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Reggio Emilia e Schifano

Il mondo infantile in cento opere di Mario Schifano esposte a Reggio Emilia.

Reggio Emilia e Schifano. Una città simbolo (non solo in Italia) per le esperienze didattiche straordinarie che sono state portate avanti e per il rispetto della creatività del bambino, incontra la pittura di Mario Schifano negli elementi che da sempre hanno caratterizzato la sua poetica: "il candore infantile e la favola" (Goffredo Pariso).

Se poi si giunge agli anni Ottanta e alla sua esperienza di paternità, ancor più queste due qualità ne risulteranno amplificate. Dalla dichiarazione pragmatica del grande quadro "Io sono infantile" del 1965 a "E’ la prima volta che disegno Paperino", "La mia famiglia ed io", "Primo sogno con singhiozzo di Marco", "Mobile (stanza del bambino da 5 anni per sempre)"... i titoli delle opere danno l’idea di un diario di infanzia del pittore in primo luogo (con immagini rubate dal Corriere dei piccoli) e di quella di suo figlio. Lo sguardo magnetico, fagocitante abbraccia i frammenti significativi di realtà, li spoglia dei caratteri della banalità quotidiana e li restituisce sulla tela avvolti di nuova luce.

La freschezza gioiosa che queste opere emanano ha in sé gli elementi del contagio e l’avvicina per una serie di coincidenze alla "Visione comica" di Northorp Frye. Nelle sue "Favole di identità" lo studioso inglese contrappone, seppur in modo schematico, il comico e il tragico. "Nella visione comica il mondo umano è una comunità... Archetipo delle immagini di simposio, comunione, ordine, amicizia e amore...; il mondo animale è una comunità di animali addomesticati... archetipo delle immagini pastorali...; il mondo vegetale è un giardino...; il mondo minerale è una città...; il mondo informe è un fiume...".

Nel centinaio di opere presenti nella città emiliana si avverte il palpito benefico della pittura. Schifano mette in moto il mondo, dal di dentro seguiamo i momenti e i processi di creazione e di invenzione. La tela come uno schermo si anima di presenze inattese: l’uso didascalico delle parole, la reinvenzione dell’iconografia delle avanguardie di inizio secolo (da Malevic al "Ciclista" di Boccioni...), gli aeroplanini e i soldatini, le sorprese degli ovetti e animaletti di gomma... Il mondo umano, animale, vegetale e minerale, è rivisitato dal "fiume" del colore steso con gestualità precisa di rapida stupefacente immediatezza.

La poetica di Schifano è concentrata tutta in quel preciso istante in cui la realtà si fa gioco, in cui la realtà incontra l’atemporalità della creazione. La pittura riscrive il paesaggio, riserva agli oggetti la definitiva collocazione, addomestica i dinosauri e li trasforma in angeli protettori della città e della notte.

La mostra nelle sale di Palazzo Magnani ospita inoltre la bellissima serie dei giocatori di football e le grandi opere realizzate dai bambini della seconda elementare della scuola Tavani Arquati di Roma nel 1992.

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