Artigianelli: l’ultimo regalo
Una permuta che rischia di costare caro alla giunta Rossi
Da quando è nato, Questotrentino ha polemizzato, anche duramente, sugli incredibili sprechi di denari pubblici effettuati dalle varie Giunte Provinciali acquistando da privati (amici o clienti) immobili inutili o a prezzi fuori mercato.
In questi giorni la Procura della Corte dei Conti solleva pesanti dubbi su un’operazione immobiliare della Giunta Rossi, una cosa che ha dell’incredibile.
La Provincia ha effettuato una permuta alla pari cedendo all’Istituto Pavoniano Artigianelli un immobile affacciato su piazza Fiera (valutato 4,2 milioni di euro) in cambio di un grande rudere (20.000 metri quadri) a Susà di Pergine. Il compendio di Susà avrebbe, secondo le stime del Comitato Tecnico provinciale, e anche secondo l’Agenzia del Territorio all’uopo incaricata dalla Procura, un valore tra i 5,7 e i 6 milioni di euro. Ma è un valore del tutto teorico: l’edificio è difficilmente utilizzabile, e non lo è per niente da parte della Provincia, che dal momento della firma (2014) non è mai intervenuta, non ha mai espresso progetti od idee, lo ha lasciato marcire in un degrado probabilmente irrecuperabile.
In compenso gli uffici provinciali che stavano in piazza Fiera sono stati spostati nell’ex Cassa Malati in piazza Venezia, pagando un affitto annuo di 1.161.000 euro, vale a dire, a tutt’oggi, 5.808.000 euro.
Da notarsi che l’ex Cassa Malati era anch’essa di proprietà pubblica, con la Provincia (ai tempi di Dellai) che prima la ha (s)venduta a una società privata, per poi rientrarci pochi mesi dopo come affittuaria; e nel 2014 si è completato il lavoro.
La Corte dei Conti ipotizza a carico di Ugo Rossi e dei suoi assessori (Dellai l’aveva fatta meno grossolana) un danno erariale di oltre 10 milioni. Noi non auguriamo del male a nessuno, però, francamente, regalare soldi pubblici in questa maniera ci sembra una clamorosa indecenza. Barattare un edificio in centro, perfettamente funzionante e proficuamente utilizzato, con un inutile rudere in una terra di nessuno, offende non solo le tasche, ma anche l’intelligenza di noi cittadini.
Apprezziamo quindi i consiglieri Claudio Cia (Agire) e Filippo Degasperi (5 Stelle) che hanno sollevato il caso, che poi non è altro che l’ultima – e più clamorosa – di tutta una serie di regalie.
Sull’atteggiamento di Fugatti invece, c’è molto da ridire. Ma di questo scriviamo nell’editoriale.