La nonna di Mezzocorona ha trovato casa
Nella Piana Rotaliana una specie di antiquarium (dire museo sarebbe troppo) esporrà i ritrovamenti archeologici fatti nella zona.
Negli ultimi anni sono state numerose le scoperte archeologiche nella piana Rotaliana. Alcune di carattere eccezionale, come il ritrovamento della cosiddetta "nonna" di Mezzocorona, lo scheletro databile a circa 8.000 anni fa, riesumato in condizioni ottime durante lo scavo di un vallo paramassi a protezione dell'abitato. Ogni scoperta ha riproposto il problema della valorizzazione locale di tale patrimonio culturale e il comune di Mezzocorona sembra ora impegnarsi in questa direzione, stanziando dei fondi per due investimenti culturali di rilievo. E' già stato presentato alla Provincia un progetto di massima per accedere al finanziamento col quale verrà ristrutturato l'ex municipio, all'interno del quale verrà trasferita la biblioteca e dove, a pianoterra, si vorrebbe allestire una mostra permanente di materiali e reperti archeologici e storici di varia epoca. Inoltre sembra riprendere quota l'ipotesi di ricostruire sul luogo del ritrovamento una parte dei ruderi tardo-romani scoperti in località Giontec, un sito archeologico recuperato durante lo scavo delle fondamenta di palazzine e condomini. Forse a parziale risarcimento della scelta compiuta nel destinare alla edificazione quel luogo e soldi alla mano, il comune intende comprare una parte del lotto ali' interno del quale ricostruire almeno l'ipocausto, una sorta di riscaldamento centrale a pavimento di una villa di epoca tardo-romana rinvenuta alcuni anni fa.
L'idea di ricostruire una parte dei ruderi sul luogo del ritrovamento non è nuova, ma solo ora sembra destinata ad essere concretizzata. Finora l'unico segno di epoca romana sottratto almeno in parte alle ruspe, dignitosamente tutelato e visitabile sul luogo del ritrovamento si trova all'interno della cantina sociale, la cui costruzione aveva disvelato i ruderi di un villaggio romano ai margini di una grande via di comunicazione in selciato.
Da un decennio alcuni appassionati, in collegamento con l'ufficio di tutela archeologica della Provincia, stanno cercando di far rimanere sul posto almeno una parte dei reperti collegati direttamente con la storia locale. Ora, forse, ci siamo. In collaborazione con la Pat si vorrebbe realizzare un centro di documentazione - di museo non si vuoi sentir parlare - in cui concentrare la ricostruzione e l'esposizione dei reperti più significativi ritrovati nella zona, compreso il calco della "nonna" di Mezzocorona. Con l'ausilio di tecnologie ed effetti multimediali, la mostra dovrebbe avere intenti di tipo didattico e divulgativo e offrire ai visitatori un'idea della storia più antica della Piana.
Il finanziamento delle opere non avviene ora per caso: i politici hanno capito che l'interesse per l'argomento sta crescendo. Basta pensare che i ritrovamenti di epoca tardo-romana erano stati pressoché snobbati, mentre la successiva scoperta degli scheletri preistorici ha invece catalizzato anche l'attenzione popolare. Non bisogna però illudersi che la presenza di un piccolo centro di documentazione archeologica possa contribuire a dare chissà quale vigore al turismo, che in zona comunque non rappresenta un fenomeno rilevante.
La memoria storica dei maggiori ritrovamenti in piana Rotaliana ha trovato espressione anche in un cortometraggio che alcuni giovani di Mezzocorona, appassionati di archeologia, hanno girato con l'aiuto di un cineoperatore. Ma non si poteva fare di più ? Almeno per il ritrovamento del Giontec non era possibile vincolare l'area a zona archeologica? Tempo fa il dottor Ciurletti , capo ufficio beni archeologici della Provincia, aveva escluso la possibilità di bloccare la costruzione di case e condomini. "Una bella ricostruzione - disse allora - opportunamente valorizzata... e inserita nel complesso abitativo che la ospiterà, in questi casi è la cosa migliore. Purché si impari la lezione e per il futuro si eviti di destinare all'edificazione altri siti a rischio archeologico ". E il dott. Nicolis, il ricercatore che aveva diretto gli scavi di Mezzocorona , ci ribadisce la volontà di collaborazione dell'ufficio archeologico della Pat in particolare per la ricostruzione dell'ipocausto. Si fa però più prudente quando si parla di concentrare in zona i principali reperti archeologici: "Non conosciamo nei dettagli il progetto del comune di Mezzocorona. Noi abbiamo in mente un centro di documentazione, una specie di antiquarium, come già è stato fatto ad Avio. Non è pensabile né dal punto di vista scientifico né da quello finanziario disseminare la provincia di piccoli musei (anche Mezzolombardo si è fatta avanti per rivendicare una parte dei reperti ritrovati nel recente sito di via Trento). Un museo archeologico non c'è nemmeno a Trento, figuriamoci in periferia! Ma sicuramente, anche su questo, troveremo il modo di collaborare col comune di Mezzocorona."