“Metropolis” e la musica del Novecento
Didascalie originali ed esecuzione dal vivo delle musiche di Huppertz, nella presentazione della copia restaurata di "Metropolis" di Fritz Lang.
Quelli che hanno sognato la città del futuro vedendo "Blade Runner" e si sono innamorati dell’androide dalle fattezze umane dovrebbero essere consapevoli che molto prima degli effetti speciali di Ridley Scott, ad occupare quello spazio di immaginazione umana aveva già pensato Fritz Lang con "Metropolis". Un gruppo di cineteche tedesche coordinate dalla Murnau Stiftung di Wiesbaden ha intrapreso il restauro di questo film fondamentale della storia del cinema. Ci sono voluti tre anni.
Il capolavoro "Metropolis" non ha bisogno di presentazione, ma certo vederlo in una versione restaurata con tanto amore per la precisione dei dettagli (le didascalie nella grafia originale, che delizia!) ha probabilmente emozionato anche quanti conoscevano la versione già circolante. Certo, si tratta di un film del 1926, quindi i fondali di carta dipinta sono riconoscibilissimi, la mimica degli attori fa un po’ sorridere e, soprattutto, è un film muto; quindi i dialoghi sono scritti in bella scrittura su pannelli neri, che appaiono fra una scena e l’altra e la musica - pare un controsenso - ha una grande rilevanza.
Sebbene sia stata vista spesso come un’ attività di poco prestigio, in realtà scrivere musica per i film muti fu un espressione artistica che coinvolse grandi nomi di compositori "seri", e ancora oggi, quando il cinema si comporta da arte e non da mero articolo commerciale, si fanno nomi importanti, come Nyman, Morricone, Preisner e Glass. Nel caso di "Metropolis2, le musiche originali furono scritte da un illustre sconosciuto: Gottfried Huppertz. Per l’eccezionale presentazione della copia restaurata la Cineteca Italiana affidò a Francesca e a Federica Badalini la rielaborazione per pianoforte a quattro mani delle musiche di Huppertz.
Conferire la giusta importanza alle colonne sonore che accompagnavano i film dell’epoca del muto, come operazione storica e artistica ha un valore difficilmente quantificabile. In questa occasione, poi, il Festival "Musica ‘900"e la validissima rassegna del cinema Astra si sono unite per rendere un grandissimo servizio alle arti, ottenendo copia e esecutrici, le Badalini, per una serata veramente intellettuale. Infatti un minimo di sforzo veniva richiesto al pubblico, dal momento che le didascalie erano tutte scritte in tedesco. Le sorelle Badalini hanno eseguito il non facile (non bisogna sottovalutare gli illustri sconosciuti) accompagnamento musicale con sensibilità e maestria. Il pubblico ha affollato il cinema, dimostrando la capacità di cogliere la raffinatezza della proposta.