Vallo tomo: i lavori continuano
In quel di Mori, sul versante sopra l’abitato, quello dei terrazzamenti, delle Fratte, la situazione è assurda, incomprensibile, perché le ruspe proseguono inesorabili, giorno dopo giorno, la distruzione del lavoro e delle memorie di generazioni di moriani, mentre, da una parte, il Sindaco e la maggioranza consigliare ubbidiscono senza la minima resistenza ai piani tecnici e politici della Provincia, così rinunciando al diritto-dovere di salvaguardare dalla devastazione il territorio da loro amministrato e dall’altra la Provincia, coi suoi organi tecnici e politici, sceglie a protezione dell’abitato il sistema più grossolano e meno efficace a garantire tempestivamente la difesa di tutto il versante sotto la parete rocciosa. Nella loro malintesa posizione di prestigio, non hanno accettato cambiamenti, né discussioni sulla posizione del vallo tomo, nè sulla necessità di bloccare, prima di ogni altra operazione, il masso roccioso di dubbia stabilità.
Ebbene, considerando i loro comportamenti, per l’ennesima volta si invita caldamente il Sindaco a fare il Sindaco, ad esercitare cioè il suo potere di difensore del suo territorio: e si invitano i tecnici provinciali ad essere meno cocciuti e meno pavidi, come dovrebbe essere in un corretto comportamento scientifico.
E qualora essi non si sentano in grado di affrontare l’operazione di bloccaggio del famoso diedro, conferiscano l’incarico all’esterno ad una delle ditte specializzate. Queste, interpellate, hanno dichiarato l’operazione fattibile in sicurezza.
Per dirigere i lavori potrei offrirmi io, vecchio ingegnere zoppicante, perché sono certo che si possa avvicinare, conoscere e bloccare per gradi il modesto masso roccioso, per poi fissarlo o demolirlo in porzioni controllate, non certo giocando colla dinamite, come sembra preferito dai tecnici provinciali.