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QT n. 7, 5 aprile 2003 Servizi

Due sconfitti: il cittadino e la democrazia

La sconfortante vicenda del referendum sul polo scolastico di Moena.

Ha dell’incredibile quanto avvenuto a Moena. Il 23 marzo si è votato su una proposta di referendum popolare riguardante il progetto di rifacimento delle scuole medie del paese. Su un tema tanto importante per la collettività è andato a votare solo il 22,5% della popolazione. Un pugno nello stomaco, forse impossibile da assorbire tanto è violento, per il Comitato che da un anno si batteva contro la realizzazione di un progetto oltremodo impattante dal punto di vista archittettonico e paesaggistico. Ma è un pugno nello stomaco rivolto a quanti ancora credono nella democrazia, nel valore della partecipazione popolare alle scelte di una comunità. E’ importante riflettere su quanto è accaduto.

La giunta comunale aveva proposto di ristrutturare le scuole medie di Moena, un intervento dovuto, atteso da decenni. Prima si sono gettati al vento denari pubblici per rifare piazze, per investire negli impianti di sci, per il centro polifunzionale di Navalge. Non c’era mai stato tempo di pensare al sociale o alla formazione dei giovani.

Ed infatti è indecente nel 2003 avere ancora ragazzi ed insegnanti costretti in situazioni impossibili ed in spazi privi di ogni apertura, di possibilità di momenti ricreativi. Siamo proprio sotto una delle più belle chiese del Trentino, in pieno centro storico. Per salire alla chiesa si attraversa l’ultimo prato ancora integro, in pendenza: salendo, allo sguardo era permesso un rilassamento, uno squarcio di respiro. Proprio questo prato viene sconvolto dalla realizzazione delle nuove scuole.

In un primo momento la giunta comunale aveva addirittura pensato di inserirvi un parcheggio sotterraneo. In un paese già soffocato dalle auto, gli amministratori pensavano di farle arrivare ancor più comodamente nel cuore dell’abitato, addirittura sotto i piedi, e le bocche, dei ragazzi.

Oltre a questi dati, l’edificio progettato è proprio brutto, un ulteriore cubo in cemento a vista per Moena: dopo l’oscena palestra, dopo la caserma della polizia, dopo la vergogna Navalge, un ulteriore cubo, questo gettato nell’armonia di un angolo sereno del paese.

La giunta comunale ha reagito con determinazione all’indizione del referendum: prima costruendo confusione. Parcheggi sì, parcheggi meno, parcheggi niente. Poi rifiutando ogni proposta alternativa del comitato, ben quattro. Poi ancora minacciando la chiusura delle scuole, ormai inadeguate, per portare i ragazzi a Pozza, ovviamente per colpa dell’azione del Comitato. Poi inventando interessi di singole persone. Alla fine la perla: l’invito esplicito del sindaco di area Margherita, Riccardo Franceschetti: non andate a votare.

Siamo alla fine? Non proprio. A due giorni dal voto arrivavano nelle case lettere specifiche, a commercianti, ad albergatori, ad artigiani. Oltre ad invitare nuovamente a non votare, il sindaco chiariva come un esito positivo del referendum avrebbe chiuso ogni prospettiva per il turismo moenese: si sarebbe arrivati al collasso dell’economia.

Quella di Moena è una sconfitta per ogni cittadino che ancora crede nella democrazia. Abbiamo constatato, ancora una volta, l’arroganza di una amministrazione. Abbiamo visto, ancora una volta, quanto timore i cittadini abbiano degli amministratori che comunque hanno eletto. Paura di ritorsioni piccole e grandi, timore ad esporsi, soggezione verso i potenti o verso chi sa fare la voce grossa. Abbiamo letto nel Trentino, ancora una volta, la fragilità della democrazia nei nostri comuni.

In Consiglio provinciale c’è una qualche voce che abbia il coraggio di farsi interprete nella costruzione di nuovi percorsi, corretti, della partecipazione dei cittadini, alla gestione della cosa pubblica? C’è qualcuno che abbia il coraggio di mettere mano a leggi elettorali inadeguate, che cancellano diversità, che costruiscono soggezione, che invitano il cittadino a rinchiudersi dentro l’uscio di casa?

Queste sono le riflessioni che il risultato del referendum di Moena deve diffondere sul territorio provinciale.

Intanto la giunta comunale di Moena canta vittoria, non mostra alcuna preoccupazione per quanto seminato in negativo. E si sente autorizzata, trionfante, a riempire l’unico spazio vuoto nel centro del paese con una struttura che romperà ogni equilibrio, ogni passaggio della storia del paese, ogni ricerca di armonia, ogni possibilità di recupero artistico del centro storico. Ben appoggiata in questo dal duetto Dellai-Grisenti.