge aveva respinto la richiesta dei sindaci trentini di farsi raddoppiare gli stipendi per equipararli a quelli dei colleghi sudtirolesi, n.d.r.), cerca ora di accattivarsi le loro simpatie omaggiandoli con un viaggio".
Una interpretazione balorda: sia perché la forza corruttiva di un viaggio a Bruxelles ci pare pressoché nulla; sia soprattutto perché – come ci informano i quotidiani del 29 giugno, l’aumento dei soldi ai sindaci probabilmente arriverà, in autunno. E con l’aumento, qualche prevedibile - giustificato - sarcasmo