Scuole che aprono e scuole che chiudono
È stato presentato il progetto definitivo per le nuove scuole elementari di Pressano. Non sarebbe una grossa notizia se questo non concludesse un percorso burocratico e politico che si è trascinato per troppi anni, dal momento in cui le vecchie scuole costruite sotto il Fascio sono state dichiarate inagibili: era il 2012 e da allora i bambini si appoggiano al plesso scolastico di Lavis, un edificio molto ampio e ricco di strutture che si trova a due chilometri di distanza.
È seguito un lungo tira e molla di progetti e richieste di contributo da parte del Comune alla Provincia, fino all’approvazione del progetto attuale, che per il suo importo ha fatto alzare più di qualche sopracciglio: 5 milioni 449 mila euro. Altri progetti intermedi di importo minore si limitavano agli adeguamenti sismici, ma si deve riconoscere che l’edificio attuale cominciava in ogni caso a stare stretto ai bambini della zona: tra Pressano, Sorni e Nave San Felice si contano 120 alunni. Da qui l’idea di demolire l’esistente e realizzare una nuova e più ampia infrastruttura dotata di palestra, mensa, spazio gioco, area lettura e parcheggi: un investimento sul futuro dei giovani cittadini.
Finita la presentazione, tuttavia, il bar crea lo spazio per qualche confidenza: “Lo sapete che il presidente Rossi vive a Lavis? Come mai, dopo anni che la Giunta Provinciale diceva di no al contributo giudicato troppo oneroso (4 milioni e 65 mila euro a carico della PAT, ndr), adesso hanno cambiato idea? Chi glielo va a dire ai genitori di Brentonico e Torcegno, dove le scuole le stanno accorpando col fondovalle?”
Onestamente la risposta non ce l’abbiamo, e le decisioni competono a chi è stato eletto. Al tempo stesso non è da oggi che l’amministrazione provinciale ci trasmette la sensazione di una scarsa progettualità, di interventi ad hoc che affrontano necessità specifiche ma non sono basati su una visione d’insieme. Il piano generale di riordino delle scuole recentemente pubblicato ci sembra un passo avanti, e ci auguriamo che il regalo elettorale alla comunità di Pressano, se di questo si è trattato, sia stato l’ultimo.