Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca

Elezioni provinciali: niente sarà più come prima?

14 liste in lizza: i programmi, gli slogan, gli scenari futuri

Alle elezioni del 21 ottobre hanno diritto di voto 424.184 persone (nel 2013 erano 373.050), di cui 35.003 potranno votare per lettera. Le liste sono 14 e i candidati e candidate 420. I sondaggi di agosto danno la Svp in forte calo, e molti si aspettano il crollo spesso annunciato e finora mai avvenuto.

Kompatscher e i suoi si presentano con i successi dell’economia, con la piena occupazione, la crescita in tutti i settori economici, e li vantano. Ci sono però anche i lavoratori dipendenti che hanno perso potere d’acquisto, pagano troppe tasse, faticano a trovare casa, tanti giovani precari, e le voci critiche verso la sanità e la sua privatizzazione galoppante. Dall’ASTAT è venuto un segnale di allarme: il Sudtirolo è il fanalino di coda negli investimenti per la ricerca e l’innovazione, 0,68% del Pil. Ben lontano dall’obiettivo del 3% della UE e più basso perfino del resto d’Italia /1,4%). In Tirolo è il 3,1%. E giocherà un ruolo anche l’ambiguità sulle questioni etniche.

D’altronde nessun altro partito costituisce un’alternativa. Alternativa a cosa? La Svp ha una lista da partito di raccolta, dove ci sono i lavoratori dipendenti, i contadini, il mondo economico, i giovani, le donne, ma di fatto prevalgono i portatori di gruppi di interesse, che nel corso delle campagne elettorali si rivelano ben più forti delle tradizionali correnti ufficialmente designate. Nel programma della Svp si parla di convivenza, ma messa fra virgolette (al tempo di Magnago era una bestemmia) e sottoposta a condizioni, “con la convinzione che lo stare insieme richiede regole – sulla base di principi cristiani e umanistici…”.

Ma vediamo le 14 liste, nell’ordine con cui appariranno sulla scheda.

Arno Kompatscher

“Team Köllensperger”: il bravo consigliere del Movimento 5 Stelle Paul Köllensperger ha lasciato i suoi compagni di partito per una lista personale. La stima di cui gode gli ha fatto trovare 35 candidati (quasi tutti di lingua tedesca) e i sondaggi sono favorevoli. La prima donna in lista è al 3° posto. L’obiettivo di entrare in giunta dipende dall’insuccesso della Svp.

Sulla scheda elettorale seguono i tre partiti dell’estrema destra tedesca, Süd-Tiroler Freiheit, Freiheitlichen, Bürgerunion für Südtirol.

I primi due hanno 35 candidati, il terzo 23. I Freiheitlichen hanno 13 donne e la prima è al secondo posto. Sperano in un contagio positivo del successo del partito gemello, che in Austria è al governo e li sostiene. Tutti e tre puntano sugli sprechi e gli scandali che hanno scosso la politica e su cui hanno lavorato anche bene nel corso della precedente legislatura, ma soprattutto fanno leva sulla paura dell’immigrazione e su un rinato “patriottismo”, incentivato dalla vittoria delle destre in Austria. Kompatscher ha chiesto a Kurz di non parlare del doppio passaporto in campagna elettorale. E però sostiene che il doppio passaporto sarebbe un passo verso il passaporto europeo (mentre è invece il suo esatto contrario), ed è favorevole anche all’apertura dei consolati austriaci. Così scontenta i sudtirolesi che sono stufi di nazionalismi e anche i nazionalisti che lo accusano di essere tiepido. Comunque, per varie ragioni, dei tre partiti della destra rimarranno probabilmente solo i primi due, molto forti.

Forza Italia ha 34 candidati, con 13 donne; la prima, al 3° posto, è la sorella della deputata Biancofiore. Un partito in via di esaurimento.

La Südtiroler Volkspartei ha 35 candidati, 12 donne, la prima è al 4° posto. Dei sette candidati del distretto di Bolzano solo una abita (quasi) in città, a conferma del disinteresse del partito etnico verso la città. Durante la presentazione della lista, Kompatscher ha tentato di ovviare: “Abbiamo lasciato perdere per troppo tempo l’ospedale di Bolzano. È ora di migliorarne la qualità e non pensare solo a quelli periferici”.

La Svp conta come sempre su un mandato ottenuto con voti italiani e promette qualcosa. Per il resto si parla di una “via sudtirolese al successo” e si fa appello all’unità nel partito perché “altrimenti diventeremmo una normale provincia italiana” e invece “abbiamo molto da vantare, nel nostro paese le cose funzionano”. Lo slogan è Heimat e S.S.S.: Stabilität, Stärke, Südtirol (stabilità, forza, Sudtirolo). Un invito alla stabilità in un momento in cui per la Svp potrebbe cambiare tutto.

Le preoccupazioni sono forti. Chi saranno gli italiani eletti che dovrebbero entrare in giunta? Come si farà con la Regione se la provincia di Trento sarà governata dalla Lega e Bolzano dovesse continuare con Pd o Noi per l’Alto Adige? “Per molti decenni cambiavano le persone, ma i partiti di governo erano sempre uguali, centristi” ha detto in un’intervista l’ex deputato Zeller. A una parte di Svp la Lega piace, ma Salvini non è Bossi e la Volkspartei è europeista. In queste elezioni inoltre nella Svp si potrebbe rompere il vecchio equilibrio fra ceti e categorie. Nonostante solo il 17% della popolazione sia occupata in agricoltura, “nel parlamento locale i rappresentanti dei contadini saltano fuori come funghi dal terreno” (TAZ, 22 settembre).

Paul Köllensperger

I contadini godono di esenzioni fiscali e di numerosi privilegi, in materia urbanistica e di contratti di lavoro. Ma il Bauernbund, la Lega dei contadini proprietari, non si accontenta e ha presentato un programma corposo, dove ripropone anche le “vacanze sull’alpe” e il “camping nel maso”, già bocciate da albergatori e ambientalisti perché considerate concorrenza sleale e la chiave per aprire alla speculazione edilizia e al traffico i 1.700 alpeggi che rendono il paesaggio sudtirolese quella grande bellezza che è. Ufficialmente i candidati del Bauernbund sono solo 2, ma altri 7 fanno parte di altre correnti, e ce ne sono anche in altre liste. Gli Arbeitnehmer, l’ala sociale nel partito, chiedono che i vantaggi del benessere vengano estesi anche ai lavoratori: lavori a tempo indeterminato, recupero della capacità di spesa, accesso per tutti alle prestazioni sanitarie, formazione e riqualificazione. La loro voce però è flebile. Il loro ottimista presidente dice che “il 70% dei sudtirolesi sono lavoratori dipendenti e sapranno farsi sentire”. Vedremo.

Noi per l’Alto Adige – für Südtirol è una lista di centro, nata dai fuorusciti dal Pd dopo l’imposizione della candidatura di Boschi alle politiche del 4 marzo. 35 candidati, 12 donne, la prima al 5° posto. È probabile che se eleggono qualcuno entreranno in giunta in quota italiani.

Filomena Nuzzo

Verdi-Grüne Vërc, 35 candidati, 16 donne. La prima al 1° posto. Slogan: La spinta verde. Oltre ai temi tradizionali chiedono più attenzione al sociale, più tempo libero e più soldi per i dipendenti pubblici. Conferma dei consiglieri uscenti e alcuni nuovi candidati interessanti.

Vereinte Linke-Sinistra Unita, 18 candidati, 9 uomini e 9 donne. I partitini e movimenti di sinistra si sono messi insieme. Lista accorciata per ottenere la parità di genere. Il capolista è consigliere comunale a Merano con una lista eco-sociale. Temi centrali: lavoro, casa e sanità, cultura, scuola bilingue, una nuova politica dell’accoglienza e ambiente.

L’Alto Adige nel Cuore-Fratelli d’Italia Uniti ha 35 candidati, di cui 16 donne, ma la prima è al 7° posto. Capolista è Alessandro Urzì, che si lamenta per la frammentazione della destra che rischia di indebolire ulteriormente la rappresentanza degli italiani. Infatti la Lega si è voluta presentare da sola: 35 candidati con 12 donne, la prima al 2° posto. Sull’onda del successo nazionale cercano di entrare in Consiglio dove ora non sono rappresentati e sanno di avere buone chance di entrare in giunta. Lo slogan “Prima gli italiani” fa uno strano effetto da queste parti. Volevano fare una lista tedesca – c’era già un manifesto (con svarione ortografico), - ma in giunta entrano solo gli italiani. Se entrano, la Svp deciderà con chi stare.

Il Partito democratico presenta 35 candidati con 14 donne, la prima è al 3° posto. È una lista per eleggere il capolista, deciso senza primarie. Insieme socialisti e radicali. Obiettivo: entrare in giunta. Pesa lo scandalo dei troppi soldi spesi per Bolzano capitale europea della cultura e la messa sotto accusa della capo dipartimento dell’assessorato, ma i mass media sono in mano amica.

Alessandro Urzì

Casapound Italia ha 15 candidati con 5 donne e la prima è al 7° posto. Potrebbero farcela. È un incubo che si materializza.

Il Movimento 5 Stelle, perso Köllensperger, presenta una lista di 15 candidati, non molto noti, di cui 5 donne. La prima è al 3° posto. Filomena Nuzzo, insegnante di filosofia, al 6° posto in lista, ha avuto molti voti alle politiche del 4 marzo.

Concludendo, c’è una grande incertezza di fronte a queste elezioni. Non succede solo in Sudtirolo, è così quasi ovunque. Con un’aggravante locale: la mancanza di stampa libera e la lunga separazione etnica, che fa sì che molte persone di lingua diversa si conoscano solo per pregiudizi. Questo rende più difficile la nascita di forze politiche capaci di esprimere bisogni e visioni adeguate ai tempi e alla nuova società sudtirolese, che nonostante tutto cresce. E speriamo ci sorprenderà.