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Vitalizi: la sfrontatezza dei consiglieri

Circolo ARCI di Gardolo

La proposta di legge su vitalizi e indennità ai consiglieri,partita su proposta dello scrivente circolo Acli di Gardolo, ha raccolto oltre 10.000 firme di cittadini a sostegno dell’iniziativa, dando chiaro ed inequivocabile esempio che la democrazia partecipativa, su argomenti di interesse generale e trasversale, può trovare applicazioni e proposte molto interessanti e coinvolgenti.

La proposta di legge, che certamente poteva essere anche analizzata meglio dai consiglieri regionali ed emendata con integrazioni, non era assolutamente anticostituzionale, come asserito da qualche consigliere; e comunque, se anche così fosse stato, ricordiamo che esistono gli strumenti per emendare una proposta di legge; strumento che gli stessi consiglieri conoscono e sanno utilizzare molto bene, quando a loro interessa farne uso.

La proposta non aveva certo la pretesa di risolvere problemi epocali, ma rappresentava una via fornita alla politica rappresentativa per riaprire il dialogo e il confronto, sempre più chiuso, con i cittadini; poteva essere un primo grande e importante segnale di riavvicinamento tra la vita reale e la casta degli eletti, che sempre più si ritengono, a nostro giudizio, degli intoccabili privilegiati, che predicano bene in fatto di risparmi e tagli sulla sanità, sul lavoro e sui servizi ai cittadini, ma sono tutti uniti nel mantenersi i privilegi che, riteniamo, siano assolutamente inopportuni nella situazione economica e politica attuale.

Riteniamo che i prossimi impegni elettorali del 2018, riapriranno fortemente questi dibattiti e, come circolo Acli, terremo viva la discussione, sollecitando i futuri candidati alle elezioni a prendere impegni chiari e in forma scritta, su evoluzioni dei tagli dei costi della politica che prendano in seria considerazione un adeguamento dei trattamenti economici dei rappresentanti politici regionali, più adeguato alla realtà e più rispettoso del senso del pudore.

La vicenda è stata gestita, da parte del Consiglio regionale, con una enorme superficialità e presunzione; si poteva, ad esempio, aprire un tavolo politico serio, di discussione e confronto, esteso al territorio regionale per verificare realmente i sentimenti popolari sul tema; si è deciso, invece, di procedere alla votazione della legge senza considerare assolutamente l’impatto che la decisione di bocciatura della stessa avrà inevitabilmente sulla credibilità politica dei signori consiglieri; in particolare, questa situazione peserà moltissimo, a nostro parere, sulla parte trentina della politica, che non ha i numeri della SVP in Alto Adige, dove invece tale forza politica è dominante e si può permettere posizioni come quella presa in sede di votazione della legge.

In conclusione, rimane la nostra grande delusione nell’apprendere che una proposta di legge popolare, simbolo della democrazia partecipativa di cui tutti i politici votanti in Consiglio regionale si ergono a paladini, è stata bocciata con tale sfrontatezza e in modo così palesemente trasversale. Non lamentiamoci, poi, se sempre meno gente andrà a votare.

Ognuno raccoglie ciò che semina.

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