Il voto nelle valli dell’Avisio
Una sola certezza: della sinistra, nelle sue diverse componenti, qui non c’è più traccia.
È stato impegnativo costruire le liste delle elezioni amministrative nelle valli di Fiemme e Fassa. In valle di Fassa un comune significativo come Canazei vede in lizza una sola lista che ha fatto sintesi delle uscenti maggioranza e minoranza. Solo Campitello di Fassa, paesello animato da scontri più personali che politici, esprime tre candidati sindaco.
In Comun General (unica Comunità di valle che andrà al voto) lo scontro anima due schieramenti fortemente caratterizzati politicamente. Un’area rappresenta il diffuso respiro leghista della valle di Fassa e presenta candidato Procurador Matteo Iori, sostenuto da due liste referenti ad Associazione Fassa, animate dal consigliere provinciale leghista Luca Guglielmi. Sono i probabili vincitori, nonostante il quinquennio trascorso con gli stessi attori al governo non abbia portato alcuna ricaduta sociale e politica sulla valle.
Altre due liste sosterranno l’ex deputato ladino e consigliere provinciale Giuseppe Detomas. Due liste di giovani che provano a rilanciare i valori fondanti della cultura ladina e una progettualità sociale. Ma Giuseppe Detomas probabilmente non è il candidato più indicato per sostenere il coraggio del rinnovamento. La sua ultima uscita tesa a spiegare la specificità e i diritti dei ladini preoccupa: “Se Trento non ci ascolta andremo con Bolzano”. Una frase stantia, generalmente usata dalle destre, che probabilmente rivela un’assenza di contenuti. Detomas è stato per due legislature deputato nelle file dell’Ulivo, consigliere regionale in rappresentanza dei ladini oltre ad aver presieduto Interbrennero. La sua figura rende fragile la scelta del candidato Procurador. La legislatura leghista comunque si è conclusa nel peggiore dei modi. Nell’ultima seduta del Consiglio al consigliere di minoranza della UAL (Unione Autonomista Ladina), Manuel Farina, la Procuradora (la senatrice Elena Testor) ha impedito la lettura di una relazione critica sui 5 anni di legislatura che si andavano chiudendo. Sì è verificato l’incredibile: il consigliere è stato aggredito e allontanato dall’aula a forza di spintoni e preso al collo dal consigliere dell’Associazione Fassa Armando Mich. Un episodio di indicibile gravità politica e istituzionale che la stampa provinciale non ha ritenuto di evidenziare come meritava.
Nei comuni di Fassa il dato più clamoroso riguarda Moena. Il fallimento della giovane lista leghista di Moena (Ega frescia) di Edoardo Felicetti è evidenziato dalla incapacità di proseguire il percorso con l’assenza dalla competizione. Era partita come esperienza innovativa che doveva demolire lo strapotere e la supponenza della passata amministrazione. Ma sono stati 5 anni di acqua stagnante, altro che acqua fresca: cinque anni di vuoto assoluto in tutti i settori. Esclusa la variante al Piano regolatore, anche in questo caso capace di soddisfare esigenze particolari di amici o sostenitori della lista, in assenza di una qualunque visione o prospettiva sul futuro del paese, i sedicenti innovatori della politica hanno fatto scomparire Moena da ogni scenario. La destra moenese ritorna ora al vecchio proponendo l’ex sindaco, Riccardo Franceschetti, reduce da 5 anni in Comun general con un non invidiabile accumulo di assenze. Mentre la destra ritorna ad investire nel passato, l’Ega frescia è scivolata sotto i tronchi della tempesta Vaia.
In Fiemme
In valle di Fiemme la situazione è meno disperata, ma comunque problematica. La Comunità di valle, pur guidata da persone responsabili e di elevato profilo sociale, non è riuscita a fare sintesi degli egoismi che dividono le varie entità comunali. Si è acuito un conflitto, per nulla politico, fra alta valle e centro e bassa valle, impedendo un efficace coordinamento delle politiche sociali o della gestione del territorio, o di emergenze come Vaia. Nei comuni è probabile che la sindaca di Predazzo Maria Bosin venga riconfermata per la terza volta alla carica di sindaco. È risultata un’amministratrice efficace, mentre le minoranze locali si sono dimostrate ben poco propositive. È probabile che anche a Tesero la sindaca uscente Elena Ceschini venga riconfermata. Dovrà sostenere un aspro confronto con la lista della Lega di Alan Barbolini.
Cavalese, in un decennio di governo di Silvano Welponer (area Mauro Gilmozzi), è riuscita a perdere qualunque centralità nelle politiche di valle. Sono rimasti inevasi la ricostruzione del teatro comunale bruciato 7 anni fa, i progetti di ristrutturazione delle scuole medie e non si è vista una proposta di turismo innovativo e di qualità. Welponer, sicuramente consapevole della sua debolezza, lascia sul campo a combattere l’avvocata Ornella Vanzo, sostenuta da due liste di operatori economici e poco altro. Lo scontro sarà comunque interessante. Dall’altra parte Lega e Fratelli d’Italia, sostenendo Mario Rizzoli, un trasformista politico che dovrebbe ritrovarsi logoro, provano a rovesciare il municipio. Ma c’è un terzo incomodo, Sergio Finato, un tecnico agronomo che lavora presso l’istituto di San Michele. Lo sostengono due liste di giovani. Il suo programma è basato sul rilancio di Cavalese come capoluogo della valle; i candidati sembrano attenti ai temi ambientali e della sostenibilità e gli elettori potranno così scegliere fra tanti giovani di alto profilo culturale. Insomma, embra proprio che lo scontro politico più interessante lo si viva a Cavalese. Da una parte la conservazione dei vecchi poteri, o dell’UPT o della Lega, e dall’altra uno scenario probabilmente innovativo che non fa riferimento specifico a partiti.
Rimane ai margini, ma non tanto, il futuro del consigliere provinciale Piero De Godenz, dell’UPT, ufficialmente privo dell’autorevole riferimento politico di Mauro Gilmozzi e in attesa di un importante incarico di profilo nazionale nella organizzazione delle Olimpiadi invernali Cortina-Milano 2026. Sembra che questo passaggio porti alle sue dimissioni da consigliere provinciale, e, come annunciato ormai da diverse sue scelte (sostegno al bilancio della Giunta leghista, differenziazione continua dai comportamenti delle minoranze, collaborazioni intense con il consigliere leghista locale Gianluca Cavada), si prepara per il suo successore un deciso appoggio alla Giunta provinciale, ponendo così fine, in modo poco edificante, alla breve storia dell’UPT. Della sinistra, nelle sue diverse componenti, non c’è traccia: né in Fassa né in Fiemme.