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QT n. 1, gennaio 2017 Trentagiorni

Si prega di non disturbare l’inquinatore

Abbiamo riferito in un articolo uscito a novembre (“Inquinamento, la popolazione non si distrae”) di un dibattito a Borgo sulla “libertà di inquinare” che sembra esistere in Trentino, e in particolare nella Valsugana, che risente dell’insediamento di un’acciaieria in prossimità del paese. In particolare, eclatante era la situazione dell’impresa Boccher, da una parte condannata in via definitiva per aver effettuato un ripristino ambientale con materiale inquinato, aggirando i controlli ed addomesticando le analisi; e dall’altra beneficiata dalla Giunta Rossi di un contributo milionario per un progetto di ricerca sul “Recupero ed inertizzazione di rifiuti industriali”.

All’interno della serata si era svolto un simpatico (ridiamo per non piangere) siparietto, protagonista il sindaco di Borgo Fabio Dalledonne, chiamato a spiegare come mai il Comune di Borgo, nella causa contro Boccher, si fosse defilato, rinunciando alla costituzione come parte civile.

Dalledonne, partito burbanzoso, aveva rimediato una figura barbina, non riuscendo a dare uno straccio di motivazione che reggesse a delle semplici contestazioni di buon senso.

Ora vediamo che, passata in qualche maniera la serata, il sindaco ha poi messo per iscritto le sciocchezze che aveva tentato di propinare verbalmente. Infatti a una lettera dell’Associazione Valsuganattiva (promotrice anche del dibattito) ha risposto con una lettera ufficiale: il Comune contro gli inquinatori non si è costituito parte civile “in quanto la decisione (del Tribunale, n.d.r.) appariva aleatoria e non certa dell’esito e avrebbe esposto l’Ente a spese anche ingiustificate”.

Cosa voglia dire “spese anche ingiustificate” non capiamo. A nostro avviso difendere la popolazione dagli inquinatori è un’azione doverosa, non ingiustificata. E se proprio si vuole scendere in calcoli da bottegaio, nello stesso dibattito della serata il sindaco era stato costretto ad ammettere, obtorto collo, che dette spese legali sarebbero state attorno ai 10.000 euro, mentre il rimborso per i danni subiti dalla popolazione sarebbero potuti variare da un minimo di 40.000 euro (come già avvenuto in un procedimento contro l’Acciaieria) a un massimo di 1 milione.

Insomma, Dalledonne ritiene un pessimo affare guadagnare minimo 40.000 euro spendendone 10.000. E un’ottima politica non disturbare chi inquina.