La Giselle floreale di Marie Claude Pietragalla
Per la celebre étoile parigina Marie Claude Pietragalla, quella di Giselle, fanciulla morta per amore, è una storia universale molto attuale. D’amore si può morire anche oggi ed è per questo che la Pietragalla ha riscritto il primo atto di "Giselle", il più famoso balletto romantico, che rappresenta il dramma di una giovane innamorata caduta nella follia e poi morta di dolore per delle incomprensioni amorose. Balletto che lo scorso 10 marzo è stato rappresentato al Sociale di Trento dal Balletto Nazionale di Marsiglia, diretto dalla celebre danzatrice e coreografa Marie Claude Pietragalla.
Questa sua versione di "Giselle", come dicevamo, attualizza il primo atto in cui si danza l’innamoramento di Giselle e Albert ambientandolo non nell’Ottocento ma negli anni Sessanta del ‘900, con abiti di moda all’epoca e con una Giselle che non è più contadina ma fioraia, mentre il nobile Albert diventa un giovane borghese frivolo ed elegante. Tra mazzi di fiori, margherite sfogliate e sospiri d’amore, la giovane finisce per scoprire che il suo amato in realtà è già impegnato con un’altra donna e si scatena così il suo dramma.
Il secondo atto porta lo spettatore nel mondo soprannaturale, tra le Villi, ossia gli spiriti delle ragazze morte d’amore prima delle nozze, che ritornano sulla terra per vendicarsi degli uomini che le hanno fatte soffrire: le danzatrici indossano qui i bianchi tutù e appaiono come creature di sogno. Per questo atto, la coreografa ha preferito rispettare la versione classica del balletto, creata tra il 1884 e il 1899 a San Pietroburgo da Marius Petipa, arricchita solo da mazzi di fiori bianchi che, anche nella morte, rappresentano il legame d’amore tra Giselle e Albert.
Il pubblico trentino ha applaudito questa "Giselle" sospesa fra innovazione e tradizione, e invece ha letteralmente ignorato l’incontro pomeridiano con Marie Claude Pietragalla, una delle più grandi danzatrici classiche del mondo. Purtroppo un grave incidente successo all’inizio di marzo in Giappone dove si trovava a danzare con il Tokyo Ballet le ha impedito di interpretare "Giselle" a Trento, dove però è venuta ugualmente per seguire la compagnia e per incontrare quel pubblico di appassionati che invece ha latitato; ed ha fatto male, perché si è perso non solo l’occasione di ammirare da vicino una vera stella dalla grazia e dal fascino unici, ma anche e soprattutto quella di incontrare una grande artista impeccabile anche sul piano umano, che si è raccontata con generosità, umiltà e simpatia.