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Sanità poco trasparente a Tione

Flora Pia Dalbon in Sala

Sono cardiopatica, e sabato 5 aprile, mi sono venuti dei dolori particolarmente acuti. Ho provato con due pastiglie del farmaco che uso in questi casi, ma il dolore non è cessato. Così, alle otto e mezzo di sera ho chiamato la guardia medica notturna, che forse non fidandosi delle mie spiegazioni e pensando che si trattasse di un dolore intercostale, per verificare la cosa mi ha premuto col pollice sul petto, in modo tanto energico e maldestro da procurarmi una frattura al 10° arco costale di sinistra. Un dolore tremendo.

Il giorno seguente, dopo una notte insonne, mi sono recata al Pronto Soccorso di Tione, dove il dott. Oliana, confermando che si era trattato di una "lesione accidentale durante una visita medica", mi ha ordinato dell’antibiotico per evitare infezioni e dell’Aulin per calmare i dolori. In effetti il dolore era (ed è) molto forte: mi impedisce di fare movimenti, di cucinare, di badare a mio marito, che ha 80 anni.

Lunedì 7 ho telefonato all’ufficio del responsabile dei medici sul territorio, dott. Reale; mi ha risposto la sua assistente, che alla mia richiesta di conoscere il nome del medico responsabile di quel capolavoro, ha risposto che l’elenco dei medici di guardia non è pubblico, e che comunque non sarebbe stata in grado di dirmi chi fosse quello venuto a casa mia. Ad una successiva telefonata, l’assistente del dott. Reale è apparsa più disponibile e mi ha fatto i nomi dei quattro medici tra i quali, a suo avviso, doveva esserci quello che m’ha rotto la costola. Ma non era possibile - ha aggiunto - individuare il responsabile, perché spesso succede che, senza avvisare nessuno, ci siano degli scambi nei turni. Una spiegazione che fatico a credere: è possibile che delle visite a domicilio non esista nessuna traccia scritta, che questi medici non debbano documentare a nessuno dove vanno e cosa fanno?

Mercoledì 9, infine, su richiesta del medico di base, mi hanno fatto una radiografia al torace (per constatare che non ci fosse stata una perforazione) e il dott. Oliana ha concluso che, insieme ai modi troppo energici di quel medico, come concausa di quanto mi era successo, poteva esserci un’osteoporosi. Affermazione che mi ha lasciata perplessa: posso sembrare una donna fragile, ma sono stata una sportiva, guidavo la motoclicletta, ho sciato fino a 5 anni fa…

Concludendo: in un primo tempo avevo pensato di soffrire in silenzio, ma poi mi sono detta che di fronte al comportamento maldestro di un medico che dovrebbe fare la guardia del corpo anziché la guardia medica, e di fronte a certe risposte sfuggenti ed evasive, era invece il caso di informare la comunità locale.

Potrei anche fare una denuncia, e in quel caso i carabinieri - così mi hanno detto - non avrebbero problemi ad acquisire le informazioni che mi sono state negate; ma non posso permettermi le spese di un’azione legale. Non voglio però stare zitta, e desidero che i responsabili della sanità trentina siano informati di quello che a volte succede nella nostra isola felice.

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