I Tre Tromboni: quello che stecca
Sulla vuotezza politica, anzi sull’ambiguità delle Grandi Dichiarazioni, Manifesti, Statuti dei Tre Tromboni, ci parla Gerhard Fritz. Ma non è tutto: se i Tre Tromboni suonano con prosopopea una musica stantia, ce n’è uno che stecca malamente: il nostro Lorenzo Dellai.
Il Manifesto dei Tromboni vieta "nuove infrastrutture nelle zone ad alto sviluppo turistico"? Dellai lo interpreta come un via libera alla Jumela, dove "non si realizzano nuovi impianti, ma si razionalizza l’esistente". Il Manifesto "esclude… nuovi collegamenti stradali transalpini di livello primario"? Dellai interpreta come un sì alla PiRuBi, perché "non è un collegamento primario e non è transalpino", ossia non è un’autostrada e Rovereto non è nelle Alpi.
A questo punto viene da chiedere: ma chi glielo fa fare? Perché il nostro deve sottoscrivere strombazzati documenti, sapendo di doverne negare la validità cinque minuti dopo? Forse pensa che la stretta frequentazione dei più solidi Durnwalder e Weingartner fornisca maggior legittimazione al suo traballante governo? Cioè che si possano dire allegramente fesserie, perché l’importante è dirle da un palco in cui si sta insieme ai più accreditati vicini?
A prendere la cosa sul serio, verrebbe da dire che è un’umiliazione per tutti. E’ meglio prenderla sul ridere ed abituarsi: il triste declino di Dellai (Il tramonto di Dellai) ci riserverà altre uscite del genere.