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Infermieri: grandi responsabilità e pochi soldi

Enrico Oliari, Associazione infermieri Rsa

Nel sistema delle Rsa trentine mancano infermieri, ma anche la percezione della realtà: oggi non mi sentirei di consigliare a un giovane infermiere laureato di lavorare nelle Rsa, vista l'enorme responsabilità in palese contrasto con lo stipendio. Vada semmai a fare il cameriere, si troverà sicuramente meglio. Noi infermieri delle Rsa siamo considerati professionisti di serie B, con meno diritti e meno opportunità dei colleghi dell'ospedale, nonostante siamo spesso chiamati ad assumere importanti decisioni sulla salute degli anziani. L'infermiere delle Rsa è oberato di lavoro, i rientri sui giorni di riposo sono frequenti, saltano le ferie e di fatto è il vice per eccellenza, cioè colui che subentra alle figure assenti. Il tutto senza neppure la dignità del livello D, che hanno gli infermieri dell'ospedale.

Invece di stracciarsi le vesti e di chiudere posti letto di cui ci sarebbe bisogno, si pensi a rendere appetibile il ruolo dell'infermiere delle Rsa. Oltre al livello D, con ovviamente il mantenimento degli scatti di anzianità, serve anche la possibilità di lavorare intra moenia, ma soprattutto è necessario introdurre, vista la grande responsabilità, una specifica indennità come avviene con gli infermieri di determinate aree. Serve un cambiamento di approccio generale: oggi le Rsa sono diventate di fatto delle geriatrie croniche per pazienti pluripatologici, se ne prenda atto”.

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