Un Trentino da 600.000 abitanti?
L’Istat e più ancora il Servizio Statistico della Provincia prevedono un clamoroso aumento demografico. Ci dobbiamo credere? E quali sarebbero le conseguenze? Il fenomeno, si può governare?
Il Trentino rischia un’esplosione demografica incontrollata nei prossimi 25 anni. A qualcuno questa frase potrebbe apparire poco credibile: non si parla infatti con allarme di crescita zero, di mancanza di bambini, di invecchiamento della popolazione?
In realtà, stando ai dati di due fonti diverse, nel 2030 il Trentino potrebbe addirittura sfiorare i 600.000 abitanti con una crescita in percentuale di più del 20% rispetto al 2002.
E il fatto più importante risiede nella futura struttura della popolazione trentina, poiché questo incremento demografico non sarà causato principalmente dall’aumento delle nascite (saldo naturale), ma dall’immigrazione dall’estero, da altre regioni d’Italia e dall’allungamento della vita media. In pratica i trentini autoctoni saranno per lo più anziani, mentre la popolazione giovane costituirà un melting pot di persone immigrate nella nostra terra, considerata dal resto degli italiani, e non solo, un Eldorado sotto le Dolomiti.
Sembra che nessuno si accorga di questo. Il dato si rileva più preoccupante considerando il fatto che questi nuovi abitanti si riverseranno nella Valle dell’Adige e nella Valsugana; si rischia così un cambiamento irreversibile della conformazione umana ed ambientale lungo il corso dell’Adige creando una città diffusa da Mori fino a Mezzolombardo. Un impatto antropico insostenibile per una valle stretta e delimitata da alti rilievi.
Ma dobbiamo davvero credere a questo scenario? Cosa implicano questi dati demografici? E soprattutto: si può governare questo fenomeno o dobbiamo attendere inermi la piena?
Vediamo di capire meglio.
Incominciamo dalle fonti. Abbiamo la fortuna di possedere una serie di previsioni elaborate da due organismi diversi e tra loro indipendenti. Da un lato abbiamo le stime dell’andamento demografico che l’ISTAT elabora per ogni provincia italiana: in particolare sono offerte una stima di andamento minima , una massima ed una media. Tutti i dati sono consultabili in rete all’indirizzo www. demo.istat.it.
La seconda fonte proviene dal Servizio Statistica della Provincia Autonoma di Trento, che nel giugno 2001 presentava lo studio "Evoluzione della struttura demografica in provincia di Trento dal 1972 al 2032", elaborato con il modello Strudel 2000 (Struttura Demografica Locale) a cui abbiamo accennato in un precedente articolo sulla Valdastico (PiRuBi: la mobilità creativa di Silvano Grisenti). Questo documento è consultabile al sito Internet www.provincia.tn.it/statistica. Quest’ultimo studio, che per comodità chiameremo semplicemente Strudel, desta qualche perplessità sia per la previsione francamente elevata e abnorme di crescita demografica in Trentino (al 2030 una cifra maggiore della più alta previsione dell’ISTAT), sia per l’utilizzo pro Valdastico che la Giunta provinciale ha fatto dello Strudel. Stando però alle considerazioni che accompagnavano lo studio, realizzate con la consulenza di Enzo Migliorini, la previsione, soprattutto per quanto riguarda i flussi migratori, rischia di essere sottostimata. "Questa volta - afferma lo studio a pag. 14 - il pericolo è quello di un’eccessiva attenuazione delle tendenze in atto, ma questo più che un pericolo dovrebbe essere visto come un elemento di prudenza". Quindi 584.321 abitanti previsti nel 2030 rischiano di essere sottostimati.
Tabella 1 | |||||||||
Confronto previsioni ISTAT e STRUDEL 2002-2030 Trentino | |||||||||
Hyp | 2002 | 2010 | ? 2010/02% | 2020 | ? 2020/10% | 2030 | ? 2030/20% | ? 2030/02% | |
ISTAT | |||||||||
minima | 483.157 | 495.665 | 2,59% | 497.585 | 0,39% | 491.473 | -1,23% | 1,72% | |
media | 483.157 | 503.969 | 4,31% | 518.238 | 2,83% | 529.557 | 2,18% | 9,60% | |
massima | 483.157 | 511.597 | 5,89% | 543.354 | 6,21% | 578.111 | 6,40% | 19,65% | |
STRUDEL | |||||||||
483.157 | 511.341 | 5,83% | 544.966 | 6,58% | 584.321 | 7,22% | 20,94% |
La tabella 1 propone un confronto tra le previsioni dell’ISTAT e quelle di Strudel nel periodo 2002-2030. I dati del 2002 sono quelli ufficiali. Dalla tabella emerge come i dati Strudel viaggiano paralleli alla previsione massima dell’ISTAT. Stando a tutte le prospettive, sicuramente la popolazione trentina crescerà fino al 2020, mentre è altamente probabile che cresca anche fino al 2030. Secondo l’ISTAT nel decennio 2020-2030 l’incremento della popolazione dovrebbe diminuire se non addirittura contrarsi nella stima più bassa, mentre per lo Strudel la corsa all’insù non dovrebbe fermarsi. Comunque, considerando le previsioni medie dell’ISTAT che dovrebbero essere molto probabili, il Trentino aumenterà la sua popolazione di quasi il 10%, con una verosimile possibilità che questo incremento sia molto, molto più alto.
Tabella 2 | |||||||||
Confronto previsioni ISTAT 2002-2030 (Trentino/Alto Adige/Val d'Aosta/Veneto/ Italia valori medi) | |||||||||
ISTAT media | 2002 | 2010 | ? 2010/02% | 2020 | ? 2020/10% | 2030 | ? 2030/20% | ? 2030/02% | |
Trentino | 483.157 | 503.969 | 4,31% | 518.238 | 2,83% | 529.557 | 2,18% | 9,60% | |
Alto Adige | 467.338 | 486.910 | 4,19% | 498.042 | 2,29% | 505.801 | 1,56% | 8,23% | |
Valle D'Aosta | 120.909 | 124.625 | 3,07% | 125.186 | 0,45% | 124.497 | -0,55% | 2,97% | |
Veneto | 4.577.408 | 4.683.155 | 2,31% | 4.722.375 | 0,84% | 4.701.595 | -0,44% | 2,71% | |
Nord Italia | 25.782.796 | 26.306.290 | 2,03% | 26.163.590 | -0,54% | 25.812.621 | -1,34% | 0,12% | |
Nota: i dati Strudel sono previsti al 31 Dicembre di ogni anno mentre quelli Istat sono all' 1 Gennaio per concordare meglio le due fonti, i dati Istat del 2010 si riferiscono a quelli dell' 1 Gennaio 2011 quelli del 2020 all' 1 Gennaio 2021 e quelli del 2030 all' 1 Gennaio 2031 |
Desta grande impressione, come testimonia la tabella 2, che il Trentino sia la provincia italiana con il più elevato aumento percentuale della popolazione. Il confronto con altre realtà italiane, stando ai valori medi proposti dall’ISTAT, parla chiaro: il Trentino, forse per la sua realtà (effettiva o propagandata, ciò non importa) di isola felice, sarà il luogo di residenza più ambito, inseguito solo dall’Alto Adige. Un’altra realtà alpina come la Valle d’Aosta aumenterà in percentuale solo di un terzo rispetto al Trentino diminuendo di popolazione nel decennio 2020-2030. Stessa sorte toccherà al Veneto; mentre il Nord Italia nel suo complesso comincerà a calare già nel 2010 arrivando, alla fine del trentennio preso in considerazione, a una crescita dello 0,12%, praticamente crescita zero. Se poi si considera che il Trentino crescerà percentualmente nove, dieci volte di più che il Nord Italia, i conti devono necessariamente far riflettere.
Nella nostra Provincia è presente il fenomeno dell’aumento delle nascite in maniera superiore alle altre parti del Nord Italia, ma certamente non in modo sufficiente a giustificare questo divario; in Trentino la vita media aumenterà, ma è inverosimile che aumenti solo da noi o che in Veneto e in Valle d’Aosta si viva di meno.
Terza considerazione: gli immigrati stranieri saranno un fenomeno in crescita costante e diffusa, ma è difficile pensare che i migranti in cerca di lavoro preferiscano in massa il Trentino piuttosto che stabilirsi in Veneto o in qualche altro luogo del Nord, dove in fondo c’è più possibilità di lavoro (per ora) e non si vive poi così male. Quindi da dove viene questo aumento della popolazione in una percentuale così diversa dal resto del Nord Italia?
Bisognerebbe chiederlo a qualche esperto di flussi migratori poiché dai semplici dati è difficile dedurre le cause di fondo, ma empiricamente basta girare un po’ per la città e le valli per rendersi conto che, oltre a sentir parlare lingue nuove e sconosciute, ci si accorge di diversi accenti italiani, segno di immigrazione di connazionali. Probabilmente il movimento interno dall’Italia al Trentino, per studio, per lavoro o per altro, incide pesantemente su questa asimmetria così evidente. Chi giunge in Trentino, si trova bene e ci resta.
Comunque sia, anche l’evoluzione demografica elaborata con lo Strudel non va sottovalutata, anche se le cifre possono sembrare a prima vista esagerate. Nei primi due anni di previsioni (2001-2002) i dati effettivi danno ragione al modello, in quanto la popolazione è realmente aumentata.
Tabella 3 | |||||||||
Confronto previsioni STRUDEL 2002-2030 Comprensori del Trentino, Comune di Trento | |||||||||
Comprensorio | 2002 | 2010 | ? 2010/01% | 2020 | ? 2020/10% | 2030 | ? 2030/20% | ? 2030/02% | |
Trentino | 483.157 | 511.341 | 5,83% | 544.966 | 6,58% | 584.321 | 7,22% | 20,94% | |
B.Valsugana e Tesino | 25.694 | 27.343 | 6,42% | 29.566 | 8,13% | 32.263 | 9,12% | 25,57% | |
Alta Valsugana | 46.602 | 50.259 | 7,85% | 55.696 | 10,82% | 62.004 | 11,33% | 33,05% | |
Valle dell'Adige | 160.948 | 168.563 | 4,73% | 176.927 | 4,96% | 186.580 | 5,46% | 15,93% | |
Comune di Trento | 106.190 | 109.775 | 3,38% | 113.044 | 2,98% | 116.769 | 3,30% | 9,96% | |
Valle dell'Adige (-Trento) | 54.758 | 58.788 | 7,36% | 63.883 | 8,67% | 69.811 | 9,28% | 27,49% | |
Valle di Non | 37.143 | 38.880 | 4,68% | 41.306 | 6,24% | 44.338 | 7,34% | 19,37% | |
Alto Garda e Ledro | 42.955 | 46.163 | 7,47% | 50.575 | 9,56% | 55.551 | 9,84% | 29,32% | |
Vallagarina | 81.550 | 87.608 | 7,43% | 93.135 | 6,31% | 99.638 | 6,98% | 22,18% |
La tabella 3 offre alcune cifre da prendere sul serio con vertiginosi aumenti in percentuale in alcuni comprensori. L’alta Valsugana dovrebbe in meno di trent’anni aumentare di un terzo, seguita a ruota dalla zona di Riva, Arco e da tutta la Valle dei Laghi. Ma l’aspetto più significativo riguarda, come abbiamo detto in apertura, la Valle dell’Adige. Se Trento aumenterà "solo" del 10%, il resto del fondovalle, compresa la Vallagarina, crescerà di un quarto.
Morale della favola: il corso dell’Adige da S. Michele a Borghetto avrà sulle sue sponde ben 286.218 abitanti. Un’esplosione.
Secondo lo Strudel a che cosa è dovuto questo incremento e quali caratteristiche avrà la futura popolazione trentina?
E’ assolutamente evidente che l’aumento relativo delle nascite non garantirà neppure il ricambio demografico: "E’ facile intuire che ciascuna coppia dovrebbe generare mediamente 2,2 figli perché l’ammontare della prossima generazione sia pari a quello della generazione attuale. E’ vero che oggi la popolazione sta aumentando pur in presenza di un numero medio di figli per donna inferiore a due, ma ciò sta avvenendo per l’effetto combinato dell’invecchiamento e dell’immigrazione, portando quindi la popolazione non a riprodurre se stessa, ma a trasformarsi radicalmente." (pag. 11) Sempre più vecchi e sempre meno autoctoni, con quasi un nonno per un nipote oggi e due nonni per un nipote fra trent’anni.
L’immigrazione crescerà nel prossimo trentennio "da circa 2.800 persone a quasi 3.400 l’anno" (pag. 14), e di questi circa un terzo saranno stranieri e due terzi italiani. Quest’ultimo dato è di difficile stima, poiché il numero degli stranieri potrebbe essere ancor maggiore, fino ad arrivare alla metà degli immigrati in Trentino.
Di questi argomenti la politica non parla, ma è chiaro che l’aumento demografico inciderà sulle scelte strategiche del futuro. Con molti più abitanti, quante case, circonvallazioni, autostrade nuove, quante infrastrutture dovranno essere fatte? E il traffico, e l’inquinamento? Chi vivrà vedrà!