Salvate il CRAB di Bolzano
Copiosi finanziamenti pubblici per i cacciatori e pochi spiccioli per chi cura gli animali in difficoltà
Mentre la Provincia Autonoma di Bolzano spende milioni di euro per finanziare i cacciatori che si divertono a uccidere animali indifesi, il CRAB (Centro di Recupero Avifauna) non riesce a recuperare gli animali in difficoltà perché non riceve il contributo indispensabile.
La Provincia di Bolzano conta circa 530.000 abitanti di cui 5.500 (1%) sono cacciatori. L’Associazione cacciatori dell’Alto Adige può sfoggiare una nuovissima, sede a Bolzano in via del Macello (già il nome della via indica qualcosa …), costata al pubblico contribuente 891.526 euro (dati del 2015).
La Provincia finanzia un “indispensabile” museo della caccia e della pesca a Castel Wolfsthurn a Mareta/Racines; i cacciatori altoatesini ricevono dalla Provincia 1,4 milioni di euro di contributi all’anno (dati del 2015) e possono cacciare sulla quasi totalità del territorio provinciale, perfino nell’ex Parco Nazionale dello Stelvio, istituito nel 1935, smembrato nel 2014 ed oggi ridotto a misera aiuola divisa in tre porzioni. Ovviamente, i cacciatori ritengono di averne tutto il diritto, cosa della quale il 99% dei cittadini italiani e anche altoatesini/sudtirolesi dubita.
Contestualmente, il CRAB di Bolzano, con una sede fatiscente in via Rio Molino, è costretto a rinunciare a prendere in carico nuovi animali selvatici feriti o malati perché non è più in condizione di assicurare i minimi standard sanitari per gli animali accolti e di garantire la sicurezza degli operatori.
Il contributo annuo per chi salva fauna selvatica in difficoltà è di circa 15/20.000 euro l’anno, palesemente insufficiente alla sopravvivenza dell’attività. I fondi per una sede idonea per un centro recupero fauna selvatica provinciale o almeno per ristrutturare l’attuale struttura non sono mai stati trovati.
Piange il cuore a pensare a quanto si trovi in difficoltà la Provincia per non riuscire a offrire che briciole del suo faraonico bilancio ad una struttura in cui gli operatori volontari si prodigano per salvare piccoli animali selvatici, mentre riserva ben altro generoso trattamento a chi trova diletto nell’uccidere animali indifesi già in difficoltà per i cambiamenti climatici e la perdita di habitat provocate da alcune dissennate attività umane.
È evidente la disparità di trattamento ed è evidente quanto fasulla e pretestuosa sia l’immagine di (presunta) eco-compatibilità che la Provincia di Bolzano vuol darsi ad uso e consumo turistico, un’immagine che al primo approfondimento si rivela un bluff.
Proponiamo quindi all’amministrazione provinciale di Bolzano di assegnare al CRAB la stessa cifra riservata ai cacciatori, e chiediamo la ristrutturazione dell’attuale baracca pericolante. Se non per amore degli animali, almeno per dignità e immagine pubblica.
Caterina Rosa Marino, LAC Trentino Alto Adige/Südtirol