“Gli Incredibili”
Satira sociale centrata e nuovo livello di tecnologia digitale i punti forti del gusotso cartoon di Brad Bird.
Avvistare dal vivo una famiglia felice sta diventando un’esperienza sempre più rara. Per fortuna, in nostro soccorso giungono come al solito i media, che hanno creato due-tre zoo-safari dove si può ancora ammirare questa specie, benché in cattività. Zoo-safari dove l’avvistamento è sicuro sono: senza dubbio, per primo, quello pubblicitario; poi, in gran parte, quello televisivo (anche se ospita sottospecie molto diverse, da Nonno Libero al Grande Fratello); e infine, con un grosso successo recente, le storie di animazione targate Dreamworks e Disney-Pixar.
"Gli Incredibili" è un film che ci mostra la resistenza della famiglia tradizionale, sottoposta a strattoni e stiracchiamenti, costretta a dimostrarsi elastica come la protagonista Elastigirl ma pur sempre capace di essere felice. La famiglia di (ex) supereroi messa in campo dagli sceneggiatori, oltre che felice, è tipologicamente perfetta: il padre è un macistone che di suo sarebbe molto forte ma è costretto a controllarsi; la madre, appunto, una donna elastica la cui dote si dimostra utile non solo quando si tratta di interpretare la supereroina ma anche, più prosaicamente, per svolgere bene il lavoro flessibile di mamma e di casalinga; la figlia è un’adolescente dark che sfiora l’anoressia (e infatti il suo superpotere è diventare invisibile); Flash un bambino sfuggevole e imprendibile; c’è infine un super-neonato che rimane un oggetto misterioso fino alla conclusione del film.
La satira de "Gli Incredibili" va a pungere con uno spillo un bel po’ di punti deboli. I vecchi supereroi sono costretti al pensionamento anticipato perché entrano in conflitto con tutta una serie di grane tipiche degli anni Duemila: si attirano contro un vortice di cause legali intentate da chi non aveva nessuna intenzione di essere salvato; si trovano invischiati nelle cervellotiche leggi sulla tutela della privacy; si rendono conto che (dopo il Patriot Act?) non si può più andare in giro mascherati.
Questa nuova morale sociale sta con tutta evidenza producendo tragicomiche aberrazioni.
Nel film è rappresentato, in modo leggero, anche il declino e l’avviluppamento del divismo contemporaneo: il cattivissimo nemico degli Incredibili è un fan frustrato, che arriva a volere la morte di Mister Incredibile, il suo idolo. A questo proposito, fuori dal mondo di quelli che una volta si chiamavano cartoni animati, va notato come i media siano riusciti ancora una volta a imbrigliare questi invidiosi impulsi para-omicidi nei confronti di gloria e successo convogliandoli nella sublimazione dei reality show a sfondo sadico ("L’isola dei famosi", "La talpa", "La fattoria").
Oltre a questi spunti satirici, che colgono nel segno, è gioco facile per il film portarci in dimensioni fantastiche inarrivabili per i film recitati in vere location da veri attori: l’animazione non pone alcun limite alla fantasia creativa, che può sbizzarrirsi inventando isole vulcaniche, mostri velocissimi, scene d’azione mirabolanti. La tecnica (e il computer) non finiscono più di stupire, e giustamente gli autori de "Gli Incredibili" si vantano di aver raggiunto un livello di perfezione mai toccato prima: "Fino a ieri nessuno - dice il regista Brad Bird - avrebbe osato chiedere a un esperto del settore di creare al computer un personaggio umano con così tanti dettagli: coi capelli che uno per uno rispondono al movimento del resto del corpo, muscoli che si gonfiano stirando la pelle, vestiti che si adattano piega per piega ai movimenti del corpo e la pelle del viso che crea le espressioni del personaggio". Fa poi sorridere sentir dire subito dopo dal produttore del film che questo primato durerà pochissimo: "La tecnologia utilizzata per realizzare questo film verrà superata in pochi mesi. L’importante è che la storia e i personaggi entrino nei cuori della nuova generazione, proprio come sono entrati nei nostri i cartoni animati della Disney tanti anni fa".
In un’epoca in cui - come diceva Marshall McLuhan - una tecnologia, se funziona, è obsoleta, gli autori de "Gli Incredibili" riconoscono dunque l’importanza di infondere un’anima alle deliziose creature uscite dai loro hard disk. Il rischio è altrimenti quello di fare la fine del mega-esperimento da 120 milioni di dollari "Polar Express", diretto da Robert Zemeckis, ultimo grido nel campo dell’integrazione tra attori di carne e invenzione digitale. Eppure, a giudicare dal trailer, il film ci sembra visivamente triste e plastificato: è talmente nuovo da non risultare obsoleto, e infatti non funziona. Al Tom Hanks digitalizzato non si può non preferire quello analogico.
Alla fine delle avventure super-umane de "Gli Incredibili", torna comunque a galla il vecchio dilemma di Bertolt Brecht: è sventurata la terra sprovvista di eroi o quella che ha bisogno di eroi? A chi propende per questa seconda tesi non resta che andare al cinema a gustarsi il nuovo film di Shrek, il già mitico orco verde che della bandiera dell’eroismo fa l’uso che Bossi consigliava di fare della bandiera italiana.