Una giornata speciale
La domenica senz’auto è servita anche a far riflettere sui “viaggi della morte”.
Contro i viaggi della morte hanno firmato in 1.700 in due giorni. A frotte, nella felice giornata senz’auto, i bolzanini sono sciamati per la città in bicicletta o con gli skates. Le associazioni ne hanno approfittato. Davanti alla chiesa di don Bosco le Formiche di pace hanno organizzato una vendita di cioccolato "autentico" proveniente, attraverso il commercio equo e solidale, dai paesi produttori e senza aggiunta di stranezze e di alimenti manipolati geneticamente. Fra le altre cose si poteva acquistare una piccola zucca contenente una colombina bianca. I verdi che poco più in là raccoglievano firme per la loro lista, avente per simbolo proprio una colomba di pace bianca in campo verde, l’hanno preso come un augurio: i loro amici di Innsbruck in effetti la sera potevano festeggiare il trionfo che li ha portati al 12,7 per cento in città, secondo partito, con un calo forte dei Freiheitlichen di Haider.
Sul ponte Talvera, sotto un gazebo, uno stormo di appassionate animaliste raccoglieva firme contro il trasporto degli animali vivi. Una signora è venuta in autobus da Appiano per firmare e portare un omaggio alle organizzatrici della manifestazione. Da Trento, non avendo la possibilità di farlo nella loro città, sono arrivati in treno. E’ stato un trionfo. E in due ore sono state vendute 150 uova pasquali di cioccolato della Lega italiana Antivivisezione, proposte come propaganda dall’associazione animalista.
I bolzanini, che in pochi giorni sono stati bombardati da richieste di firme di sostegno per le numerose liste che si vogliono presentare alle elezioni comunali del 14 maggio, hanno dimostrato di avere un alto senso civico, rispondendo in modo esemplare alla campagna degli animalisti contro il trasporto degli animali vivi. Ci sono video e foto agghiaccianti di come gli animali, vitelli, agnelli, maiali, bovini adulti, vengono sottoposti a forme di tortura spietata prima di essere uccisi, trasportati per decine di ore, spesso senz’acqua né cibo, attraverso l’Europa senza frontiere, quelle frontiere che una volta servivano a fare controlli e a rifornire gli animali di acqua e di cibo. Intrappolati a centinaia in camion stretti e sotto il sole cocente, una parte di loro muore di stenti, di caldo, soffocato dalla mancanza d’aria, di sete e di fame. Altri vengono spinti con violenza giù da ripide passerelle, caricati su navi da gru che li afferrano per una zampa e li lasciano cadere dall’alto, come non si farebbe con gli oggetti.
Guardate una volta queste immagini e se non lo siete vi viene voglia di diventare vegetariani.I soci della LAV non lo chiedono, benché la maggior parte di loro non mangino carne, ma chiedono che le leggi contro la violenza verso gli animali vengano fatte rispettare e altre leggi più efficaci facciano sì che le bistecche sui piatti degli europei non siano così grondanti di inutile sofferenza. "Ogni anno - si legge in un volantino della LAV - più di 4 milioni e mezzo fra bovini, suini ed agnelli ed oltre 130.000 cavalli attraversano l’Italia con viaggi che possono durare più di due giorni per giungere dal luogo di allevamento a quello di macellazione, costretti a subire uno stress ed una paura così intensi da provocare gravi ripercussioni sul loro stato di salute fino alla morte durante il viaggio, Sono stati documentati viaggi fino a 95 ore, di cavalli trasportati in Sardegna dalla Lituania".
Pecore scozzesi sono mandate a morire in Abruzzo, cavalli russi in Puglia e Sardegna, maiali olandesi in Sicilia o mucche tedesche, dopo la traversata del mare Adriatico, in Libano o in Egitto.Ci si chiede: perché non trasportare gli animali morti? Perché non macellarli là dove vengono allevati, senza sottoporli ad uno strazio finale?
Anche il controllo di qualità, che spesso dipende dalla "filiera" (cioè dal processo completo dalla nascita alla morte dell’animale, fino al suo trasformarsi in prodotto di consumo alimentare) ne trarrebbe vantaggi notevoli.
Le risposte sono di carattere economico: tutto questo strazio sulle strade d’Europa, lungo tutta l’Italia verso il porto di Bari, sulla strada verso Trieste e verso l’Est vicino, alla ricerca di macelli meno controllati e più a buon prezzo, a chi porta vantaggio? Né all’allevatore né al consumatore. E’ sempre il trasporto che viene incentivato, utile o inutile, inquinante e atroce.
Il Comitato Scientifico Veterinario dell’Unione Europea ha affermato, in varie occasioni, che il trasporto degli animali vivi "laddove è possibile deve essere abbandonato" e che il maltrattamento "può essere ridotto macellando gli animali il più vicino possibile".Ora la petizione della LAV porta avanti una battaglia di civiltà e la città a dimensione umana di domenica senz’auto ha aiutato a prendersi il tempo di pensare e di fare un gesto che chiede di ridurre la violenza e l’inutile spargimento di sangue.