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QT n. 18, 25 ottobre 2003 Servizi

Mezzolombardo: molti incendi e poche mele

La crisi della Società Ortofrutticola Rotaliana.

La Società Ortofrutticola Rotaliana (S.O.R.) di Mezzolombardo, la più giovane delle tre cooperative che operano nella zona di Lavis e della Rotaliana, è in difficoltà. Infatti, negli ultimi anni, nonostante che sia stata sempre giustificata come una fase transitoria alla quale sarebbe seguito un sicuro rilancio, la situazione si è ulteriormente deteriorata.

Con una certa enfasi, quelli della S.O. R, ”primi in Europa”, come amavano dire, si erano fatti certificare EUREPGAP- Buone Pratiche Agricole- Eurep per rispondere ai consumatori che chiedevano maggiori garanzie di sicurezza in merito alla salubrità degli alimenti ed all’impatto ambientale e sociale della produzione. La tabellina che si riporta, pur riferendosi a dati non recentissimi, offre un quadro dal quale emerge qualche difficoltà: in particolare è evidente come ai soci sia stato distribuito un prezzo unitario inferiore alle altre due cooperative della zona. E molti soci (alcuni dei quali hanno anche tentato di far cambiare rotta alla cooperativa) se ne sono andati. Alcuni sono passati alla concorrenza mentre altri, più radicalmente e potendolo fare grazie alla buona localizzazione dei fondi agricoli, hanno deciso di passare dalle mele all’uva. A tutt’oggi i soci S.O.R. sono circa 120, rispetto ai 196 del 2001 ed ai 271 del 1999.

E’ chiaro che in parallelo al calo dei soci si è ridotta la quantità di prodotto conferito in magazzino e, a fronte di una certa rigidità dei costi fissi (mutui da restituire, interessi da saldare, manutenzione, personale da retribuire, ecc.), è automatico che i margini di guadagno si siano ristretti. Negli ultimi anni, per riempire le capienti celle frigo del magazzino, la dirigenza della S.O.R. ha fatto ricorso a contratti e convenzioni con aziende agricole di fuori provincia (Friuli), ma ciò non è servito a fermare l’emorragia. L’anno scorso, di questi tempi, il presidente che ha rappresentato l’azienda negli ultimi mandati, non si è reso disponibile al rinnovo dell’incarico ed è stato sostituito. A qualcuno quelle dimissioni erano sembrate una ritirata anche se si è sempre parlato di un naturale e fisiologico ricambio, della fine di un progetto, ecc.

La S.O.R. occupa 12 dipendenti in pianta stabile e una trentina di stagionali. Aderisce a “La Trentina”, marchio al quale fanno riferimento i produttori dell’Asta dell’Adige, della bassa Val di Cembra e della Valsugana. La maggior parte del prodotto è costituita dalla Golden Delicious (50%), dalla Starking (20%), dalla Royal Gala (8%). Negli ultimi anni il magazzino ha subito tre disastrosi (e dolosi) incendi che hanno provocato danni per svariati miliardi. Gli incendi ai cassoni non giustificano però il calo della performance, perché purtroppo, nella nostra provincia, il fenomeno degli incendi, solitamente dolosi, alle cataste degli imballaggi dei magazzini ortofrutticoli è un fenomeno ricorrente: gli episodi si sono ripetuti nella Piana Rotaliana ma anche in Val di Non e nella Val Lagarina.

Dopo il presidente, da pochi giorni se ne andato anche il direttore e quindi il segnale di crisi si è fatto più marcato. Allo stato delle cose, l’unica soluzione sembra quella della fusione con un’altra cooperativa, ipotesi sempre fin qui guardata con sufficienza se non con disgusto dagli ex amministratori. La Federazione dei Consorzi Cooperativi, la struttura di secondo grado alla quale compete la consulenza e la vigilanza sui magazzini e sulle altre cooperative associate, sta lavorando per favorire la fusione della S.O.R. con la vicina compagine dei “Cinque Comuni”. Al consorzio ortofrutticolo Cinque Comuni fanno riferimento circa 350 soci provenienti da Lavis, Giovo, Nave S.Rocco, Zambana e Trento. Il consorzio è stato costituito nel 1963: il magazzino, con celle e linea di lavorazione, è situato nel territorio di Lavis, al confine con Zambana e pur avendo effettuato un recente ampliamento della struttura, non dispone di spazio sufficiente per lo stoccaggio di tutta la produzione. La fusione con Mezzolombardo, che invece possiede celle frigo oltre le proprie esigenze, risulterebbe un ideale completamento. Il paragone tra le due compagini che fino a 6-7 anni fa erano molto simili per numero di soci, fatturato, remunerazione, ecc., è ora quasi impossibile perché l’una, piano piano, è cresciuta mentre l’altra è scivolata all’indietro. Se verranno accantonati i campanilismi e certe ambizioni del recente passato, la vicenda della S.O.R. potrà trovare una soluzione positiva.

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