Se questa è satira…
La spaccatina, lo strutto e i comizi leghisti/razzisti di Lucio Gardin.
Il tutto comincia con una notizia apparsa sull’Adige del 20 agosto, dalla quale si apprende che, per decisione della dietista del Comune, la normale spaccatina sarà bandita dalle mense degli asili di Trento e sostituita con panini all’olio. Motivazioni: lo strutto contenuto in quel pane non è raccomandabile per i bambini, e inoltre, essendo una sostanza di origine suina, va contro le prescrizioni coraniche in tema di alimentazione, e i piccoli musulmani sono numerosi nella scuola trentina.
La decisione e le sue motivazioni possono essere criticabili: si può contestare la nocività dello strutto in così esigua quantità (come fa il presidente dell’Associazione Panificatori), e far notare che ben altri sono gli alimenti dannosi per un bambino (merendine, patatine, schifezze varie); quanto alla seconda motivazione, l’Adige ricorda che "nessun genitore [musulmano] aveva mai sollevato il problema dello strutto nella spaccatina", e quindi - aggiungiamo noi - un tale atto, anziché favorire la convivenza, rischia di produrre ulteriori frizioni e malcontenti.
E difatti c’è subito chi ne approfitta. Non i soliti Boso e Divina, probabilmente ancora in ferie, ma il comico Lucio Gardin, che peraltro - se non ricordiamo male - fu candidato leghista alle elezioni provinciali del ’93.
Nella rubrica domenicale "Gardring", imprudentemente affidatagli dalla direzione dell’Adige, il nostro si scatena, dimenticando la dietista del Comune responsabile della decisione e sparando allegramente sull’incivile Islam: "E così, grazie ai musulmani, abbiamo scoperto che le spaccatine fanno male…. Trentini, sveglia! E’ questo il momento d’insegnare il Corano a scuola! Come dite? Che non conoscete nemmeno la Bibbia o il Vangelo? Ma che c’entra? Volete o no essere degli esemplari padroni di casa verso gli ospiti? Volete aiutare l’integrazione? Ed allora togliete i crocefissi dai luoghi pubblici! Abolite la luganega di maiale! Praticate la bigamia (beh, ad essere sinceri, questo è uno dei punti della legge islamica che mi trova d’accordo). Vietate la grappa e liberalizzate l’hashish (anche questo punto non è male). Coprite il capo a vostra moglie (qui, diciamo, ci vorrebbe l’opzione ‘se è brutta!’). Imparate l’arabo!… Solo facendo così, fra cinquant’anni, i vostri figli… potranno vivere l’esperienza di un mondo nuovo! Scopriranno che la lapidazione, al contrario dello strutto, non fa male, anzi aiuta a prevenire l’acne… E alla sera, rientrando a casa, parcheggeranno la moglie nella stalla, e seduti davanti al kebab penseranno a noi… Penseranno a quel tempo ormai lontano quando i trentini si ubriacavano di grappa e mangiavano spaccatine e luganega, ingenuamente inconsapevoli della differenza fra integrazione e colonizzazione".
Una decina d’anni fa, all’Adige ci stavano più attenti: quando lo stesso Gardin si espresse con analoga sensibilità nei confronti degli zingari, l’allora direttore Visetti gli replicò in questi termini: "Ci sono argomenti attorno ai quali la ricerca della battuta si giustifica solo se il tentativo di sdrammatizzare è arricchito da satira autentica e profondità di pensiero. Parlare dell’inserimento degli zingari in modo superficiale e intollerante, come fa Gardin, non serve a nessuno. Le distanze aumentano, l’odio si rinsalda… Utilizzare i nomadi per far ridere senza troppi sforzi di fantasia, e peraltro senza esiti apprezzabili è un’operazione che non fa onore...".
Stavolta niente, è qualche lettore che si incarica di ribattere: "Se il suo giornale mira a dare spazio a chiunque scrive delle scemenze, penso di poterle proporre almeno una mezza dozzina di persone in grado di scrivere gratuitamente articoli anche più idioti di quello di Gardin".
E ancora: "Almeno avrebbe potuto avvertire: ‘Quanto scritto può nuocere all’integrazione, alla convivenza e al dialogo fra le culture… Il contenuto è riservato ad un pubblico conservatore, possibilmente leghista, lievemente razzista. Astenersi cattocomunisti, anime belle, negri e compagnia’. Così ci si capiva subito".
Non manca naturalmente chi apprezza lo scritto, come un anonimo che parla incredibilmente di "sottile ironia, che evidentemente questi signori non sono riusciti a cogliere". Sono "i soliti comunisti e simili sinistroidi, che si venderanno anche l’anima per un voto in più che potrebbe venire da certi immigrati, poiché una volta stabiliti sono piuttosto prolifici, avendo la possibilità di avere un appartamento e altri mezzi di sostentamento offerti da mamma Provincia".
Lo stesso Gardin replica, invocando il diritto di satira, "che la nostra cultura non condanna a morte, come invece ha fatto la cultura islamica con Salman Rushdie… Ma forse Rushdie se l’è cercata: lo avranno visto al bar con Boso e Oriana Fallaci a bere del parampampoli: evidentemente sarà stato un leghista".
Sarebbe tempo perso cercare di far intendere a Gardin (o a Boso, o a Divina…) gli effetti deleteri di certi atti e di certi discorsi; ma almeno dovremmo metterci d’accordo sul significato delle parole e stabilire una volta per tutte che un comizio, per quanto sgangherato, non è satira.