Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca

Primavera prigioniera

Fra chiusure, ristori, furbetti e resistenti

Per fare una registrazione radiofonica, in settembre, in una quasi-pausa della pandemia, sono salita al Renon con la funivia. Si può usare l’Alto Adige-Pass, è veloce e comoda. La funivia del Renon collega il capoluogo con l’altipiano frequentato da bolzanini, turisti e pendolari, che amano le passeggiate e il paesaggio ineguagliabile. Un secolo fa, avere una casa per le vacanze al Renon era uno dei requisiti indispensabili per essere considerati parte della borghesia commerciale e professionale di Bolzano. Da quando ha riaperto dopo la ricostruzione nel 2009, ogni 4 minuti parte una navicella verso la stazione a monte. Una frequenza che gli autobus urbani si sognano! Nella cabina si sta seduti quasi in cerchio. In tempi di Coronavirus, il distanziamento è così così. Però per i 106.000 cittadini del capoluogo, rinchiusi da un anno - a singhiozzo - in un territorio densamente cementificato e quasi del tutto privo di parchi, intensamente inquinato, quei 12 minuti sospesi nel verde e una camminata sulla passeggiata “Freud” sono un miraggio. Ora si può salire a piedi o in bicicletta, ma non con altri mezzi. E tuttavia il 26 marzo l’alto numero di infettati fra il personale ha costretto a chiudere le corse, anche per i pendolari.

Non solo lupi. Mentre a ogni segnalazione di lupi sulle piste inutilmente innevate sale l’allarme, senza peraltro che si ponga mano a un progetto di educazione della popolazione o a un conteggio del numero di branchi e lupi solitari, in Val Martello sono tornate, nel silenzio stampa, le rondini montane (Ptyonoprogne rupestris). È il segno che è arrivata la primavera. Nella valle della primavera, tra Monticolo e Caldaro, non è permesso andare a godere delle distese di bucaneve, il cui biancheggiare è rotto solo dalle macchie di violette. Più in alto però ci sono ancora ampie chiazze di bianco, conteso solo dal rosso dell’erica fiorita. Queste rondini però non temono il freddo. Fino a ottobre rimarranno nel parco nazionale di Stelvio, per poi andare a passare l’inverno sul lago di Garda, in Liguria e fino in Calabria. I luoghi di cova con il cambiamento climatico stanno salendo. In Val Martello è stato segnalato in questi giorni un nido a 2.264 metri. Una volta si trovavano su pareti rocciose e sulle baite, ma ora i nidi si trovano anche sotto i ponti, i balconi e nei tunnel.

Primavera di stanchezza. Fra la popolazione c’è una diffusa stanchezza. Tipica della primavera. Però da un’indagine svolta dall’Istituto provinciale di statistica ASTAT, con il servizio psicologico dell’ospedale di Bressanone, l’Istituto di medicina generale dell’università delle professioni sanitarie Claudiana e la Ripartizione provinciale salute, emerge una relativamente buona sopportazione delle restrizioni imposte dal contrasto alla pandemia. Il questionario è stato predisposto dall’OMS e verteva su opinioni e comportamenti dei cittadini riguardo alla pandemia. L’indagine si è svolta nel gennaio scorso. I cittadini e le cittadine hanno detto di trovare giuste le misure introdotte, e le critiche si sono rivolte quasi esclusivamente alle decisioni dei politici. La decisione di abbandonare la “via sudtirolese”, con le sue eccezioni in direzioni opposte, potrebbe semplificare la nostra vita. Ma la vita civile è spenta. Il condono degli evasori fiscali è stato visto come uno schiaffo agli onesti e una conferma che nella solita Italia gli onesti sono considerati fessi. Anche se in realtà l’ingiustizia fiscale della Provincia autonoma non è da meno.

I/le resistenti. I ragazzi di Friday for Future sono brevemente riapparsi. I genitori hanno manifestato in piazza, preoccupati per gli effetti devastanti del lungo isolamento dei loro figli. Chiedono di riaprire le scuole, ma si dividono sull’autotest, già in uso nelle scuole di lingua tedesca e contestato in quelle di lingua italiana. In quest’ultimo anno le scuole italiane e tedesche sono state gestite con norme e decisioni completamente diverse: mai prima d’ora si era vista in Sudtirolo l’Apartheid vera, concreta. “Mi accorgo come gli scolari stanno cambiando. - ha scritto un’insegnante - Non c’è quasi più nulla di quelle classi una volta allegre e vivaci, con cui si poteva ridere, discutere e anche arrabbiarsi. La vita della scuola era piena di emozioni. Ciò era presente ancora durante il primo lockdown e anche nel secondo. Ora sto seduta davanti allo schermo e non ottengo reazioni né positive né negative. Gli scolari sono online, fanno il loro dovere. Ma sono rassegnati... I giovani hanno la sensazione di dover accettare tutto, di essere impotenti, di non poter cambiare nulla... Non so se a noi come società sia chiaro che cosa sta facendo quest’anno ai nostri giovani”.

Fra i “resistenti” ci sono i coraggiosi gestori del Filmclub, che insieme alla scuola di cinema ZeLIG e numerose altre organizzazioni culturali e artistiche, stanno finendo di organizzare il Bolzano Filmfestival Bozen 2021, che avrà luogo fra il 13 e il 18 aprile, con proiezioni online e purtroppo quelle in presenza ridotte forse a zero. Il mondo della cultura e dell’intrattenimento ha sofferto molto, anche se si è cercato di costituire una categoria ad hoc, per poter aiutare economicamente almeno una parte di artisti e artigiani che lavorano e vivono in Sudtirolo.

Tutti maschi. Il fatto che la politica sia sempre occupata con la pandemia, apre spiragli nel clima asfittico di una società la cui democrazia è largamente imperfetta. La decisione del Consiglio dei Comuni, composto da 17 sindaci, di eleggere presidente e tre vicepresidenti solo maschi, ha suscitato una sollevazione del Frauennetzwerk, una rete di donne professioniste e manager, che ha come obiettivo di aiutare le donne a superare gli ostacoli nella carriera. La sua richiesta di dimissioni dei tre vicepresidenti e anche del presidente e di nuove elezioni su basi di parità di genere (la legge prevede almeno 5 donne nel Consiglio) è sostenuta dal gruppo consiliare dei Verdi, dal Team-K, dalle donne Svp, dalle ACLI, dalle contadine e dal Comitato Pari Opportunità. Il Consiglio dà pareri sulle leggi provinciali: come faranno a farlo senza tener conto della maggioranza della popolazione, costituita appunto di donne? Qualcuna ha ricordato come senza proporzionale etnica non ci sarebbe stato riequilibrio nella pubblica amministrazione e ha chiesto che lo stesso si faccia per raggiungere la parità di genere.

Anche in Consiglio provinciale qualcuno ha preso coraggio. Magdalena Amhof ha votato contro il suo partito nella commissione consiliare in cui si discuteva una legge sulla democrazia diretta. La Svp vorrebbe stralciare dalla legge sulla democrazia diretta, da poco approvata, il referendum confermativo sulle leggi. Amhof ha spiegato il suo voto di astensione, con cui almeno provvisoriamente la riforma è stata stoppata, dicendo che la legge va bene così com’è, che è il frutto di un lungo lavoro comune con la collega dei Verdi Brigitte Foppa. Un atto inaudito nel partito etnico di maggioranza.

Profittatori. C’è anche chi approfitta della difficoltà fisica e psicologica della popolazione per far passare progetti contestati. Come l’aeroporto di Bolzano: bloccato per decenni dalla lotta popolare, ora viene aperto dai suoi gestori “privati”, con voli di linea e anche charter, sprezzanti verso le preoccupazioni e le proteste dei sindaci della Bassa Atesina e sostenuti dalle menzogne dei politici. Così su Bolzano, dove l’allentamento del lockdown il 22 marzo ha svelato come centinaia di negozi in tutti i quartieri e strade sono chiusi per sempre, voleranno gli aerei.

L’ingiustizia. Nella distribuzione dei cosiddetti ristori hanno vinto come sempre contadini e albergatori e hanno perso i lavoratori stagionali, coperti solo per 3 mesi dalla cassa integrazione, e tante piccole partite IVA, lasciate sole dopo la prima ondata. Il dibattito pubblico si è infiammato sull’ipotesi di introdurre l’obbligo di vaccinazione per gli operatori nelle RSA, qui largamente renitenti (mentre i medici hanno recuperato). La presidente delle professioni sociali ha dichiarato che se venisse introdotto l’obbligo, si svuoterebbero le RSA. Così è il Sudtirolo: le persone possono permettersi di lasciare il lavoro quando qualcosa non piace. È un bel segno di una società senza problemi economici, se non ci fosse quella pretesa di rischiare di far morire ancora persone, dopo la strage di anziani del 2020. Rimane anche il fatto che la politica non tiene conto che nella nostra provincia i due terzi di anziani e non autosufficienti vengono curati a casa, e che migliaia di malati cronici e loro famigliari sono abbandonati a sé stessi. La campagna vaccinale non prevede la vaccinazione a domicilio né quella delle badanti. Dal questionario dell’ASTAT si capisce che i novax non sono così tanti come sembra, anche se gridano forte, e rimane il fatto che gli ultra 75/80enni sono accorsi in massa a farsi vaccinare. I 60-74enni, aspettano, sperando che prima del virus arrivi la vaccinazione.

Furbetti e testimonial. Anche se dicono sempre che “non rubano le dosi a nessuno”, i furbetti sono come gli evasori. I primi nel tempo hanno saltato la fila con la scusa di “dare il buon esempio”. Hanno dato invece davvero il buon esempio, aspettando il loro turno, Reinhold Messner e il sindaco di Bolzano. Invece non hanno seguito il loro esempio, né quello di Mattarella, i notai di Bolzano, il cui presidente ha dichiarato che, vista la sua funzione di pubblico ufficiale, un notaio può essere considerati come appartenente al gruppo “forze dell’ordine” e quindi vaccinato subito. Tre magistrati di Sorveglianza sono stati vaccinati in carcere il 10 marzo. Due giorni dopo in carcere si sono presentati altri 10 giudici. Vaccinati anche questi. A che titolo? Christoph Franceschini di salto.bz ha voluto vederci chiaro e ha scoperto che si tratta di magistrati della Sezione civile, dove da mesi si fanno solo procedure online, e che la scusa che le fiale erano aperte non è credibile: le fiale di AstraZeneca contengono 8 o 10 dosi e si possono mantenere benissimo in frigo. Fra i vaccinati nel carcere non c’è nessun giudice della Corte d’Appello, né del Tribunale dei Minori, né della Procura della Repubblica.

Grande clamore negativo ha suscitato anche la multa draconiana inferta a due ragazze che mangiavano una pizzetta, sedute ben distanti su una panchina vicino al Talvera a Bolzano (vedi lettera a p. 42). Il giorno dopo la norma è stata tolta, ma il sindaco non ha voluto ritirare la multa. Queste inutili cattiverie aggiungono disagio al disagio e non contribuiscono a far crescere il rispetto verso le istituzioni.

Parole chiave:

Articoli attinenti

Nello stesso numero:
“Siamo ragazzi e non robot”

Commenti (0)

Nessun commento.

Scrivi un commento

L'indirizzo e-mail non sarà pubblicato. Gli utenti registrati non devono inserire altre verifiche e possono modificare il proprio commento dopo averlo inserito.

Riporta il codice di 5 lettere minuscole scritto nell'immagine. Puoi generare un nuovo codice cliccando qui .

Attenzione: Questotrentino si riserva la facoltà di cancellare commenti inopportuni.