Il Governo favorisce il lavoro nero
Su 8.088 richieste nominative d’ingresso di lavoratori extracomunitari da impegnare nella campagna di raccolta della frutta 2002, presentate dalle imprese agricole trentine, il Ministero - sembra ormai certo - concederà non più di 5.500 visti d’ingresso ad altrettanti raccoglitori. Mancheranno quindi 2.588 lavoratori rispetto alle esigenze già formalizzate dalle imprese, pari al 32% di quanto richiesto. Di fronte ad un aumento probabile della richiesta, dovuto sia allo sforzo verso una totale emersione del lavoro non regolarizzato, sia alla progressiva difficoltà ad assumere personale italiano e locale, si è voluto rispondere con una diminuzione delle autorizzazioni concesse.
Questo senza alcuna ragione plausibile, o almeno espressa. Ciò significa che le organizzazioni professionali agricole ed il Servizio Lavoro della Provincia dovranno trovare un sistema "equo" per tagliare in modo bilanciato, alle imprese trentine, quei 2.588 lavoratori che Governo e Ministero hanno deciso di non concedere. Soprattutto significa che le imprese agrivcole dovranno operare una scelta fra il lasciare parte della frutta sulle piante, e l’assumere personale "in nero", con tutto quello che ne può derivare.
Sarà quest’ultima - crediamo - la via obbligata che le imprese agricole andranno a percorrere. Non è possibile lasciare il raccolto sulle piante!
Nessuna legge, nessuna norma statale dovrebbe mettere i cittadini nelle condizioni di non potere rispettare la legge. Nell’era del liberismo e della globalizzazione imperanti si vorrebbe costringere l’agricoltura all’autarchia. I fautori della mobilità e della flessibilità c’impongono l’improponibile in conformità di un’assoluta rigidità ideologica.
L’agricoltura avrà bisogno di lavoratori extracomunitari ancora per molto tempo e, probabilmente, in numero ancora crescente. Governo e Ministero ne prendano atto.
Confagricoltori del Trentino