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Chiara Ferragni docet

1. La beneficenza.

Il 27-28-29 Luglio 2023 arriva ‘Trentino Love Fest’, il più grande festival a scopo benefico mai realizzato in Trentino, nell'incredibile cornice della Trentino Music Arena. Sul palco si esibiranno i migliori artisti italiani del mondo hip hop, trap e pop”.

Così comunicavano esultanti gli organizzatori nell'imminenza dell'evento benefico (anzi, del “charity event”) a favore degli alluvionati emiliani.

Com'è poi andata? Se lo chiede, in una recente interrogazione in Consiglio provinciale, il capogruppo del PD Alessio Manica. Della cosa si era già occupato il giornale online il Dolomiti, parlando di “un mezzo disastro”. Con un biglietto a 2.50 euro e un'affluenza decisamente modesta (14.290 persone in tre serate, neanche la metà di quelle preventivate), l'incasso complessivo è risultato di poco più di 35.000 euro, a fronte di una spesa totale tuttora da chiarire, ma dell'ordine di qualche centinaio di migliaia di euro. “Il problema – commenta il cronista - è che questa cosa è stata voluta, griffata, pagata dalla Provincia e quindi da tutti i trentini, e allora il flop non si può nascondere”. Insomma, “il più grande festival a scopo benefico mai realizzato in Trentino” quanto ha potuto effettivamente versare in beneficenza? “Non era meglio dare 20 euro a tutti i presenti e avanzarne 200mila per gli alluvionati dell'Emilia Romagna invece che pagare tutto ciò?” - scherza il Dolomiti.

A guadagnarci, insomma, sembrano essere stati solo gli organizzatori esterni, “che hanno vinto come unici partecipanti la lotteria elettorale del governatore Fugatti” - scrive Carmine Ragozzino sullo stesso giornale, mentre per i beneficiari è rimasta poca cosa. Non avrebbe potuto essere la Provincia stessa, con le proprie risorse, a organizzare la cosa, anziché dilapidare tanti denari pubblici?

Riassumendo, questa è una storia ben diversa da quella che ha visto protagonista Chiara Ferragni, con cui però ha un aspetto in comune: la beffa riservata a coloro che si proponeva di aiutare.

2. Il concerto. Hanno sbagliato tanti trentini – anzi, tanti italiani – a non accorrere a Trento ad ascoltare “i migliori artisti italiani del mondo hip hop, trap e pop”? Tanto più che i concerti sembravano avere addirittura qualche pretesa di ricerca filologica: “Filone musicale di questa prima tranche di iniziative – era stato detto - sarà l'evoluzione storica che ha portato l'hip hop italiano a diventare trap italiana”.

Alessio Manica – supponiamo si sia informato – parla di “alcuni gruppi poco noti, qualche d.j. set e qualche voce tolta dalla polvere dell’oblio”. Il già citato Ragozzino, già all'indomani del concerto, era poi entrato nel merito della qualità “artistica” dei cantanti presenti facendone un quadro desolante.

Si ricorderà che nello scorso autunno il concerto al teatro Sanbapolis del rapper Niky Savage aveva provocato proteste indignate e la richiesta di bloccare l'evento da parte di singoli, enti e associazioni (la Cgil accanto al Movimento per la Vita, il Consiglio delle Donne e la Commissione Pari Opportunità...) per il profluvio di violenze e oscenità maschiliste che caratterizzano i testi di quel rapper. Ebbene, qualche mese prima, in occasione appunto del “charity event”, si era già presentato il problema, solo che quasi nessuno se n'era accorto. Ma ancora Ragozzino si era premurato di stilare una breve antologia dei testi prodotti dagli artisti sul palco.

Naska: “Non ho mai offerto il mio culo come te / Non ascolto nessuno, faccio il cazzo che mi pare / Se poi andrà tutto a fanculo, vi inviterò al funerale”.

Tony Effe (che tra l’altro, arrabbiato col tecnico del suono, ha anche sparato una bestemmia al microfono): ''Ti chiedo un bocchino per San Valentino / Ho uno stetoscopio, se vuoi lo uso mentre ti scopo / Sali sul lettino, dimmi dove hai male che ti scrocchio / Ho le medicine per farti vedere tutto doppio / Fammi una spagnola finché non ti dico muchas gracias / Posso venire in gola, se non la vuoi tutta in faccia'”.

Nayt, da “Cazzi miei”: “Penso solo ai cazzi miei / se mi fermo impazzirei”.

Nessuno può proibire a questi artisti di esprimere il proprio pensiero e le proprie emozioni, ma che sia l'ente pubblico a promuovere i loro concerti rivolti a un pubblico di giovani, lascia più che perplessi.

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