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QT n. 1, gennaio 2020 Trentagiorni

Follia LaVis, i conti finali

Presentato un bilancio "senza senso" con voci di società cedute a Cavit che la vigilanza cooperativa si è rifiutata di effettuarne la revisione

È stato presentato il bilancio 2018-19 della Cantina LaVis, il primo dopo la liquidazione del presuntuoso Terzo Polo del vino trentino. A dire il vero oltre al bilancio della Cantina, è stato presentato un bilancio consolidato, contenente cioè anche i risultati delle ex società del gruppo (Casa Girelli, Cesarini Sforza, la società di commercializzazione Glv, la misteriosa società americana Fine Wines, un pozzo senza fondo controllato da Casa Girelli). Non si capisce il senso di questo consolidato, dal momento che tutte queste società, tranne un 20% di Glv, sono state cedute a Cavit; e difatti la vigilanza cooperativa si è rifiutata di effettuarne la revisione.

Torniamo quindi alla Cantina LaVis, senza più controllate, e al suo bilancio. Che risulta finalmente risanato. Attraverso l’operazione che avevamo illustrato in novembre (“LaVis: la resa dei conti”): cessione a Cavit delle controllate a costo zero (anzi sottozero: dal momento che il buco è nelle controllate, LaVis se ne deve assumere una parte dei debiti, esattamente 7,2 milioni); accordo con le banche creditrici (e, obtorto collo, anche con la finanziaria Isa) che hanno rinunciato a una parte consistente dei crediti.

Attraverso queste operazioni il bilancio risulta risanato, e attendibile: negli scorsi esercizi i revisori avevano contestato varie poste, giudicate scorrette per un valore complessivo di oltre 7,5 milioni; nell’attuale bilancio invece è stata effettuata un’operazione di pulizia, rimarcata dai revisori.

In conclusione: la gestione caratteristica (cioè la produzione e vendita di vino) ha portato a un attivo di 434.403 euro. Cui però va aggiunta la parte di debiti pregressi che la Cantina ha dovuto assumersi (i 7,2 milioni di cui sopra). Il risultato è quindi, al netto delle imposte, ancora in forte deficit: un rosso di 6.976.423 euro. Siamo allora alle solite? Bilanci disastrati? Libri che sarebbe il caso di portare in tribunale? No. I quasi 7 milioni di deficit vengono detratti dal patrimonio netto, che passa da 18,6 milioni a 11,1.

Qui vanno fatte due osservazioni. Primo: negli ultimi scorsi esercizi il patrimonio netto, se si consideravano le poste giudicate scorrette dai revisori, era negativo (ecco perché, si potrebbe dire con malizia, si era costretti a fare le acrobazie). Questo accadeva perché si doveva considerare il patrimonio del consolidato, comprese cioè le società controllate, dove si annidava il buco. Ora invece, cedute le controllate, il bilancio della Cantina può respirare. Anche se non c’è molto da rallegrarsi: e questa è la seconda osservazione. Infatti il patrimonio attuale si è ridotto appunto a 11 milioni, rispetto ai quasi 39 di 10 anni fa. E questo nonostante i sacrifici dei contadini, che in questi anni sono stati remunerati un terzo in meno dei conferitori a altre cantine. Nonostante gli interventi clientelari della Provincia, 10 milioni (nostri) regalati da Ugo Rossi. Nonostante l’ultimo sforzo che si sono dovute assumere le banche (e quindi, in certa misura, la collettività) che hanno cancellato parte dei loro crediti.

Questo è il vero conto della follia LaVis, la cantina che credeva di poter giganteggiare solo perché protetta dalla politica. Ora la storia è finita, la cantina è rientrata con la coda tra le gambe in Cavit, e può riprendere la propria attività. Noi confidiamo che i pesanti conti di questa storia poco gloriosa insegnino qualcosa.

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Commenti (7)

x federico dominique

perdonami ma non capisco il tuo commento. Quello che dici mi sembra esattamente quello a cui mi riferivo dicendo che Lavis si è salvata solo per aiuti esterni, altrimenti non avrebbe nemmeno "la casa dove vivere con debiti"

x Dominique - LaVis Federico

Cara/o Dominique
Se prima ha una casa dove vivere, la casa al mare, la casa in Montagna e ... un pied-à-terre per gozzovigliare a suo piacemento , e oggi ha a malapena la casa dove vivere con debiti ..... a mio parere qualcosa non quadra, comunque contento/a lei contenti tutti.

Paris nel pallone Gino

Paris aspettiamo il tuo articolo, anzi i tuoi articoli sul super gruppo rotaliano.
Già 3 mesi che lasci in pace lavis, tutto bene?

Mezzacoronavirus Forca a 5 brancii

Carissimo Paris rieccomi, aspettavamo da anni questo momento, la corazzata Mezzacoronavirus a pei zonti con la MAFIA, poverini, non sapevano nulla, en par de Bale, spero che questa volta la magistratura faccia il proprio dovere perché qualche anno fa, spostando l'indagine a Trento, sono riusciti a nascondere tutto sotto il tappeto. Ora vediamo se riescono a dimostrare dove prendono i soldi per investimenti e rate da nababbi.. dai Paris, tacheghe dentro come hai fatto con Lavis, vediamo se hai lo stesso coraggio...... zinque brancoi a tutti.....

x anto dominque

c'è poco da ridere.... Lavis è ancora viva e ora praticamente senza debiti ma il rientro in Cavit con lo scorporo di tutte le varie controllate certifica solamente quanto detto da Paris in 10 anni di articoli. I fatti, le sentenze lo hanno confermato, smentendo i vari presidenti, direttori con i loro vari proclami . Qui la frustrazione sembra più quella di chi si deve arrendere all'evidenza, che dopo anni di promesse alla fine la cantina di Lavis si è salvata solo grazie a 2 commissariamenti, fondi pubblici e una svendita delle sue controllate.

Trentino immagine Mostador bomba

Egregio direttore cari lettori,avete letto i fatti di mezzocorona Ora voglio vedere
se scrivete qualche commento, se fosse per lavis tutti bravi a sparlare .
Comunque che ne esce male sia chiaro
è tutto il trentino; vi auguro una buona
giornata a tutti e visto il momento drammatico buona salute

Rassegnati Paris Anto

Paris, si metta il cuore in pace, Lavis è ancora viva e ora praticamente senza debiti.
Le sue parole al veleno, dettate dalla frustrazione mi hanno strappato una gran risata.
Da oggi avete un argomento in meno su cui spalare merda.
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