Un grazie a Giulio Bazzanella
“Eppure è molto più felice di me. Non può riflettere sui problemi della vita perché è troppo occupato a vivere. Ho sbagliato ad aprire i libri."
Così, riferendosi al fratello, confidava al suo interlocutore Lupo Larsen, comandante del vascello "Fantasma", nonché personaggio di uno dei tanti racconti dì Jack London. Deve aver pensato questo più d’una volta anche Giulio Bazzanella in questi 15 anni trascorsi come bibliotecario ad Albiano e Lona-Lases. Sì, perché nonostante il suo impegno abbia portato alla costituzione di una biblioteca con oltre 30.000 volumi e di alto livello, ben poche sono state le soddisfazioni che ha avuto sia in termini di riconoscimento da parte delle due amministrazioni comunali costituenti il Consorzio di biblioteca, sia in termini di fruizione da parte della popolazione.
In tutti questi anni nessun assessore alla cultura dei due Comuni ha mai varcato la soglia della biblioteca intitolata al dott. Romano Pisetta, e la sua esistenza è stata quasi completamente ignorata dalla scuola. Anche i giovani di questi paesi al centro della zona del porfido hanno evidentemente accolto il ragionamento fatto vent’anni fa da un imprenditore del porfido nonché consigliere comunale, che affermò perentoriamente: "L’è coi sasi che se magna, no coi libri ", soste- nendo così l’inutilità di istituire una biblioteca. Certamente è vero, particolarmente nella zona del porfido, che non si mangia con i libri, ma è altrettanto vero che anche in val di Cembra vivere non significa solo mangiare.
Per coloro che da 40 anni gestiscono le cave di porfido e le ammi- nistrazioni comunali che ne sono le proprietarie (tranne una breve parentesi a Lona Lases,) non è certo un problema se i propri figli non leggono, i patrimoni che si ritrovano consentiranno loro senz’altro una vita agiata senza dover arrovellarsi più di tanto. Per quanto riguarda poi i figli degli operai, è meglio che stiano lontano dai libri e dalle idee strane che essi potrebbero suscitare loro.
Il disprezzo verso lo studio e la conoscenza è stato seminato a piene mani in questi anni nella zona del porfido ed assieme all’esaltazione della fatica fisica e del lavoro manuale costituisce un tratto peculiare della "identità" degli abitanti di questi paesi. Tutto ciò consente agli imprenditori del porfido di "mangiarsi" tranquillamente le montagne, addossando gli oneri derivanti da tale attività alla collettività locale e provinciale, saziandosi lautamente in termini di profitti senza suscitare alcuna efficace opposizione all’interno delle comunità locali. Il caso della frana dello Slavinac a Lases, la cui messa in sicurezza, costerà alla Provincia una spesa di 7 milioni di euro, non è che l’ultimo episodio a testimoniare una logica perversa.
Vogliamo ricordare che l’attività estrattiva, così come fin qui gestita, non è stata caratterizzata solo da un rapporto violento e distruttivo nei confronti dell’ambiente, ma anche nei confronti dell’uomo, anche se oggi i danni alla salute dei lavoratori sono meno evidenti per il veloce ricambio occupazionale dovuto alla massiccia presenza di lavoratori immigrati (maghrebini, albanesi di Macedonia, africani e cinesi). Proprio i figli di questi immigrati sono stati i frequentatori più assidui della biblioteca, non essendo a priori condizionati da quel disprezzo per la lettura e la conoscenza di cui prima si è parlato.
Che la biblioteca e ciò che essa rappresenta non sia molto gradita agli amministratori locali è testimoniato dal disinteresse per l’inadeguatezza della sede, in particolare del punto di prestito di Lases, dalla scarsità di fondi ad essa destinati e dall’assoluta mancanza di attenzione verso questa entità nei recenti, sbandierati, patti territoriali. Se ne deduce che ad Albiano e a Lona Lases si temono i libri.
Le letture possono infatti disvelare un orizzonte più ampio, nel quale il quotidiano si può specchiare, stimolando quel senso critico che non si accontenta di accettare che le cose vadano così perché così sono sempre andate. Parafrasando un personaggio di Gorki, si può anche affermare che esistono libri tali che chi li legge non può più trovare pace. Libri che fanno irrompere nella mente una sete incalzante di perché. Domande che fra le "lastare" del porfido evidentemente non sono gradite perché potrebbero disvelare quella logica perversa di cui prima si è detto; così come non è mai stato gradito Giulio Bazzanella, che finalmente è passato ad altro incarico.
Con questa lettera noi invece vogliamo pubblicamente ringraziarlo per il suo impegno, la sua competenza, la sua disponibilità e soprattutto per aver provato a promuovere la lettura in questo angolo di mondo così opulento quanto degradato sotto il profilo culturale. Un augurio dunque a Giulio per il suo nuovo incarico presso il Centro documentazione audiovisivi della Provincia, ed un "in bocca al lupo" a chi lo sostituirà.