A proposito di orsi: ignoranza e slogan
Accogliamo con profondo rammarico le parole dell’on. Alessandro Urzì rispetto al tema orso “alpino” e “marsicano” nel maldestro tentativo di giustificare agli elettori trentini il voto positivo espresso da Fratelli d’Italia ad un emendamento che "inasprisce le pene per chi cattura o uccide gli orsi marsicani”.
In particolare lascia attoniti l'opinione espressa dallo stesso onorevole secondo cui l'orso marsicano andrebbe protetto, mentre quello alpino - il cattivo tra i due - andrebbe limitato, anche con gli strumenti più “radicali”.
Tutti gli orsi in Italia, di qualunque sottospecie essi siano, godono dello stesso status di protezione ed è un dovere delle istituzioni punire chi minaccia la loro conservazione, visto che le pene ad oggi sono ridicole rispetto al danno apportato quando uno di questi animali, a qualunque latitudine, viene ucciso per mano dell'uomo.
Ben venga quindi l'inasprimento delle pene verso questi atti di bracconaggio: è tuttavia doveroso ricordare che è proprio il clima di paura fomentato da un linguaggio e da una conoscenza inadeguati rispetto ai grandi carnivori che rende questi spregevoli atti più probabili.
Per chiarezza è invece necessario specificare che sia la sottospecie Marsicana che l'orso delle Alpi, quest’ultimo salvato dall'estinzione proprio grazie al progetto LIFE Ursus, sono ugualmente potenzialmente pericolosi per l’uomo, come tutti gli animali selvatici, e come tali vanno approcciati e alla stessa maniera rappresentano un elemento dei nostri ecosistemi di cui gli italiani dovrebbero andare fieri.
Non esiste alcuna base scientifica che possa giustificare un diverso trattamento delle due sottospecie.
Concludendo, constatiamo con rammarico che ad un mese dalle elezioni trentine il tema della conservazione dell’orso sulle Alpi rimane ancora ostaggio di slogan e proclami più che di una seria progettualità con solide basi tecnico-scientifiche.