Per voi ciclisti
Sono stati recentemente ricollocati i segnali di divieto di transito per le biciclette nel tratto Montevideo-Cadine. Una strada di forte e veloce percorrenza e una galleria di quasi un chilometro sono difficilmente compatibili con la presenza di ciclisti; si capisce. Si capisce meno il fatto che assieme ai cartelli di divieto siano stati collocati anche i segnali che invitano i ciclisti a imboccare la strada per Sardagna e il Bondone, come se questa potesse costituire la via alternativa per chi vuole raggiungere Cadine e la Valle dei Laghi in bicicletta.
Un’indicazione come questa appare piuttosto una presa in giro, o quantomeno una leggerezza, che forse serve a tacitare le responsabilità, ma che certo non agevola chi viene indirizzato ad affrontare una salita di circa 600 metri di dislivello e circa 15 chilometri al posto rispettivamente di meno di 200 metri di dislivello e 3 km di strada.
Prendiamo invece atto con piacere delle attenzioni che la Provincia mette in atto per garantire la sicurezza dei ciclisti nel tratto bivio di Teralgo-Vezzano e per consentire il transito delle biciclette nella direzione Cadine-Trento. È peraltro chiaro che questo non costituisce una soluzione. Nell’ultimo decennio la pratica del ciclismo si è diffusa e consolidata; il cicloturismo poi è letteralmente esploso, diventando interessante anche per gli operatori economici. La rete delle piste ciclabili realizzate in Trentino ne è stata contemporaneamente causa e conseguenza.
La Provincia di Bolzano ha compreso più tardi rispetto a Trento l’importanza delle piste ciclabili, ma ha recuperato il ritardo e soprattutto ha attuato la propria rete in un’ottica sistemica, che – ci pare – ancora non emerge in Trentino.
Qual è il punto? In Trentino (come in Alto Adige) il capoluogo ospita il numero più alto di popolazione residente (e quindi potenziale utente) e contemporaneamente è mèta attraente e snodo fondamentale degli itinerari di media e lunga percorrenza. Conseguentemente Bolzano è già punto di arrivo e di smistamento della rete delle piste ciclabili
altoatesine; a Trento invece, esclusa la direttrice nord-sud (valle dell’Adige), mancano i tratti di collegamento fondamentali verso est (Valsugana) e ovest (Valle dei Laghi).
È una carenza grave, che compromette il sistema delle ciclabili trentine. Altri hanno giustamente evidenziato l’importanza del collegamento ciclabile Trento-Pergine.
A noi, dell’area a destra dell’Adige, interessa mettere in risalto il ruolo strategico del collegamento tra Trento e Cadine, tra la ciclabile della valle dell’Adige e quella della valle dei Laghi, che collega Terlago col Garda e che consente la chiusura di uno degli anelli più suggestivi e praticabili: Trento-forte del Bus de Vela-Terlago-Castel Toblino (e snodo delle Sarche per le Giudicarie e Rendena)-Arco/Riva (e snodo per la Valle di Ledro)-Torbole-Nago-Mori (e snodo per Verona)-Rovereto- Trento (e viceversa).
Realizzare una pista ciclabile (e pedonale) lungo il Bus de Vela non è semplice? È economicamente impegnativo? Certamente sì.
Non ne vale la pena? Certamente no. Confidiamo che Provincia e Comune di Trento condividano questa affermazione e sappiano agire conseguentemente.
Per parte nostra ricordiamo che già 12 anni fa, quando erano ancora in corso i lavori di adeguamento della viabilità automobilistica tra Trento e Cadine, avevamo evidenziato l’opportunità di realizzare anche un percorso ciclopedonabile e ne avevamo argomentato i motivi e proposto un tracciato. Sia da parte della Provincia che del Comune di Trento era stato manifestato un certo interesse; sono seguiti, in un primo tempo, qualche confronto, studio, mezze promesse; poi, da almeno un decennio, più niente. Oggi rinnoviamo la disponibilità a fornire quanto elaborato a riguardo e, per quanto ci è possibile, a collaborare.