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Sardagna: non solo una discarica

Idee per rivalutare questo sobborgo di Trento che sembra essere dimenticato dalla politica

Francesco Borzaga
Discarica di Sardagna

Il proposito, non so se solo prospettato o anche promosso di riaprire la discarica di inerti situata a sud di Sardagna ha provocato una vivace e a mio parere giustificata protesta da parte del comitato di cittadini a suo tempo costituito per sollecitarne la bonifica.

Come viene ricordato, la discarica fu sequestrata nel lontano 2009 per la presenza di sostanze inquinanti, quali cromo, piombo e fluoruri. Un caso assi simile a quello della discarica di monte Zaccon in quel di Roncegno, anch’esso inaspettato frutto della disattenzione degli organismi provinciali addetti ai controlli. Da allora, a quanto mi par di capire, nulla è stato intrapreso e per questo motivo il comitato si è rivolto ad un legale.

Il caso mi sembra significativo e conferma la mia impressione che il sobborgo di Sardagna, posto assai vicino alla città, ma per sua sfortuna nascosto alla vista, sia stato sistematicamente trascurato, a partire dal dopoguerra.

A dire il vero, non solo la parte invisibile di Sardagna è stata dimenticata; anche l’ex hotel Panorama, pur affacciato su Trento in splendida posizione, rimane ostinatamente in balia dei topi e dei vandali.

Si parla molto a Trento di paesaggio, e salvo errori esiste ancora in via Diaz un ufficio - non so se pagato o promosso dalla Provincia - incaricato di studiare l’argomento e di offrire suggerimenti. Non vorrei però che tanta diligenza servisse da schermo per una perdurante inerzia.

Inevitabilmente il nostro paesaggio, e in questo caso quello di Sardagna e degli altri centri abitati collocati alle falde del monte Bondone, è per sua natura un elemento dinamico, destinato a variare, in bene, ma anche in senso contrario. Da qui lanecessità di una tutela non solo passiva, fatta di divieti, ma anche attiva, da realizzarsi con una pianificazione e degli interventi. Negli ultimi anni si è effettivamente investito molto in città per l’abbellimento urbano, e in particolare nel verde. Ne danno testimonianza imolti nuovo viali alberati e così pure il grande parco sorto alle Albere. Non mi sembra invece che a Sardagna, Sopramonte e compagnia si sia stati altrettanto attivi. Certo è comunque che chi attraversa Sardagna per raggiungere Candriai o Vaneze non è proprio sollecitato a fermarsi per una visita. Sull’altro percorso Sopramonte si presenta come un paesone alquanto informe, cresciuto troppo e disordinatamente.

Con la buona volontà molto ci sarebbe da fare per migliorare. Come prima cosa, urge por mano alla riapertura e al rilancio dell’hotel Panorama, che potrebbe essere collegato al paese con un viale. Intorno e nei pressi di Sardagna non mancano gli spunti di interesse, dalla chiesetta cimiteriale ai castagni. A monte della cascata il rio di Sardagna forma una forra, che ricordo di aver percorso. Corsi d’acqua di questo tipo meritano sempre di essere fatti conoscere.

Quanto a Sopramonte, il centro storico conserva diversi antichi edifici di pregio e i dintorni, soprattutto sul lato ovest, sono di una straordinaria bellezza. Il nuovo ristorante aperto a S. Anna è solo un esempio di quanto possa offrire il “basso Bondone”.

Esistono poi le colture agricole, con le castagne, le ciliegie e, potenzialmente, molto altro; non sarebbe possibile valorizzare questi prodotti per una produzione qualificata e a chilometri zero? Se avviati a fustaia e curati, i boschi cedui intorno alle due frazioni possono diventare bellissimi.

Insomma, un’alternativa all’inquinante discarica esiste: basta volerla.

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