In difesa di Mario Coser
Caro Direttore, due piccoli ragionamenti rispetto al numero di luglio-agosto di QT.
Ho molto apprezzato e condiviso la coverstory dedicata al percorso di costituzione del Gruppo Bancario Cooperativo messo in campo dalle Rurali trentine con la guida intelligente di Cassa Centrale. Da amministratore di cassa rurale trovo molto ben rappresentata questa grande apertura da parte di un’eccellenza trentina nei confronti di una prospettiva di sviluppo del Credito Cooperativo italiano.
Con riferimento alla “politichetta” (di cui in altra parte della rivista), credo anche che siamo davanti a un progetto che – anche all’attuale stato di avanzamento e pur con le incognite di un cammino che vedo ancora difficile – può contribuire a dare un senso alla autonomia trentina se non addirittura a costituirne un nuovo fondamento. Invece da ex-presidente fulmineo (da agosto a novembre 2016) della cooperativa SFT di Romagnano, dissento ampiamente dai pur marginali riferimenti che la coverstory riserva a quella Cooperativa, ai suoi soci e al suo ex-presidente (e mio predecessore) Mauro Coser che aveva presentato le dimissioni volontarie dalla carica.
Nel breve periodo della mia presidenza “di garanzia” il CdA ha, tra l’altro, assunto la complessa decisione di presentare al Tribunale la richiesta di patteggiamento per la grave vicenda penale che aveva colpito la cooperativa, accusata non di aver commesso reati, ma di non aver messo in campo le misure necessarie e sufficienti per evitare che taluno potesse commettere eventuali reati. E con la Cooperativa era accusato, in distinto procedimento, Mauro Coser che, all’epoca dei fatti contestati, ne era il presidente e legale rappresentante.
Pur nel rispetto degli evidenti vincoli di riservatezza, posso e voglio affermare che il comportamento processuale del socio Coser in questa delicata vicenda è stato quello di un vero galantuomo che ha privilegiato il bene generale della cooperativa rispetto al suo interesse personale. E il valore di questo comportamento è stato unanimemente riconosciuto dai soci intervenuti all’apposita riunione informativa. Un comportamento da persona per bene che il movimento cooperativo dovrebbe tenere ad esempio e non certo farne titolo per improvvidi e improvvisati giudizi sommari. Ringrazio per l’attenzione e saluto cordialmente.
Primo Vicentini
Cara Zendron...
Nel numero di giugno Alessandra Zendron mi ha davvero deliziato. Prima con l’articoletto sulle quote rosa, nel quale esprime il proprio parere favorevole. Molte le cose sulle quali ci sarebbe da ridire, vista l’analisi quanto meno semplificata della questione, a partire dall’affermazione che la conoscenza dei problemi del trasporto pubblico sia legato alle corse quotidiane fatte dalle donne; a parte che i maschi corrono altrettanto, ma io donne e mamme le vedo quasi tutte muoversi nella loro bella automobilina. Tralasciando il resto, invito la signora Zendron ad aprire una propria azienda dove pagare meglio e di più le donne e soprattutto a fondare come propone un proprio partito. Scommettiamo che le prime a non votarlo (come già avviene oggi per le donne candidate) saranno proprio le donne stesse?
Onde evitare malintesi, sono il primo a riconoscere il valore e anche la superiorità del genere femminile in molti settori (chi ha un po’ girato il mondo sa bene che in alcune società il peso della famiglia e delle attività sociali sta tutto sulle spalle delle donne con mariti assenti quando va bene ), ma l’autoproclamazione di genere eletto nella nostra società fatta di ragazze che in gran quantità sognano di fare le veline o le mogli di calciatori francamente mi sembra esagerata. Purtroppo le donne ci hanno raggiunto e talvolta superato anche nei tanti nostri difetti.
Solo due righe invece sull’articolo della stessa sui vaccini: senza entrare nel merito, è mai possibile che su questo tema esista solo l’adesione incondizionata e totale all’obbligo dei 12 (ora 10) vaccini e chiunque ponga dei dubbi sia subito tacciato di essere un egoista medioevale?
Chi scrive è assolutamente convinto della importanza delle vaccinazioni, ma credo sia possibile discutere per esempio se un paio della vaccinazioni obbligatorie siano davvero necessarie (a chi interessa quali, dia una scorsa all’ultimo numero di Altroconsumo).