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QT n. 9, settembre 2021 Monitor: Cinema

La prima settimana, quattro film

Festival di Venezia 2021

Le disposizioni per l’epidemia hanno imposto al Festival di dimezzare i posti nelle sale, ma accrediti e biglietti sono stati venduti senza limitazioni. L’obbligo di riservare i posti on line in anticipo di tre giorni ha mostrato poi quote diverse di posti destinati alle varie tipologie di accrediti. Risultato: dopo i primi tre giorni per la maggioranza degli accreditati era praticamente impossibile prenotare qualsiasi visione. E chi è venuto per comprare un biglietto e vedersi un film è stato tagliato fuori. Disfunzioni del sistema, calcolo sbagliato dei partecipanti, pressioni delle categorie che l’anno scorso hanno visto crollare le presenze e i loro guadagni, precisa scelta per riempire sempre e comunque e fare cassa? Forse un po’ tutto insieme, un po’ in buona fede e un po’ in cattiva. Ma a chi interessa ora? Si dice così, per la cronaca, per caratterizzare le annate e magari sì, ricordarle. Meglio passare ai film visti nella prima settimana.

A Pedro Almodovar basta un quarto d’ora per imbastire una storia prevedibile in ogni piega dei suoi sviluppi, fino alla gratuità di alcune sequenze. Ma in Madres paralelas questo conta fino a un certo punto, perché la narrazione è pretesto per una riflessione sui legami di sangue (in linea femminile, per lo più), la ricerca d'identità, la storia collettiva del proprio paese tra passato, presente, futuro. Un film a tesi, programmato, quasi schematico ma con delle sequenze emotivamente potenti e coinvolgenti, che ne riscattano i limiti e lo legittimano pienamente nelle tematiche. Il film di un maestro che non rinuncia alla sua cifra stilistica, compresi alcuni suoi vezzi, ma riesce a scavare (è il caso di dirlo) anche in profondità.

Les promesses di Thomas Kruithof è un film francese, politico, idealista, bello e importante, che dà una possibilità e risalto ai giusti valori della politica. Come la difesa del bene pubblico a confronto con gli interessi privati, gli ingranaggi del sistema di potere, le lusinghe e i ricatti. Isabelle Huppert è sempre più se stessa in un personaggio preciso e determinato alle prese con una sceneggiatura che prova a confondere identità e ambizioni. Un bel film sulle relazioni tra amministrazioni pubbliche, territori, etnie e vertici di potere, con una tensione continua che cattura nonostante qualche scena ad effetto prevedibile.

Il collezionista di carte è l’ennesimo titolo idiota che viene dato ad un film dalla distribuzione italiana. L’originale: The Card Counter (Il contacarte) si riferisce alla meccanica qualità mnemonica e del protagonista, giocatore professionista di black jack, che vive meticolosamente nell’ombra. Ma in realtà William Tell è un ex militare che si riempie la testa di numeri per non pensare, non ricordare, rimuovere il passato. Quello dei casinò negli Usa è così solo un contesto per un film politico, un’accusa diretta alla coscienza sporca di quel Paese. Un film sulle colpe, sulla perdita di umanità e la difficoltà di perdonare ed essere perdonati. E quando l’occasione per un’assoluzione incrocia la sua vita, il giocatore capisce che la grazia è legata alla possibilità di portare al perdono anche gli altri, per uscire dall’odio, dalla vendetta e tornare alla vita e alla possibilità dei sentimenti. Prodotto anche da Martin Scorsese, il film legge la contemporaneità nel solco della straordinaria stagione americana della metà degli anni ’70.

Hallelujah: Leonrd Cohen a Journey, a Song, di Daniel Geller e Dayna Goldfine, è esattamente il documentario che ti aspetti da un titolo così. Nella forma più classica il lavoro si compone di tre parti: il cantautore e la sua epoca, il percorso assurdo e l’evoluzione del brano Hallelujah (in Usa non venne pubblicato il disco), le testimonianze di chi l’ha replicato, rivalutato e reso popolare. Molto belle le prime due parti, un po’ insistita la terza, ma il film è comunque un’immersione con grande disposizione di ottimo materiale in un’epoca, in luoghi e in una realtà musicale uniche e indimenticabili, con un protagonista imprescindibile..