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QT n. 10, ottobre 2016 Trentagiorni

Banche trentine?

Il tira e molla per le Casse Rurali, gruppo unico nazionale\secondo gruppo nazionale aggregato attorno alla trentina Cassa Centrale Banca sembra ora propendere verso la seconda soluzione. Il momento delle “decisioni irrevocabili”, che ormai abbiamo visto periodicamente indicare da un anno e mezzo, e sempre fatto slittare, è ora stato individuato nel 13 ottobre, quando a Verona si farà la conta delle Bcc disposte a dar vita al gruppo trentino, o meglio, non-romano. Ad oggi si dice che saranno tra le 70 e le oltre 100 le banche cooperative che parteciperanno: ma in realtà la cifra vera non la sa nessuno, la scelta sarà, per ogni istituto, molto importante, e partecipare ufficialmente è diverso che aderire a generici intenti.

Quali i motivi del gruppo “a trazione trentina”, come – peraltro impropriamente – è stato battezzato dai politici? Sostanzialmente due: Cassa Centrale e Phoenix informatica, con i loro competitivi servizi diffusi in tutta Italia si sono conquistate una notevole fiducia; gruppo unico vuol dire forte centralizzazione, perdita di autonomia per i singoli istituti, e la centralizzazione romana non è ben vista. Si sussurra poi un terzo motivo, non sappiamo quanto motivato: pur con situazioni negative, il sistema delle Rurali trentine è in attivo, di quello nazionale non si sa bene, e non ci si fida molto. In un gruppo unico si rischia di perdere il patrimonio per pareggiare i conti di chi li ha in rosso: quindi bisogna stare molto attenti a coloro con cui ci si aggrega. E in campo bancario, la sfiducia è oggi generalizzata.

Di più, ad oggi, non si sa. Ed anche questo è un indice dei tempi.